Le vocali in greco antico

Il greco antico possiede un sistema vocalico ricco e articolato, che gioca un ruolo fondamentale nella fonetica e nella morfologia della lingua. Le vocali sono dodici in totale e si distinguono per durata (brevi e lunghe) e timbro.
Come già accennato nell’articolo inerente all’alfabeto greco, la distinzione tra vocali brevi e lunghe è particolarmente rilevante nella metrica poetica, nella coniugazione verbale e nella declinazione dei nomi.
Inoltre, la qualità del suono di ogni vocale era essenziale per la comprensione e la pronuncia corretta delle parole, influenzando sia il significato che il ritmo della lingua. Il greco antico, rispetto a molte lingue moderne, possedeva una fonetica più rigida, con una maggiore attenzione alla durata e all’apertura delle vocali.
Per di più, con l’articolo odierno siamo lieti di inaugurare una nuova sezione, quella che noi reputiamo sia probabilmente una delle più interessanti, in quanto si ha finalmente un confronto diretto con la lingua di origine ellenica, con un approccio molto più pratico che teorico. Con questi articoli imparerai a saper leggere il greco, sia in ambito fonetico che letterario. Il compito di noi di Blogdidattico, infatti, è quello di potenziare al massimo le tue conoscenze così da poter poi tradurre una versione di greco senza problemi e autonomamente. L’unica cosa che dovrai fare sarà, ovviamente, quella di seguire attentamente i nostri articoli e di non perdertene nemmeno uno, così da non restare indietro con le lezioni quotidiane.
La classificazione delle vocali
Le vocali (τὰ φωνήεντα, “le risonanti”), come riportato dalla definizione del libro Il Nuovo Greco di Campanini, sono suoni continui prodotti attraverso la vibrazione delle corde vocali, senza frapporre ostacoli al flusso di aria proveniente dai polmoni. Vengono classificate a seconda della quantità, dell’intensità, del timbro e dell’apertura. Vediamole insieme:
La quantità
La quantità indica la durata dell’emissione di fiato necessaria per articolare una vocale. Si distinguono in vocali brevi (˘) e lunghe (¯). Una vocale lunga si pronuncia con un tempo pari al doppio di una breve. Tra le vocali brevi ricordiamo ε (epsilon) e ο (omicron), mentre tra quelle lunghe figurano η (eta) e ω (omega). Tra queste, inoltre, compaiono altre tre che, a seconda del contesto in cui si trovano, possono assumere sia la quantità breve che quella lunga. Esse vengono dette ancìpiti e sono α (alpha), ι (iota) e υ (ypsilon).
L’intensità
In base all’intensità del suono si distinguono vocali forti o aspre, che richiedono una maggiore emissione di fiato, e le vocali deboli o dolci che necessitano di una minore emissione di fiato. Tra le prime ricordiamo α, ε, η, ο, ω, tra le seconde invece compaiono ι, υ.
Il timbro
Con il timbro facciamo riferimento al tono con cui vengono pronunciate e si classifica come:
- scuro (o grave o basso): ad esso appartengono le vocali cupe (o, υ, ω);
- chiaro (o acuto): in esso ritroviamo le vocali chiare (ε, η, ι).
La vocale α, che non è propriamente né cupa né chiara, si definisce media.
L’apertura
In base al grado di apertura si dividono in:
- vocali chiuse (ι, υ);
- vocali semichiuse (ε, ο);
- vocali semiaperte (η, ω);
- vocali aperte (α).
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