RSU nella scuola: tra rappresentanza e clientelismo. Più ombre che luci di un sistema da ripensare
Ogni tre anni, il personale scolastico è chiamato a eleggere le RSU – le Rappresentanze Sindacali Unitarie – un passaggio che dovrebbe essere l’emblema della democrazia interna e della tutela collettiva. Eppure, dietro la facciata formale, il meccanismo si sta sempre più trasformando in un terreno fertile per il clientelismo, svuotando di senso la funzione originaria delle RSU.
Molti dei candidati non si avvicinano alla rappresentanza sindacale per convinzione o per spirito di servizio, ma perché inseriti in lista al solo scopo di portare numeri alla sigla storicamente rappresentativa. Non sanno nemmeno cosa significhi essere rappresentanti sindacali, non conoscono i diritti, i doveri, né tantomeno hanno idea di come si strutturi un’attività sindacale seria. E spesso non interessa loro saperlo. Sono candidati “fantoccio”, scelti per garantire visibilità alla sigla più grande, non per rappresentare davvero i lavoratori.
La Fensir, sceglie di non scendere a compromessi. Il segretario generale, Favilla, racconta
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