Dirigenti scolastici, valutare per premiare

Formare, valutare e premiare.
Queste le parole d’ordine della ‘nuova’ Pubblica Amministrazione per abbandonare un approccio puramente amministrativo a favore di una gestione strategica e passare da una logica burocratica a un modello basato su merito, competenze e risultato.
A parte le retorica di tali enunciati, non si può non constatare come ormai da anni i Governi (di qualunque colore) siano stati invasi e influenzati da questa febbre inestinguibile o da questo euforico desiderio di formare (senza sosta), valutare ed, eventualmente, gratificare i suoi ‘impiegati’ (di qualsiasi livello).
Nessun settore dello Stato e nessun suo operatore è riuscito a sfuggire a questo ‘nuovo corso’ della Pubblica Amministrazione (per arrivare ‘a magnifiche e progressive sorti’) tanto meno il mondo della scuola (seppur sia un ‘pianeta’ del tutto particolare).
Qui non solo gli umili lavoratori (docenti e A.T.A.) devono continuamente aggiornarsi, formarsi e riformarsi (col rischio di burn-out o di pesante crisi
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