Corsi abilitanti: indicazioni tardive e insufficienti, poca chiarezza sul tirocinio e sui tempi di conclusione

La FLC CGIL da diversi mesi sta sollecitando i due ministeri coinvolti nell’avvio dei corsi abilitanti a fornire indicazioni tempestive e chiare sui vari aspetti che riguardano l’avvio e la gestione dei percorsi. I gravi ritardi con cui le università sono state autorizzate a dare inizio alla formazione ha determinato la concentrazione di attività formative e tirocinio nella fase finale dell’anno scolastico, quando più intenso è l’impegno a scuola.
In questo contesto di oggettiva difficoltà le Università coinvolte nell’erogazione dei corsi hanno messo in atto scelte difformi sulle modalità di assolvimento del tirocinio diretto: alcuni atenei telematici, come ad esempio E-campus, assimilano le ore di supplenza a scuola al tirocinio, mentre altre università distinguono attività lavorativa e tirocinio con il tutor. Questo crea chiaramente forti disparità tra chi frequenta i corsi in istituzioni universitarie e AFAM differenti.
Come FLC CGIL abbiamo scritto al Ministero del’Istruzione e al Ministero dell’Università e Ricerca, ma non abbiamo ricevuto alcun riscontro. Parimenti abbiamo chiesto interventi tesi a favorire la frequenza di attività didattiche e tirocinio da parte dei corsisti che stanno lavorando a scuola e indicazioni precise sui tempi di conclusione dei corsi.
Già è stato grave il ritardo nell’avvio delle procedure dell’anno accademico 2024/25, ma il fatto che a studenti e lavoratori che frequentano i corsi non vengano fornite indicazioni chiare è veramente inammissibile. I costi di questa formazione sono molto alti e scaricati totalmente sui corsisti, l’obiettivo per cui la riforma del reclutamento del PNRR li
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