Crescere tra le storie. La lettura nell’infanzia come esperienza educativa e relazionale
In un’Italia in cui i dati sulla lettura restano allarmanti, con una percentuale elevata di famiglie che non leggono libri nemmeno occasionalmente ai propri figli, è fondamentale rilanciare il valore della lettura a scuola come pratica quotidiana, non relegata a momenti eccezionali o a laboratori isolati. Leggere deve tornare ad essere un gesto ordinario, naturale, integrato nella vita scolastica come lo è il gioco nei primi anni di vita.
Esistono ormai numerose esperienze virtuose che mostrano quanto la lettura, se sostenuta con continuità e passione, può generare trasformazioni concrete. Dalle biblioteche scolastiche attive e vissute, ai circoli di lettura tra pari, alle “valigie delle storie” che i bambini portano a casa per leggere con le famiglie, fino agli incontri con autori e illustratori che rendono la letteratura qualcosa di vivo e vicino. Ogni scuola può trovare la propria forma, purché ci sia l’intenzione educativa di fondo: coltivare l’amore per i libri e il piacere di leggerli insieme.
Educare alla lettura significa educare alla libertà. Perché chi legge impara a porsi domande, a immaginare mondi alternativi, a mettere in discussione le proprie certezze. Significa anche educare alla lentezza, alla profondità, all’ascolto. Significa, infine, coltivare una dimensione interiore che troppo spesso viene trascurata, ma che è il fondamento di ogni apprendimento autentico.
La scuola, in questo senso, può e deve essere un luogo in cui si narra, si legge, si sogna. Dove la cultura non è solo nozione, ma narrazione condivisa. Dove i libri sono strumenti di crescita, ma anche compagni di viaggio. Dove ogni bambino può imparare a leggere anche per scoprire chi è, e chi può diventare.