Una felicissima Madama Butterfly al Massimo di Catania, con una orchestra grandiosa

Una esecuzione impeccabile la “Madama Butterfly” di Giacomo Puccini, dal libretto di Illica e Giacosa, al Teatro Massimo Bellini di Catania, con una Myrto Papatanasiu straordinaria, magnifica, perfetta, sublime soprano nella parte di Cio-Cio-San, la geisha giapponese che si innamora di F.B. Pinkerton, recitato da un altrettanto bravissimo tenore Carlo Ventre.
Regia appassionata, visionaria degna di quel “teatro sacro”, descritto da Peter Brook, dove nulla è apparso fuori posto, anzi, dove l’invisibile è stato reso visibile, riuscendo ad andare alla ricerca di una messa in scena in cui l’evento stesso e le sue sensazioni hanno in qualche modo sostituito il testo, bellissimo del resto.
Lino Privitera, regista forse di quella scuola in cui appare in qualche modo lo stesso Antonin Artaud, con magica intuizione e attento studio di una cultura millenaria, seppure attinta da quella cinese, ha ripreso i miti classici dell’epopea giapponese e li ha portati in scena, facendo già intuire,
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