Nella “scuola delle competenze”, dove pochissimi sanno ancora ascoltare, parlare, leggere e scrivere

Oggi tutti i docenti sono in difficoltà, dalla primaria all’università, perché i discenti impreparati sono troppi. Peggiori grattacapi assillano però forse i professori delle prime classi della scuola media di secondo grado (un tempo definite “primo superiore”). Fino a 40 anni fa, infatti, chi arrivava al liceo aveva almeno acquisito — o possedeva le conoscenze basilari per acquisire — le quattro abilità linguistiche di base: ascoltare, parlare, leggere, scrivere. Tutti, a 14 anni, nel “primo superiore”, sapevano inoltre far di conto, ossia svolgere operazioni semplici e calcoli, conoscendo l’aritmetica di base.

Quando la Scuola era “nozionistica”

Basati sugli studi di Lev Vygotskij, Maria Montessori e Jean Piaget, gli insegnamenti seguivano lo sviluppo cognitivo del bimbo nei suoi stadi. Nei primi otto anni di scuola il discente sviluppava, in modo organico e interdipendente, intelligenza, linguaggio, memoria e ragionamento. Le conoscenze fornivano al discente materiale su cui esercitare le funzioni cognitive principali:

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