Taglio al cuneo fiscale, una delusione per il personale scolastico, lo conferma il cedolino

Il recente annuncio del Ministero dell’Economia e delle Finanze riguardo l’applicazione del taglio al cuneo fiscale nelle buste paga dei dipendenti statali ha generato non poche perplessità tra i lavoratori della scuola. Nonostante le aspettative, questa misura sembra portare benefici economici limitati, se non addirittura inesistenti, per la maggior parte dei docenti.
Secondo quanto riportato da un docente di scuola secondaria, il meccanismo legato al reddito rischia di tradursi in un aumento marginale del netto in busta paga. Inoltre, i lavoratori dovranno decidere autonomamente, tramite la piattaforma NoiPA, se accettare o meno l’applicazione del taglio, creando potenziale confusione.
Due sono i principali problemi evidenziati: in primo luogo, coloro che percepiscono uno stipendio lordo sotto i 35.000 euro potrebbero ritrovarsi con un netto inferiore rispetto al 2024. In secondo luogo, chi ha altri redditi rischia di dover restituire quanto percepito nella dichiarazione fiscale del 2026.
La misura, definita da molti un “boomerang fiscale”, sottolinea la necessità di interventi strutturali sul tema degli stipendi, adeguandoli al costo reale della vita, per garantire un reale miglioramento delle condizioni economiche dei lavoratori.
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