Lotta alla dispersione scolastica nelle aree montane grazie all’emendamento del M5S diventa priorità nazionale

La dispersione scolastica nelle aree montane e interne d’Italia diventa ufficialmente una priorità nazionale. Grazie all’approvazione di un emendamento presentato dalla deputata del Movimento 5 Stelle Ida Carmina, la lotta all’abbandono scolastico è stata inclusa nella Strategia per la Montagna Italiana (SMI), diventando parte integrante del Fondo per lo Sviluppo delle Montagne Italiane.
Secondo i dati ISTAT, il tasso di dispersione scolastica in Italia si attesta al 12,7%, ma raggiunge picchi superiori al 20% nelle zone montane e interne, dove le difficoltà di accesso all’istruzione e ai servizi educativi sono maggiormente accentuate. “La dispersione scolastica rappresenta una delle principali criticità per le aree interne e montane, dove la distanza e la carenza di servizi compromettono il diritto allo studio”, spiega la deputata Carmina.
L’emendamento approvato prevede un incremento delle risorse del Fondo per lo Sviluppo delle Montagne Italiane, con 50 milioni di euro destinati specificamente al contrasto dell’abbandono scolastico. Tali fondi saranno utilizzati per il potenziamento delle infrastrutture scolastiche, l’implementazione di servizi di trasporto dedicati e la digitalizzazione delle scuole di montagna. Inoltre, una parte delle risorse sarà destinata al supporto economico delle famiglie in condizioni di disagio socioeconomico e alla formazione specifica del personale docente e amministrativo, al fine di garantire un’offerta didattica di qualità e contrastare efficacemente l’abbandono scolastico.
“Grazie a questo emendamento, si rafforza l’impegno a garantire pari opportunità educative ai giovani che vivono nelle zone montane e si incentiva un approccio sinergico e strutturato per la crescita sostenibile del territorio, assicurando ai ragazzi un accesso equo all’istruzione e un futuro di maggiore inclusione e sviluppo”, conclude la deputata Carmina.
Questo intervento legislativo rappresenta un passo importante nella tutela del diritto all’istruzione e nella riduzione delle disuguaglianze territoriali, confermando la necessità di un approccio integrato e di lungo termine per affrontare le sfide delle aree interne e montane del Paese.
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