Bonus scuola e libertà di educazione: ma il problema rimane il reclutamento dei prof

Non ci meraviglia che il ministro Valditara abbia varato il cosiddetto “Buono scuola nazionale” sull’esempio di quello, esistente da ormai un quarto di secolo, in Lombardia, quanto piuttosto l’idea che in questo modo si sarebbe raggiunta la parità pubblico-privato e l’obiettivo della libertà di educazione, secondo cui ogni famiglia potrà decidere da chi fare “indottrinare” il proprio figlio.
Per quanto riguarda la prima questione, col bonus si potrà dunque consentire anche a piccole comunità, dall’islamica alla sinti alla buddista (si pensi ai cinesi) e così via, di aprirsi una scuola, secondo i propri principi ideologici, religiosi ed etici, in concorrenza con altre scuole, anche di indirizzo dottrinale comune.
Nulla infatti lo impedisce.
Fra l’altro, non pagherebbero nemmeno l’Imu, come ha dichiarato il ministro, dal momento che a ogni cittadino, costituzione alla mano, è riconosciuta la libertà di culto e di espressione politica e dunque se è concesso, il bonus, al cattolico
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