Il mondo adulto questo sconosciuto

Il mondo adulto questo sconosciuto
di Vincenzo Andraous
Ogni giorno siamo inondati di comunicazioni a dir poco preoccupanti che ci sbattono spalle al muro. Da informazioni nude e crude, non c’è tregua a fare da ponte tra un agguato, un colpo secco, una ferita profonda, una violenza gratuita, una sofferenza imposta, una assenza priva di una spiegazione consapevole. Non c’è spazio per la propria coscienza quando è perduta in maniera disperata e disperante. Adolescenti cresciuti troppo in fretta, giovani adulti che guardano ma non vedono, padri di famiglia in preda al delirio di onnipotenza del possesso che non è amore. Il tempo non veste più i panni dell’educatore, il tempo rimane una linea sonnolenta e banale su cui si ripetono le stesse logiche, le identiche pratiche, i copia incolla irresponsabili eletti a misura, esempi inamovibili di una indifferenza che alla fatica del fare preferisce sbraitare, urlare per ottenere poco più di nulla. Cè in giro tanto piedistallo virtuale, tanta filmografia dell’uso e abuso della violenza, dove il rispetto delle regole quali uniche vere salvavita, sono ampiamente soppiantate dall’assenza di un sano senso di colpa, da una vergogna che denuda ogni possibile maschera. Durante un incontro con il mondo genitoriale, un papà mi ha detto che lui non si sente tirato in ballo, che a casa sua non ci sono bulli, delinquenti, tossici, violenti. Si, ci possono essere accadimenti tragici, ma tutto questo accade nella tua casa, nella casa di fronte alla mia, dall’altra parte della strada, non certamente a casa mia. Eppure accade che una sera suona il campanello o squilla il telefono, e va già bene che ci dicono che nostro figlio è stato fermato ed è in caserma, oppure è in carcere, perché c’è di peggio, è all’ospedale o non c’è proprio più.
Mi convinco che non bisogna mai cadere nel ridicolo di fare di tutta l’erba un fascio, ma altrettanto mi viene da dire che per evitare i rischi di derive devianti o criminali, c’è urgenza di riflettere adeguatamente sulle risposte, occorre abbandonare l’idea che ogni volta che accade qualcosa sono soltanto ragazzate, oppure di contro controllare, reprimere, punire, senza perdere un solo prezioso minuto per ascoltare, comprendere, spiegare. Le strade sono piene di buche come le carenze educative, come quel padre di cui parlavo prima che concede molto e assai ai propri figli, perchè desidera che abbiano tutto quello che non ha avuto lui, lavora 14 ore al giorno, si fa un mazzo così, ma mai una sola volta si è accertato a che ora il ragazzo è rientrato nella sua stanza, in che condizioni, peggio, se magari neppure è rientrato.Questa pratica di vita per quanto debordante nel veicolare i propri sentimenti mi fa pensare a quel boscaiolo che sta segando il ramo dell’ albero su cui sta seduto.
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