Scuola, rivolta contro le Indicazioni Nazionali 2025: appello a Mattarella e richiesta di riscrittura partecipata

ROMA – Il mondo della scuola si mobilita contro le Indicazioni Nazionali 2025 proposte dal Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. Un’ampia coalizione di docenti, associazioni e sindacati ha espresso una netta bocciatura del documento ministeriale, ritenendolo inadeguato e lontano dai principi costituzionali che dovrebbero guidare il sistema educativo italiano.

A farsi portavoce delle critiche è stata Elisabetta Piccolotti, parlamentare di Alleanza Verdi Sinistra e componente della Commissione Cultura della Camera, intervenuta durante una conferenza stampa a Montecitorio. “Si è formata una grande convergenza sociale e culturale contro le nuove linee guida imposte dall’alto”, ha dichiarato Piccolotti. “Abbiamo una scuola che rischia di trasformarsi in uno strumento di propaganda ideologica al servizio del Governo in carica, anziché rimanere un presidio democratico, libero e pluralista”.

Le realtà coinvolte hanno deciso di rivolgersi direttamente al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, chiedendo che si faccia garante della funzione costituzionale della scuola pubblica. L’appello evidenzia la necessità di una riscrittura partecipata delle Indicazioni Nazionali, che coinvolga in modo trasparente e democratico tutti gli attori del mondo scolastico.

Secondo la deputata rossoverde, il metodo adottato dal Ministero, che ha incluso un questionario chiuso inviato agli istituti scolastici, è stato privo di confronto reale e non ha permesso l’espressione del dissenso. “Per scrivere linee guida realmente utili serve un processo inclusivo, scientifico e oggettivo – ha aggiunto Piccolotti – non un’imposizione calata dall’alto con un’impostazione nazionalista e sovranista.”

La mobilitazione del personale scolastico è già in atto, e le associazioni promotrici invitano insegnanti, dirigenti scolastici e cittadini a difendere la scuola pubblica. “Ogni spazio democratico va occupato per respingere questa visione autoritaria dell’istruzione“, ha concluso Piccolotti.

Il dibattito resta aperto, ma il messaggio lanciato dal mondo della scuola è chiaro: no a riforme unilaterali, sì a una scuola partecipata, autonoma e inclusiva.

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