Una matematica da ripensare

Una matematica da ripensare

Ripensare l’Apprendimento della Matematica: Verso un Curricolo Verticale Sostenibile e Funzionale all’Università

di Bruno Lorenzo Castrovinci

Nelle aule scolastiche, lo studio della matematica è spesso vissuto come una scalata ardua e ripetitiva, un percorso che spaventa più che incuriosire, che frena più che spingere verso nuove mete. Il suo insegnamento si concentra frequentemente sulla riproduzione di algoritmi e sull’applicazione di procedure standardizzate, più che sull’intuizione, sull’esplorazione o sulla costruzione di significati. Questo approccio, incentrato sulla memorizzazione, sulla ripetizione e sul tecnicismo, contribuisce a creare distanza emotiva e cognitiva dagli studenti, che spesso faticano a trovare un senso pratico e culturale nel loro apprendimento della matematica.

Eppure, nella società odierna – dominata dai dati, dagli algoritmi, dall’automazione e dalla modellizzazione – la matematica è più che mai al centro della vita professionale e sociale. Si pensi all’uso pervasivo dell’intelligenza artificiale, alla necessità di interpretare dati statistici, alla diffusione di strumenti di simulazione nei più diversi ambiti. La matematica, oggi, è una competenza-chiave per decodificare il mondo, ma qualcosa non torna.

Troppi studenti, al termine del ciclo scolastico, giungono all’università impreparati ad affrontare i corsi di Analisi Matematica 1 e 2, che rappresentano non solo un banco di prova per le facoltà scientifiche (matematica, fisica, ingegneria, informatica), ma anche uno dei principali motivi di abbandono o di rallentamento degli studi universitari. Il problema non risiede soltanto nella difficoltà intrinseca della disciplina, ma anche – e forse soprattutto – nella discontinuità tra il curricolo scolastico e le richieste del mondo accademico. Ad esempio, lo studio delle funzioni rappresenta uno spartiacque decisivo tra il “fare conti” e il “comprendere concetti”. Senza una solida capacità di rappresentare, interpretare e manipolare funzioni, lo studente si trova disarmato di fronte alla complessità dell’analisi.

E forse, è proprio da lì che bisogna ripartire: da una riflessione seria e sistemica su come il curricolo verticale – da Bruner in poi – debba essere aggiornato alla luce delle nuove esigenze formative. Una didattica più metacognitiva, più visiva, più orientata alla comprensione concettuale e all’applicazione, può rappresentare la chiave per avvicinare i giovani alla matematica come linguaggio del reale, e non come esercizio astratto e sterile.

Lo scoglio delle funzioni: nodo critico della transizione scuola-università

Perché così tanti studenti, anche brillanti, vanno in crisi davanti a un esercizio su una funzione? La risposta è complessa, ma affonda le sue radici in un problema strutturale e culturale del nostro curricolo scolastico. Il concetto di funzione, che dovrebbe essere introdotto come una chiave di lettura del mondo e delle sue relazioni variabili, viene spesso confinato a un “capitolo” da studiare in fretta, senza il tempo necessario per sedimentare realmente nella mente degli studenti.

Nella maggior parte dei percorsi liceali e tecnici, lo studio delle funzioni avviene in modo frammentato, disarticolato e spesso tardivo, quando gli studenti non hanno ancora costruito una solida base concettuale o, al contrario, hanno già maturato un senso di inadeguatezza nei confronti della matematica. L’approccio scolastico tende a separare l’aspetto simbolico da quello grafico e numerico, privando gli studenti di un contesto di senso in cui la funzione possa essere compresa nella sua triplice dimensione: come regola (algebrica), come trasformazione (grafica) e come relazione (numerica).

Gli studenti imparano a “risolvere esercizi” secondo schemi fissi, ma non a leggere il significato dietro un’espressione matematica. Viene a mancare quella capacità di “pensiero funzionale” che permette di analizzare l’andamento di un fenomeno, fare previsioni, identificare tendenze, ragionare su crescita, decrescita, massimi, minimi, intervalli di definizione.

Il concetto stesso di funzione viene spesso introdotto in modo eccessivamente astratto, con definizioni formali che presuppongono già una maturità logica elevata. Questo rende difficile la costruzione di un’intuizione solida e condivisa. La mancanza di attività esplorative, di esperienze significative, di collegamenti interdisciplinari, impedisce allo studente di fare propria la funzione come strumento mentale.

Le conseguenze di queste lacune si manifestano drammaticamente all’Università, dove il corso di Analisi 1 – vero banco di prova per molte facoltà scientifiche – richiede padronanza, elasticità e sicurezza nel maneggiare concetti come limite, continuità, derivabilità, dominio, studio del segno, comportamento asintotico, rappresentazione grafica. Tutti aspetti che ruotano attorno al concetto di funzione e che dovrebbero essere già ampiamente interiorizzati e automatizzati al termine della scuola secondaria.

Purtroppo, per molti studenti, la funzione resta un’entità opaca, meccanica, da applicare senza comprenderne il senso profondo. Diventa un ostacolo piuttosto che uno strumento di pensiero, un codice da decifrare piuttosto che un linguaggio per interpretare il mondo.

Pensare per immagini: la forza cognitiva del grafico

Un passaggio fondamentale per superare questo limite consiste nel rafforzare l’abilità metacognitiva legata alla rappresentazione grafica delle funzioni. L’immagine grafica non è solo una traduzione visiva di un’espressione analitica, ma uno strumento potente per costruire significato, facilitare l’intuizione e rafforzare l’apprendimento concettuale. Essa consente agli studenti di vedere la matematica, di anticipare comportamenti, di congetturare e validare ipotesi, di collegare operazioni simboliche a fenomeni osservabili. La visione di un grafico può, infatti, attivare strategie cognitive più profonde rispetto alla sola manipolazione algebrica, stimolando la riflessione e il confronto tra forme diverse dello stesso concetto.

L’automatismo nella rappresentazione grafica – ossia la capacità di disegnare una funzione partendo da una sua espressione algebrica, individuando dominio, asintoti, zeri, crescenza, decrescenza e concavità – non è un lusso, ma una condizione necessaria per affrontare con sicurezza e flessibilità l’analisi matematica. Tale competenza diventa un ponte tra la comprensione visiva e la formalizzazione astratta, e costituisce una vera e propria strategia euristica per il problem solving.

Questo automatismo non si costruisce per caso, ma è frutto di un allenamento sistematico, radicato in un curricolo che valorizza il pensiero visivo, l’esplorazione attiva e la varietà delle rappresentazioni. L’utilizzo regolare di strumenti come GeoGebra, Desmos e simulatori dinamici consente di rafforzare la visualizzazione e di rendere l’apprendimento interattivo e riflessivo. Inoltre, l’integrazione tra grafico e contesto verbale – come nel caso di problemi tratti dalla realtà o di scenari interdisciplinari – aiuta lo studente a costruire connessioni profonde e significative. In quest’ottica, il grafico non è un accessorio, ma un vero strumento di pensiero.

Dalla procedura alla comprensione: oltre il meccanicismo

Come sottolinea Matthew Glanville, in un articolo su TES, oggi la scuola tende ad insegnare la matematica in modo procedurale: “Fai questo, poi fai quello, e avrai la risposta”. Ma la matematica non è una catena di operazioni meccaniche. È un linguaggio, un modo di pensare, una forma mentis. Ridurre l’insegnamento alla ripetizione di sequenze standardizzate, senza chiedersi il perché di ogni passaggio, equivale a disinnescare la forza formativa della disciplina. La matematica dovrebbe essere invece un terreno fertile per sviluppare il pensiero critico, la capacità di argomentare, la padronanza dei modelli.

L’approccio costruttivista propone di invertire la logica della didattica: partire da situazioni reali, da problemi autentici, e costruire con gli studenti il senso delle operazioni e dei concetti. Questo approccio è sostenuto anche dalle più recenti ricerche pedagogiche e neuroscientifiche, che dimostrano come l’apprendimento sia più duraturo e significativo quando è ancorato a esperienze concrete e vissute.

In questo senso, le funzioni possono essere introdotte già nella scuola secondaria di primo grado, attraverso attività che le collegano alla vita quotidiana: ad esempio, relazioni tra tempo e distanza, tra costo e quantità, tra temperatura e altitudine. Questi legami concreti possono poi evolvere nella formalizzazione progressiva, sempre supportata da rappresentazioni grafiche e strumenti digitali, che dovrebbero essere padroneggiati già a quella età. Inoltre, possono essere proposte attività di modellizzazione, in cui gli studenti siano chiamati a costruire una funzione a partire da dati reali, stimolando la riflessione sui parametri, sul dominio, sul comportamento del modello.

Un esempio efficace è quello dell’analisi dei consumi di un elettrodomestico in funzione del tempo di utilizzo: un esercizio che permette di passare naturalmente dalla tabella di dati al grafico, fino alla formula analitica. In questo modo, la funzione smette di essere un oggetto astratto per diventare un ponte tra matematica e realtà, tra intuizione e formalizzazione.

Le buone pratiche internazionali: Finlandia e Singapore come modelli

Nei sistemi educativi che ottengono i migliori risultati nella matematica – come Finlandia e Singapore – si lavora molto di più sulla comprensione profonda dei concetti rispetto alla semplice applicazione di regole. In Finlandia, ad esempio, la didattica della funzione è inserita in contesti interdisciplinari e orientati alla realtà: si analizzano dati climatici, economici o demografici, si fanno previsioni, si costruiscono modelli e si usano software dinamici come GeoGebra per esplorare, in tempo reale, il comportamento delle curve. L’approccio è collaborativo, laboratoriale e integrato con le altre discipline: l’educazione matematica dialoga con la geografia, la fisica, la biologia, persino con l’arte e la musica, mostrando come il concetto di funzione sia un linguaggio universale.

Singapore, invece, fa ampio uso del modello CPA (Concrete–Pictorial–Abstract): si parte da oggetti e situazioni concrete, si passa a rappresentazioni visive, e solo infine si arriva all’astrazione simbolica. Questo approccio consente di rispettare i tempi cognitivi di ogni studente, favorendo una costruzione solida e multisensoriale della conoscenza. Nei testi scolastici e nelle pratiche didattiche, l’accento è posto sulla varietà delle rappresentazioni e sulla connessione continua tra esperienza e simbolo. I docenti sono formati per porre domande strategiche, stimolare la riflessione e incoraggiare l’autonomia.

Entrambi i sistemi promuovono un apprendimento della funzione che sia al tempo stesso profondo, duraturo e trasferibile. L’automatismo grafico, ad esempio, viene sviluppato attraverso la manipolazione continua e ragionata di funzioni in ambienti dinamici, in cui ogni modifica di parametro genera una trasformazione visiva immediata. Gli studenti non imparano a memoria una regola, ma vedono e comprendono come e perché quella regola funziona. Questo tipo di esperienza li prepara non solo ad affrontare l’analisi matematica con maggiore sicurezza, ma anche a diventare cittadini consapevoli in un mondo dove i numeri sono parte integrante della vita quotidiana.

Ripensare il curricolo verticale: una proposta concreta

Occorre ripensare il Curricolo Verticale Bruneriano, non per demolirlo, ma per aggiornarlo alla luce delle esigenze dell’università e del mondo reale. Il concetto di “spirale dell’apprendimento”, teorizzato da Bruner per indicare un ritorno progressivo e sempre più approfondito sui medesimi concetti, deve essere affiancato da una “spirale della rappresentazione grafica”, che accompagni lo studente sin dai primi anni di scolarizzazione attraverso attività graduali, multisensoriali e cognitive, che favoriscano l’interiorizzazione del concetto di funzione.

Già in terza media si potrebbe rafforzare il concetto di funzione come relazione tra grandezze variabili, partendo da esperienze concrete e visualizzazioni intuitive. Ad esempio, relazioni tra velocità e tempo, o tra quantità acquistata e prezzo totale, possono essere analizzate con tabelle, grafici e piccoli modelli digitali, sviluppando la capacità di passare da una rappresentazione numerica a una grafica e poi a quella algebrica. In prima superiore si potrebbe consolidare la costruzione di grafici per funzioni lineari, quadratiche e a tratti, attraverso attività di problem solving visivo, esercizi con feedback immediato tramite software dinamici e il confronto tra modelli diversi.

In seconda superiore, e ancor di più nel triennio, si dovrebbe potenziare la didattica laboratoriale per lo studio delle funzioni algebriche e trascendenti. Attività basate su simulazioni, su applicazioni scientifiche e sull’uso di dati reali renderebbero il percorso più motivante e coerente con le richieste dell’analisi universitaria. In ogni fase, l’uso della tecnologia (GeoGebra, Desmos, fogli di calcolo, piattaforme interattive) può favorire non solo l’intuizione, ma anche la sperimentazione, la verifica autonoma delle ipotesi, e l’autoregolazione metacognitiva.

Una proposta concreta è l’adozione di rubriche valutative per le competenze grafiche, l’introduzione di task autentici come la progettazione di funzioni modellanti fenomeni reali (climatici, economici, fisici), e la creazione di portfolio digitali in cui lo studente documenta il proprio percorso di apprendimento attraverso mappe concettuali, rappresentazioni multiple, riflessioni scritte e registrazioni orali. Solo in questo modo la spirale bruneriana si trasforma in un reale dispositivo di crescita progressiva del pensiero matematico e grafico.

Didattica della funzione e metacognizione: un legame indissolubile

Comprendere una funzione significa saperla interpretare, manipolare, confrontare con altre, prevederne il comportamento e riflettere sulle implicazioni che ogni trasformazione porta con sé. Tutto questo richiede una riflessione costante sul proprio modo di apprendere, una capacità di decentrarsi e osservare i propri errori, le proprie esitazioni, le proprie strategie. La metacognizione – ossia la consapevolezza delle proprie modalità cognitive, dei punti di forza e delle difficoltà – è fondamentale in questo processo di apprendimento profondo.

Gli studenti devono essere guidati a riflettere sul come affrontano un esercizio, sul perché una rappresentazione grafica li aiuta a costruire significato, su quando è più utile una tabella, un diagramma, un algoritmo. Ma anche su quali passaggi li confondono di più, su quali domande possono porsi per proseguire, su quali strumenti preferiscono per organizzare il proprio pensiero.

Questa consapevolezza va allenata sistematicamente attraverso strategie metacognitive: domande aperte poste dal docente o dagli studenti stessi, feedback formativi e non solo sommativi, discussioni in piccoli gruppi in cui si esplicita il “ragionamento che sta dietro”, attività di peer-tutoring in cui lo studente che spiega rafforza la propria comprensione, e momenti di auto-valutazione scritta e riflessiva.

Inoltre, strumenti come i diari di apprendimento, i quaderni metacognitivi o le registrazioni orali delle fasi risolutive possono diventare preziosi per rendere visibile il pensiero matematico e abituare lo studente a controllare, valutare e regolare i propri processi cognitivi. Così, la funzione non è solo un oggetto matematico, ma diventa il campo di allenamento di una mente che impara a riflettere su di sé e a migliorarsi nel tempo.

Conclusione: preparare alla vita e all’università

La funzione, per la sua natura trasversale, modellizzante e il suo potere descrittivo, è lo snodo decisivo per il successo universitario in tutte le discipline scientifiche, tecnologiche e persino umanistiche, laddove si renda necessario analizzare e interpretare dati, relazioni, dinamiche di sistema. Non è più possibile pensare alla funzione come un semplice contenuto di programma: essa rappresenta una struttura di pensiero, un modo per organizzare la realtà e riconoscerne i pattern.

Un approccio didattico che punti sulla comprensione profonda, sull’uso strategico e consapevole dei grafici, sulla flessibilità delle rappresentazioni e sull’educazione metacognitiva è il passo necessario per superare gli attuali fallimenti del sistema. Una scuola che forma al pensiero funzionale è una scuola che prepara all’università, ma anche alla cittadinanza attiva, all’interpretazione critica dell’informazione, alla gestione consapevole delle scelte quotidiane.

L’analisi matematica non è solo un traguardo accademico, ma uno strumento per comprendere il mondo, per rappresentare il cambiamento, per cogliere relazioni non evidenti tra variabili. È uno strumento per interrogarsi sulla realtà e agire su di essa. Se vogliamo davvero preparare i nostri studenti, non possiamo limitarci a valutare ciò che ricordano o riproducono meccanicamente: dobbiamo formarli a pensare con autonomia, a costruire modelli, a interpretare e a validare. In altre parole, a vivere la matematica, farne esperienza, sentirla come una competenza viva e trasformativa, capace di accompagnarli ben oltre l’aula scolastica. 

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Un doppio ritratto prismatico: la “tabula scalata”

Tra l’invasione di immagini generate con l’IA, dipinti caserecci in vendita online e capolavori del passato onnipresenti fino alla nausea, ogni tanto succede ancora di imbattermi in rete in piccole chicche che non conoscevo e che penso meritino un po’ di diffusione.
Stavolta è capitato a un dipinto con un doppio ritratto di Maria e di Gesù realizzato su una superficie percorsa da prismi verticali in legno, attribuito alla cerchia di Guido Reni .

Guardando il dipinto dai due lati compaiono i volti separati mentre nella vista frontale appaiono fusi in un’alternanza di fascette.

Quando l’ho visto mi sono venute in mente certe figurine animate di quando ero piccola che sfruttavano lo stesso principio a livello microscopico per creare un effetto di movimento.

Un giochino da precinema su cui si era cimentato anche il mitico Jacovitti…

Ma torniamo alla pittura. Documentandomi sul doppio ritratto di Maria e Gesù ho scoperto che appartiene a una tipologia chiamata con il termine latino di tabula scalata, un genere che ha avuto un breve momento di gloria a partire dal Cinquecento – il secolo delle Wunderkammer e delle curiosità visive – per espandersi poi nel Seicento, l’epoca del Barocco e dell’illusionismo prospettico, come conseguenza degli studi sulle anamorfosi ottiche e catottriche. Il termine sarebbe stato introdotto nel 1646 dallo studioso Athanasius Kircher per indicare immagini “a forma di scala”.
Questo, per esempio, è uno dei tanti studi teorici sulla tabula scalata ad opera del matematico Jean-François Niceron riportato nel suo La perspective curieuse del 1638.

Niceron tratta questo argomento subito dopo la teoria dell’anamorfosi perché, anche in questo caso, esistono dei punti di vista precisi – previsti dall’artista – per poter vedere bene le immagini, sebbene queste non subiscano deformazioni.
L’immagine tipica è un doppio volto a tema sacro, come in questo pezzo di Matteo Rosselli (1578-1650) del 1640, conservato al Museo d’arte sacra di San Gimignano, che raffigura Cristo e Maddalena.

Un’altra opera dello stesso autore raffigura invece San Francesco e Santa Chiara.

La tabula scalata, però, non è solo un semplice esperimento ottico, ma nella sua duplice unicità allude alla complementarità delle due figure. Il significato si fa più evidente nell’esemplare del 1580 di autore ignoto conservato alle National Galleries of Scotland. Le due immagini infatti raffigurano una giovane donna (ritenuta per lungo tempo Maria Stuarda) e un teschio, le cui viste intersecate (ma che passano dal volto della ragazza al volto della morte muovendosi da sinistra verso destra) costituiscono un evidente memento mori. 

C’erano tuttavia anche dipinti meno moraleggianti, soprattutto ad opera del francese Gaspar Antoine de Bois-Clair (1654-1704) che ha usato questo genere per ritratti di coppia.Questo è quello che raffigura il re Federico IV e la regina Luisa di Meclemburgo-Güstrow, reali di Danimarca nei primi del Settecento. Lui è ritratto in armatura, con la veste di incoronazione foderata di ermellino, lei è drappeggiata in abiti cremisi in seta e pizzo. Il dipinto, creato su piccoli prismi di legno, era un prova di virtuosismo oltre che una manifestazione di devozione verso i regnanti.

Lo stesso artista è autore di diversi ritratti doppi “lenticolari” di tipo non religioso, come quello sottostante.

Oltre a questi esempi, tutti con prismature verticali, ne esiste anche qualche rara versione con prismi orizzontali, come nel disegno di Niceron. Uno dei pochi esemplari conosciuti, ad opera di Ludovico Buti  e conservato all’Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze, era posto sopra una porta, in modo da permettere la vista dal basso dell’effigie di Carlo II e, attraverso uno specchio posto sulla sommità, il volto della figlia Cristina di Lorena. Per consentire una visione più ravvicinata, oggi il dipinto è esposto in orizzontale dentro un apposito telaio.

Nell’Ottocento la tabula scalata divenne un prodotto più a buon mercato perché creata con stampe piegate a zig zag invece della pittura a olio su una superficie in legno. Questo, per esempio, è un doppio ritratto di Napoleone e di suo figlio basata su due incisioni intersecate.

Nello stesso periodo si diffuse anche una versione a “trittico”, detta trisceneorama, nella quale le due immagini laterali sono dipinte sui due lati di listelli verticali perpendicolari al fondo, sul quale viene dipinta una terza immagine. Ma qui cominciamo ad avvicinarci pericolosamente al kitsch…

Oggi il processo della tabula scalata è stato soppiantato dalla stampa lenticolare con particolari prismature che consentono effetti tridimensionali dinamici come nell’immagine qui sottto.
Tuttavia ci sono artisti che continuano a utilizzare ampie superfici a zig zag per creare dipinti a doppia immagine, come la pittrice canadese Carol Cooper.

Allo stesso tempo ho scoperto che lo street artist ROA ha usato questo sistema per un’opera creata sopra una chiusura a soffietto: una prismatura perfetta per una doppia immagine!

Quella della tabula scalata potrebbe essere un simpatico esercizio per unire fantasia e manualità. Sopra un foglio di cartoncino piegato a zig zag si possono applicare due ritratti tagliati in strisce oppure si può pensare di intersecare due fotografie o qualsiasi altra immagine.
Io ho fatto un piccolo esperimento con il doppio ritratto per eccellenza, quello dei duchi di Montefeltro di Piero della Francesca.

Usando un programma di grafica ho diviso ciascuna immagine in dieci strisce della stessa larghezza.

Poi le ho affiancate alternandole per creare una sola immagine.

Ho stampato questa “fusione” dei due dipinti e l’ho pazientemente piegata a fisarmonica.

A questo punto basta guardare da un lato e dall’altro per rivedere i due ritratti separatamente.

Certo, si tratta giusto di un giochino. Ma come tutti i giochi che sovvertono le nostre abitudini visive, è un buon punto di partenza per imparare a guardare consapevolmente e per scoprire che gran parte delle nostre “visioni” (nel senso di convinzioni) dipendono più che altro dal punto di vista che abbiamo scelto. Ma di sicuro ce n’è sempre almeno un altro!

Concorso secondaria, calendari USR con abbinamenti sedi/candidati aggiornati al 26 marzo

Concorso ordinario scuola secondaria di primo e secondo grado, il Ministero dell’Istruzione ha pubblicato il primo calendario delle prove scritte, per le varie classi di concorso. Come indicato nell’avviso pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, gli Uffici Scolastici Regionali devono comunicare l’elenco delle sedi d’esame e gli abbinamenti dei candidati chiamati a sostenere le prove.

Concorso ordinario secondaria, abbinamenti sedi d’esame/candidati: avvisi USR aggiornati a sabato 26 marzo

Gli USR stanno pubblicando gli avvisi relativi agli abbinamenti dei candidati alle sedi d’esame, considerando che le prove scritte sono scattate nei giorni scorsi e che tale comunicazione dev’essere effettuata almeno 15 giorni prima della data di svolgimento delle prove. Gli avvisi devono essere pubblicati nei rispettivi albi e siti internet.

CONSIGLIAMO: Concorso Secondaria Parte Generale (ex avvertenze generali). Teoria + Quiz commentati per tutte le prove

Qui di seguito riportiamo gli avvisi pubblicati dagli USR, aggiornati a sabato 26 marzo: è bene, comunque, sottolineare che tali avvisi sono soggetti a potenziali variazioni e modifiche. Pertanto, ciascun candidato dovrà controllare personalmente la propria sede di destinazione della prova d’esame direttamente sul sito ufficiale del proprio Ufficio Scolastico Regionale di riferimento.

Piemonte

ADSS – ADMM – A019 – AB24 – AB25 – A022 – A060 – A048 – A012 – A049 28 e 29 marzo – avviso variazione sedi – B014 – B016 – A017 – variazione sede prova 1 aprile – A011 – A013 – A040 – A021 – A037 – B003 – Prove 5-6 aprile: A030 – AA25 – A023 – A042 – A008 – B015 – Prove 7-8 aprile: A015 – AC24 – A047 – A007 – A005 – A054 – A038 – A033 – B017 – A014 – Comunicazione variazione sede 11 – 12 – 13 aprile – Comunicazione variazione sede 7-8 aprile

Liguria

ADSS – ADMM – AB24 – A019 mattino – A019 pomeriggio – AB25 mattino – AB25 pomeriggio – Pubblicazione calendari prove scritte delle diverse classi di concorso

Lombardia

ADSS – ADMM – AB24 – AB19 – AB25 – Rettifica A019 – AB24 – A022 – A060 – rettifiche – A048 – A001 – A007 – A008 – A010 – A011 – A012 – A013 – A014 – A015 – A016 – A017 – A018 – A019 – A020 – A021 – A022 – A023 – A030 – A031 – A034 – A035 – A036 – A037 – A040 – A042 – A044 – A045 – A046 – A047 – A048 – A049 – A050 – A051 – A052 – A054 – A057- dalla cdc A060 alla cdc BD02 – A012 – rettifica A019 – ADSS – A048 – A049 – B014 – rettifiche A060 – A049 – A012 – A017 – B016 – Rettifiche convocazioni A060 – A022 – A012 – A048 – A049 – convocazioni A023 – A030 – AA25 AC25 – convocazioni A011 – A013 – A040 – A021 – A037 – B003 – rettifiche A012 – A048 – B006 – B015 – A008 – A042 – A014 -A033 – A036 – A054 – B017 – A015 – AC24 – A047 – A007 – Prove dell’11 aprile B019 – A052 – A064 – A058 – rettifiche convocazioni prove scritte A033 – A030

Veneto

A019 – AB24 – AB25 – ADMM – ADSS – A022 – A060 – A012 – A048 – A049 – B014 – B016 – A017 – A011 – A040 – A021 – A037 – B003 – A030 – AA25 – A023 – AC25 – A042 – A008 – B006 – B015 – A015 – AC24 – A047 – A007 – A054 – A033 – A036 – B017 -A043 – A014 – B019 – A052 – A058 – B021 – A032 – A044 – B018 – A061 – A059 – B022 – BB02 -B024 -BC02 – B026 – B005 –Avviso candidati muniti di ordinanze cautelari: prove in svolgimento dal 5 al 13 aprile

Provincia di Trento

ADMM – AB24 – A022 – A048

Friuli Venezia Giulia

Elenchi abbinamenti sedi d’esame/candidati per tutte le classi di concorso del primo calendario

Emilia Romagna

Elenco abbinamenti candidati/sede d’esame dal 14 al 18 marzo – A022 – A060 – A048 – avviso spostamenti – A012 -A049 – B014 – B016 – A017 – calendari prove dal 4 al 13 aprile

Toscana

ADSS – ADMM – AB24 – A019 – AB25 – prove scritte 21-22 marzo A022 –  A060 – A048 25 marzo – A012 – A049 – B014 –B016 – A017 – A011 – A013 – A040 – A021 – A037 – B003 – A030 – AA25 – A023 – AC25 – Rettifica A060 – A042 – A002 – A008 – B006 – B015 – Calendario prove scritte 7 aprile: A015 – AC24 – A047 – A007 – A005 – Calendario prove scritte 8 aprile: A054 – A038 – B017 – A043 – A014

Marche

ADSS – ADMM – A019 – AB24 – AB25 – A022 – A060 – A048 – A012 – A049 – B014 – B016 – A017 – A011 turno mattutino 4 aprile – A013 turno mattutino 4 aprile – A040 turno mattutino 4 aprile – A021 turno mattutino 4 aprile – A037 turno pomeridiano 4 aprile – B003 turno pomeridiano 4 aprile – A030 turno mattutino 5 aprile – AA25 turno pomeridiano 5 aprile – AC25 turno pomeridiano 5 aprile – A002 turno mattutino 6 aprile – A008 turno mattutino 6 aprile – A042 turno mattutino 6 aprile – B006 turno mattutino 6 aprile – B015 turno pomeridiano 6 aprile – A015 turno mattutino 7 aprile – A007 turno pomeridiano 7 aprile – A047 turno pomeridiano 7 aprile – A054 turno mattutino 8 aprile – B017 turno pomeridiano 8 aprile – A052 turno mattutino 11 aprile – A058 turno pomeridiano 11 aprile – A059 turno pomeridiano 12 aprile – A061 turno pomeridiano 12 aprile – B018 turno pomeridiano 12 aprile – B022 turno mattutino 13 aprile – B024 turno mattutino 13 aprile – BB02 turno mattutino 13 aprile – BC02 turno pomeridiano 13 aprile –Sedi e date svolgimento prove riservate ai candidati ammessi con provvedimento Tribunale

Umbria

A019 – AB24 – AB24 – ADMM – ADSS – Aule TAR – A022 – A048 – A060 – Aule TAR – A012 – A017 – A049 – B014 – B016 – Aule TAR – A011 – A013 – A040 – A021 – A037 – B003 – A030 – AA25 – A023 – A042 – A008 – B006 – B015 – A015 – A004 – A047 – A007 – A054 – B017 – A014 – prove 11-13 aprile

Lazio

A019 – AB24 – AB24 – ADMM – ADSS – rettifica elenchi AB24 AB25 – A022 – A060 – A048 – Rettifiche ADMM – A060 – AB24 – AB25 – A012 – A049 – B014 – B016 – A017 – rettifica AB25 – rettifica AB24 T2 – A019 – A022 – A048 – A049 – A060 – AB24 – AB25 – ADMM – ADSS – A017 – A012 – B016 – B014 scuole impegnate – Elenco sedi aggiornato per tutte le classi di concorso – A011 – A013 – A040 – A021 – A037 – B003 – A030 – AA25 – A023 – AC25 – A030 – A042 – A002 – A008 – B006 – B015 – A015 – A004 – A003 – AC24 – A047 – A007 – A005 – A006 – A054 – A038 – A033 – A036 – B017 – A039 – A043 – A014 – B019 – AF55 – AK55 – A052 – A064 – AE24 – AN24 – A058 – B021 – A032 – A044 – A016 – B018 – AI24 – A061 – A059 – B022 – BB02 – BA02 – B024 – BC02 – B026 – B005 – B009 – rettifica elenchi sedi B019

Abruzzo

Abbinamenti aule/candidati – avviso variazione orario

Molise

Abbinamenti aule d’esame/candidati 

Campania

ADMM – ADSS – A019T1 – A019T2 – A022T1 – A022T2 – A022T3 – A060T1 – A060T2  – A060_T3 – A060_T4 – AB24__T1 – AB24_T2 – AB25_T1 – AB25T2 – Rettifica abbinamenti sede di Torre Annunziata AB24 – AB25 – A060 – A012 – A013 – A014 – A015 – A017 – A021 – A023 – A030 – A031 – A033 – A037 – A038 – A039 – A040 – A042 – A043 – A044 – A047 – A048 – A049 – A058 – A059 – A061 – AA25 – AC25 – B006 – B015 – B016 – B017 – B018 – B019 – B021 – B022 – B024 – B026 – BA02 – BB02 – BC02

Puglia

ADSS – ADMM – AB24 – A019 – AB25 – A022 – A060 – A048 prove dal 14 al 25 marzo – avviso rettifica – A012 – A049 -B014 – B016 – A017 – Spostamento sede A060 – A005 – A007 – A008 – A011 – A013 – A014 – A015 – A021 – A023 – A030 – A033 – A036 – A037 – A039 – A040 – A042 – A043 – A044 – A047 – A054 -A058 – A059 – A061 – AA25 – AC24 – AC25 – AI24 – B003 – B006 – B015 – B017 – B018 – B019 – B021 – B022 – B024 – BA02 – BB02

Basilicata

ADMM – ADSS – AB25 T1 – AB25 T2 – AB24 T1 – AB24 T2 – A019 T1 – A019 T2 – A022 T1 – A022 T2 – A022 T3 – A060_T1- A060_T2 – A060_T3 – A060_T4 – A012 – Rettifica aule tar  A048 – Rettifica aule tar A060 – A049 – B014 – B016 – B003 – A040 – A021 – A011 – AA25 – A030 – A037 – AA25 – B015 – B006 – A008 – A042 – A015 – A047 – A007 – A054 –B017 – A043 – A014 – B019 – A058 – B021 – B018 – A061 – A059 – B024 – BC02 – A052

Calabria

A019 – AB24 – AB25 – ADMM – ADSS – prove in programma nella settimana dal 21 al 25 marzo – A022 – A048 – A060 – B016 – A012 – A017 – A049 – calendari delle prove dal 4 al 13 aprile

Sardegna

ADSS – A019 T1 – AB24 T1 – AB25 T1 – AB25 T2 – ADMM –  A022 mattina – A022 pomeriggio – A022 pomeriggio –A048 mattina – A048 pomeriggio – A060 mattina – A060 pomeriggio – A060 24 marzo mattina – A060 24 marzo pomeriggio – A012 T1 – A012 T2 – A017 T1 – A017 T2 – A049 T1 – A049 T2 – B014 T1 – B014 T2 – B016 T1 – B016 T2 – variazione A060 T1 – variazione A060 T2 – variazione A060 T3 – B017 – A002 – A005 – A007 – A008 – A011 – A013 – A015 – A021 – A023 – A030 –_A037 – A040 – A042 – A043 – A047 – A054 – AA25 – AC24 – B003 – B006 -_B015 – A052– A058 – A059 – A061 – A064 – AE24 – AI24 – B018 – B019 – B021 – B022 – BA02 – BB02 – BC02 – B024 – spostamento AB25 – Spostamento parziale: A017 – A054 – A030 – B015

Sicilia

ADMM – ADSS AB24 – A019 17 marzo – AB25 – AB24 errata corrige – AB25 variazioni – A048 – A022 – A060 – variazioni sedi A019 – variazioni A019 – variazioni A060 – variazioni A060 – variazioni ADMM – B009T1 – B005T1 –BC02T1 – B024T1 – BA02T1 – BB02T1 – B022 – A059 – AI24 – B018 – A016 – A044 – B021 – A058 – B019 – A012 – A043 –A039 – B017 – A036 – A033 – A054 – A005 – A007 – A047 – A015 – B015 – B006 – A008 – A042 – AA25 – A030 – B003 –A037 – A021 – A040 – A013 – A011

Per tutte le informazioni riguardanti le prove scritte ed orali del concorso ordinario scuola secondaria di primo e secondo grado, vi rimandiamo agli altri articoli dedicati.

CONCORSO ORDINARIO SECONDARIA, COSA STUDIARE

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