Sondaggio femminicidio: la scuola fa la sua parte, ma non può tutto. Quanto conosciamo i ragazzi?

Alla fine ha chiesto scusa. Con una lettera.
Ha ammesso che “non ha giustificazioni né spiegazioni” per un sondaggio choc che ha fatto il giro d’Italia.
E’ importante che l’abbia scritta la lettera. Una dura lezione di vita.
Perché, a pensarci bene, la decisione di costruire a Bassano del Grappa un sondaggio nella chat di classe di questo tipo, via WA, non poteva non sconcertare: “Tema femminicidio: chi si meritava di più di essere uccisa? Giulia Tramontano, Mariella Anastasi o Giulia Cecchettin”.
L’Associazione “Women for freedom” ha avuto modo di venirne a conoscenza e a denunciare pubblicamente l’episodio: “non possiamo tacere, ha ribadito l’Associazione, perché il silenzio è il miglior alleato della violenza”. Non può cioè essere fatta passare per una ”bravata”.
L’autore, visto il clamore, prima ha subito cancellato il sondaggio, poi, appunto, ha chiesto scusa.
Tutti, nel frattempo, hanno condannato l’episodio. Dal ministro Valditara in giù.
Resta la
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