Espulsione o non ammissione di studenti universitari

Espulsione o non ammissione di studenti universitari Dalla repressione delle proteste studentesche a Harvard all’equidistanza dell’IA: riflessioni su potere, dissenso e pensiero critico. — “Le Università, sacre alla cultura, devono essere libere!” —
Nella realtà contemporanea il palcoscenico della storia è calcato da personaggi come Putin, Netanyahu, Trump, accomunati dalla smania di conquiste territoriali e noncuranti, limitatamente ai primi due, almeno per ora, delle stragi criminali di civili che le loro guerre per loro responsabilità comportano. Nei paesi del globo terrestre non toccati da siffatte tragedie domina intanto una civiltà della chiacchiera. Tutto si risolve in un’indignazione verbale priva di conseguenze per i criminali. L’ignoranza cattiva finisce per prevalere sulla buona ignoranza, giustamente esaltata quest’ultima da Gianrico Carofiglio.
Emilio Ambrisi, nell’apprezzarne su Matmedia il pensiero, ha stigmatizzato l’ignoranza cattiva, riconoscendola “radicata e ramificata” fino ad annidarsi ai livelli più alti del potere. Nel decretare l’espulsione o la non ammissione di studenti non statunitensi all’Università di Harvard, Trump ha palesato infatti la sua appartenenza agli ignoranti cattivi. Il pretesto è stato dato da proteste di studenti stranieri, che avrebbero trasformato Harvard in un “campus non sicuro”, alimentando violentemente “antisemitismo in coordinamento con il partito comunista cinese”.
Almeno in un primo momento il blocco è stato bloccato in sede giudiziaria col richiamare il primo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America:
“Congress shall make no law respecting an establishment of religion or prohibiting the free exercise thereof; or abridging the freedom of speech, or of the press; or the right of the
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