Espulsione o non ammissione di studenti universitari

Espulsione o non ammissione di studenti universitari Dalla repressione delle proteste studentesche a Harvard all’equidistanza dell’IA: riflessioni su potere, dissenso e pensiero critico.  — “Le Università, sacre alla cultura, devono essere libere!” — 

Nella realtà contemporanea il palcoscenico della storia è calcato da personaggi come Putin, Netanyahu, Trump, accomunati dalla smania di conquiste territoriali e noncuranti, limitatamente ai primi due, almeno per ora, delle stragi criminali di civili che le loro guerre per loro responsabilità comportano. Nei paesi del globo terrestre non toccati da siffatte tragedie domina intanto una civiltà della chiacchiera. Tutto si risolve in un’indignazione verbale priva di conseguenze per i criminali. L’ignoranza cattiva finisce per prevalere sulla buona ignoranza, giustamente esaltata quest’ultima da Gianrico Carofiglio.

Emilio Ambrisi, nell’apprezzarne su Matmedia il pensiero, ha stigmatizzato l’ignoranza cattiva, riconoscendola “radicata e ramificata” fino ad annidarsi ai livelli più alti del potere. Nel decretare l’espulsione o la non ammissione di studenti non statunitensi all’Università di Harvard, Trump ha palesato infatti la sua appartenenza agli ignoranti cattivi. Il pretesto è stato dato da proteste di studenti stranieri, che avrebbero trasformato Harvard in un “campus non sicuro”, alimentando violentemente “antisemitismo in coordinamento con il partito comunista cinese”.

Almeno in un primo momento il blocco è stato bloccato in sede giudiziaria col richiamare il primo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America:

“Congress shall make no law respecting an establishment of religion or prohibiting the free exercise thereof; or abridging the freedom of speech, or of the press; or the right of the

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Lo scrittore Carofiglio: “Sono stato bullizzato fino a 14 anni. Poi ho iniziato karate e si sono invertiti i ruoli”

Lo scrittore pugliese Gianrico Carofiglio, ex magistrato e politico, premio Strega, autore di “Testimone inconsapevole” e “La misura del tempo“, si è aperto ai microfoni de Il Corriere della Sera. Nel corso dell’intervista lo scrittore 62enne ha ripercorso alcuni momenti della sua vita, primo fra tutti l’adolescenza e gli anni della scuola.
“Ero timido, fragile, goffo”
“Da ragazzino ero sfigato. Timido, fragile, goffo, sono stato bullizzato fino ai quattordici anni”, ha rivelato, così come hanno fatto tantissimi altri personaggi noti. Per fortuna il karate ha praticamente salvato il giovane Carofiglio, come ha spiegato lui stesso: “Ho cominciato a praticare le arti marziali e il bullismo è cessato, si sono invertiti i ruoli”.
Lo scrittore ha anche raccontato un curioso aneddoto che ha a che fare con lo studio: “Sono stato fortunato in tanti aspetti della mia vita. Ma faccio un piccolo esempio per capire. Dovevo fare gli orali per il concorso in magistratura. C’erano tredici materie e quella per me più ostica era diritto ecclesiastico. Non sapevo niente, era arrivato il momento degli esami. Ho aperto a caso una pagina del libro di testo. E il professore mi disse che alla domanda di quell’argomento non aveva mai risposto nessuno”.

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Un altro personaggio bullizzato da giovane
Lo scorso maggio abbiamo parlato di un altro caso di bullismo di una persona famosa, anche stavolta probabilmente sconfitto grazie allo sport: “A scuola sono stata sospesa per risse. Avevo una certa aggressività repressa. Forse per la voglia di emergere. Sono stata sempre bullizzata. Anche perché ero un po’ trasandata. Mai avuto una vita sociale. No adolescenza, no feste, solo, sempre tutto per avere una vita sugli sci. È stata una scelta”, queste le parole di Sofia Goggia, famosa sciatrice alpina italiana e campionessa olimpica atleta delle Fiamme Gialle.

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