Scuola: sulle Indicazioni Nazionali no a imposizioni dall’alto.

Preservare il carattere democratico della scuola ed evitare che indirizzi imposti dall’alto ne stravolgano l’identità e la missione educativa. Il mondo della scuola chiede una moratoria del testo delle Nuove Indicazioni e l’apertura di un’autentica fase di consultazione per una riscrittura partecipata e condivisa.

Questo è quanto emerso dalla giornata di studio sulle nuove Indicazioni Nazionali, svoltasi il 2 aprile presso l’Università Roma3 grazie all’impegno di CGD, Cidi, Federazione Italiana dei Cemea, FLC-Cgil, Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia, Legambiente scuola, Movimento di Cooperazione Educativa, Proteo fare sapere, Rete studenti medi e Unione degli Studenti. Vi hanno aderito inoltre il Centro Studi Clotilde e Maurizio Pontecorvo, il Circolo Gianni Bosio, ActionAid, l’istituto CRESPI e le associazioni Clio 92, Baobab, Epimeleia, il Tavolo SaltaMuri e la Rete Educare alle differenze.

L’evento ha registrato un’ampia partecipazione da parte dei rappresentanti del mondo della scuola e dell’educazione in generale: più di 1200 persone iscritte, di cui un centinaio in presenza. La sala gremita e il collegamento di decine di organismi e associazioni da tutta Italia, per oltre otto ore, testimoniano il forte interesse suscitato dall’iniziativa.

La giornata ha coinvolto non solo insegnanti e rappresentanti delle scuole, ma anche membri di collettivi, gruppi, associazioni, università e istituzioni locali, offrendo un quadro rappresentativo della comunità educativa, che le nuove Indicazioni Nazionali sembrano trascurare. Il dibattito ha messo in luce quanto il paradigma culturale che attraversa le Indicazioni nazionali del 2012 conservi ancora tutto il suo valore per affrontare le esigenze

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