S. mi racconta che ha sempre sognato di diventare medico, ma durante il colloquio mi dice: “Ho rinunciato, tanto non avrei mai superato il test”. In realtà aveva una buona media, si ritiene determinata, ma la paura del fallimento le ha impedito di provarci. Ora sta facendo scienze biologiche, ma non le piace e se pensa al suo futuro non vede prospettive. Pertanto, sta pensando di mollare e di cercare un lavoro.

G. ama molto le lingue, e sogna di fare l’interprete in una qualche istituzione europea. Mi dice:“Con le lingue l’unica prospettiva è fare l’insegnante. E non posso pensare di fare l’interprete al Parlamento Europeo: non ci entrerò mai”. Forse farà economia. Nell’azienda dove lavora la madre ci sono prospettive. Ma è evidente che non è davvero quello che vuole.

“Il test è troppo difficile… non entro di sicuro”…. “Non ce la farò mai.”
“Mi piacerebbe… ma non sono abbastanza intelligente”
“Lui ci è riuscito… ma è sempre stato più bravo.”

Percorsi di orientamento per la scelta dopo il diploma. Frasi come queste sono piuttosto frequenti.

Anzi, spesso sono il punto di partenza silenzioso di molte scelte scolastiche, universitarie o professionali. Scelte che non nascono da desideri autentici o interessi reali, ma da una paura più profonda: quella di non essere all’altezza e di non riuscire.

La paura che condiziona le scelte

In ogni fase della vita, ma soprattutto nei momenti di transizione (fine delle superiori, scelta dell’università, primo impiego), la paura di non riuscire gioca un ruolo cruciale. Quando viene a mancare l’autostima, è facile che le decisioni vengano prese per evitare il rischio, più che per inseguire un’opportunità.

Chi si sente “non all’altezza” spesso:

  • esclude in partenza opzioni ambiziose;
  • sottovaluta le proprie capacità, anche se i risultati dicono il contrario;
  • sceglie percorsi considerati “più sicuri”, ma meno motivanti;
  • rinuncia prima ancora di mettersi alla prova.

Le cause possono essere diverse:

  • esperienze scolastiche segnate da giudizi negativi o confronti continui;
  • ambienti familiari molto esigenti o, al contrario, poco supportivi;
  • pressioni sociali che spingono verso un’idea rigida di successo;
  • mancanza di esperienze che facciano emergere i propri punti di forza.

Che ruolo ha l’orientamento?

Un percorso di orientamento è uno spazio in cui esplorare le paure, non nasconderle. Non si tratta di indicare la “strada giusta”, ma di aiutare le persone a distinguere tra ciò che forse non fa per loro e ciò da cui si stanno solo difendendo.

L’orientamento efficace:

  • dà valore al percorso personale, senza giudizio;
  • aiuta a riconoscere le proprie risorse, anche quando sembrano invisibili;
  • accompagna nel superamento delle convinzioni limitanti;
  • allena il coraggio, non solo la competenza.

Riconoscere la paura di non essere all’altezza significa toglierle il potere di decidere. É il primo passo per riappropriarsi della propria voce. Spesso, proprio lì dove si sente di “non essere abbastanza”, si nasconde un talento che aspetta solo di essere riconosciuto.

“Una delle più grandi scoperte che un uomo può fare, una delle sue più grandi sorprese, è scoprire che può fare ciò che aveva paura di non poter fare.” Henry Ford