La valutazione dei dirigenti scolastici

La valutazione dei dirigenti scolastici

di Stefano Stefanel

            Qualche giorno fa improvvisamente la piattaforma FUTURA, 4.0 che registra tutti i corsi che si stanno svolgendo in Italia in attuazione del PNRR.ISTRUZIONE, ha introdotto un assurdo filtro che ha fatto per qualche giorno diventare le procedure di gestione complicate, lunghe, inutilmente burocratizzate. Nelle chat dei dirigenti scolastici è partita una serie di post di protesta che sono andati avanti per un paio di giorni finché il MIM non ha fatto marcia indietro. Sempre più spesso le chat dei dirigenti e i post sui vari social stigmatizzano la burocrazia oppressiva: tutto questo rientra nella logica propria dei social che sono molto più facilmente attivabili per indignazione, piuttosto che per proposta. Cioè, se noi ci indigniamo di qualcosa abbiamo audience sui social, se proponiamo qualcosa cadiamo nel dimenticatoio. Dal punto di vista dei contenuti l’idea ministeriale di inserire un filtro nella piattaforma era peregrina e burocratica oltre che inutile e le proteste logiche. Quindi nulla da segnalare.

            Se però guardiamo la cosa da un altro punto di vista allora ci può apparire chiaro perché il MIM ha scelto di applicare solo parametri burocratici collegati ad adempimenti amministrativi per valutare i dirigenti scolastici anche al fine della retribuzione di risultato. Le valutazioni precedenti (anche quella del triennio 2016/2019) avevano forti elementi discrezionali legando il Gruppo di valutazione ad una procedura di analisi, controllo, contradditorio che – come noto – ha portato a far diventare la valutazione da obbligatoria a volontaria e da influente sulla retribuzione di risultato a ininfluente. Non so cosa avverrà questa volta, ma la strada verso l’ininfluenza mi pare tracciata con molta cura. Staremo a vedere.

            Se la valutazione del dirigente scolastica non può essere solo di carattere burocratico e amministrativa e deve andare a verificare quali sono le qualità del dirigente scolastico nell’organizzazione della scuola e nei risultati degli studenti credo ci si vada ad incartare di nuovo. Però se i dirigenti scolastici non intendono farsi valutare su organizzazione e didattica (partendo dal concetto che non scegliendo loro il personale non possono rispondere di quello che il personale fa) allora resta solo una valutazione che va a verificare se si è adempiuto agli adempimenti: sembra un gioco di parole, ma se qualcuno riesce a non adempiere agli adempimenti obbligatori credo che un problema ci sia.

            Il dato di realtà è che la passione, l’interesse, la passione che i dirigenti scolastici mettono nella gestione di burocrazia e amministrazione non corrisponde a quella messa nel rapporto con gli studenti, con gli apprendimenti, con un’organizzazione che vada al passo con i tempi e non ripeta schemi del passato. Percezione o dato di fatto? Direi proprio dato di fatto, perché la deriva giuridico-amministrativa della professione è sotto gli occhi di tutti. E allora se il dirigente scolastico deve essere valutato per legge, visto che la sua passione va all’amministrazione e alla burocrazia perché valutarlo altrove? Qualcuno o tutti diranno che la “deriva amministrativa” è colpa del Ministero e che i problemi che possono creare guai seri vengono dal versante burocratico e amministrativo. Se questo è vero vuol dire che una verifica dei soli adempimenti burocratici è l’unica in grado di permettere a tutti i dirigenti scolastici di raggiungere il massimo della valutazione.

            Alcuni dirigenti, anche sui social, sostengono che non si può valutare un dirigente che si occupa di 20 plessi o di 20 corridoi e 20 laboratori solo con le carte. Il problema è quanto ci si va in quei plessi e in quei corridoi o laboratori: se ci si va tanto si da un taglio alla propria dirigenza, se ci si va poco se ne dà un altro, qualunque sia il motivo per cui non ci si va.

            A me pare che in questo momento la criticità maggiore segnalata dai dirigenti sia quella delle segreterie, non mi pare quella degli apprendimenti degli studenti che, da qualunque parte li si misuri, non paiono soddisfacenti, crei molti allarmi. Segnalo soltanto che tutte le scuole approvano programmi annuali, conti consuntivi, fanno progetti, siglano contratti, emanano regolamenti sulla disciplina, sulla sicurezza, sulla privacy. Mentre non posso segnalare che tutte le scuole migliorino l’apprendimento realmente dei propri studenti e presidino la dispersione come bisognerebbe fare visti i protocolli internazionali che abbiamo firmato sull’argomento.

            Dal mio punto di vista era corretta la valutazione 2016/19 e poteva avere anche una ricaduta stipendiale: mi sono sempre sottoposto a quella valutazione e ho anche molto valutato facendo parte dei nuclei del Friuli-Venezia Giulia e della Provincia di Trento. Questa valutazione mi pare molto burocratica, ma credo sia più rispondente al profilo del dirigente scolastico di oggi, anche per la tendenza di molti dirigenti a dare pareri di legittimità e a cercare di sostituirsi ai giudici, anche se queste due incombenze non stanno nel loro profilo. Una domanda finale: ma il dirigente scolastico deve dirigere per adempiere o deve dirigere per far apprendere?

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