Debate: un senso a questa storia

Debate: un senso a questa storia

di Annalisa Filipponi (*)

            Si è parlato in questi anni molto del Debate e delle sue potenzialità didattiche, formative, ma anche agonistiche. Il fiorire di tante iniziative formative e di molti tornei di Debate, anche di livello nazionale e internazionale, richiedono però di fermarci un attimo, per fare, con calma, un passo indietro, chiedendoci perché abbiamo dedicato tanto tempo (ore scolastiche, ore di formazione, ore di attività extracurricolari) al Debate. E perché abbiamo dedicato e stiamo dedicando altrettanto tempo alla valutazione del Debate, nella sua forma competitiva. Stiamo dedicando tanto interesse al Debate per la sua struttura tecnica di “gioco di squadra”, di “sport didattico”, oppure per il suo significato di SENSO? Qualora si riconosca in questa seconda direzione, quali domande si pone chi si avvicina al Debate? E quali risposte ha trovato? Chi ha lavorato sul Debate e col Debate ha riscontrato una certa utilità per il suo ruolo di insegnante e in rapporto al miglioramento dell’apprendimento dei suoi studenti e delle sue studentesse?

Le domande sopra elencate costituiscono uno sfondo integratore per capire meglio le potenzialità di una metodologia che fa dell’ordine e della democrazia della discussione il suo elemento fondativo. Davanti al chiacchiericcio confuso e alla chiacchiera generalizzata il Debate cerca di far ritornare il dialogo e l’argomentazione ad una dimensione euristica in cui l’ascolto deve sempre precedere la risposta o l’obiezione. Cerchiamo, allora, di dare un “senso a questa storia”, anche perché – certamente – questa storia “un senso ce l’ha”.

 

DEFINIAMO IL CAMPO

            Il primo elemento su cui poggiare la nostra attenzione è quello relativo alla differenza sostanziale tra pensiero statico e pensiero dinamico. Il pensiero statico è autoreferenziale, non evolve, non cresce. Spesso si fonda su un solo argomento come risposta ad un problema anche complesso. Il pensiero dinamico, invece, è in relazione anche con l’altro da sé. Si fonda sull’ascolto attivo ed è alla base dell’evoluzione dialettica della comunicazione con gli altri e con sé stessi. Il saper comunicare con sé stesso e in sé stesso è la base fondante del pensiero critico, dell’analisi e della sintesi argomentativa. Il pensiero critico si fonda su più argomenti, di cui almeno una parte è frutto di una rielaborazione e va oltre, come scrive anche Ludwig Wittgenstein nel Tractatus logico-philosophicus (1921). Il pensiero attivo rielabora ciò che la mente umana ha ascoltato e colto, ma lo fa non con la velocità dell’Intelligenza Artificiale (che è una velocità di tipo statistico), ma attraverso la profondità e l’accurattezza di una ricerca e di una conseguente argomentazione che scava con calma dentro i propri riferimenti culturali.

            Un aiuto per comprendere a fondo l’evoluzione argomentativa della comunicazione che costituisce parte integrante del Debate, può derivarci dalla dialettica hegeliana laddove ad una posizione di partenza (la Tesi) si attiva una posizione alternativa o antitetica (l’Antitesi) e solo l’inglobamento dell’Antitesi nella Tesi costituisce una Sintesi capace di far evolvere, arricchendoli, pensiero e conoscenza.

Da queste riflessioni si può comprendere come Il Debate, oltre a rappresentare un’interessante occasione di innovazione metodologica anche nella didattica curricolare, aiuti noi e i nostri allievi a crescere anche come persone e ci aiuti a difendere la nostra mente da un’evoluzione comunicativa prioritariamente situata nel web e nel digitale. L’evoluzione della comunicazione è avvenuta in modo del tutto inatteso attraverso la trasformazione di un sapere che si basava su enciclopedie riconosciute (di solito si usa il termine contenuti) ed ora è diventato un confuso aggancio con fonti così vaste e poco limitate da non poter essere governate da nessun umano. E così si è passati da una gestione critica e selettiva del sapere (quello che è contenuto nelle enciclopedie), ad una gestione confusa e personale di tutto lo scibile umano contenuto negli smartphone. Così ci siamo trasformati da comunicatori selettivi in comunicatori compulsivi e il nostro linguaggio quotidiano, anche di argomenti generici come la politica, lo sport, la cronaca, la moda, i costumi, è diventato l’elemento che ci ha trasformati in inconsapevoli operai del mercato multinazionale, tutti lavoratori non pagati al servizio di multinazionali dotate di loghi ma non di volti.  In questo momento le multinazionali stanno sfruttando il lavoro gratuito di tutti noi, ma – soprattutto – stanno sfruttando il lavoro gratuito minorile di tutti i ragazzi e i ragazzini del mondo occidentale, che, digitando sugli smartphone, forniscono dati fondamentali per orientare le scelte economiche di questi “giganti cattivi” senza volto, senza coscienza e senza controllo. E tutto questo lavoro minorile è facilmente influenzabile e modificabile nelle scelte e nel pensiero, perché oggi il web si fa trasmettere, da persone inconsapevoli, i bisogni veri o indotti e li soddisfa, con una riedizione inattesa e inconsapevole del plusvalore marxiano.

Se le multinazionali della società della conoscenza dovessero pagare tutte le informazioni che oggi ricevono gratuitamente dalle app fintamente gratuite cui noi accediamo facilmente, non avrebbero cifre a disposizione per farlo. Se dovessero creare simulazioni di mercato, queste sarebbero molto meno attendibili dei bisogni manifestati senza cura da tutti noi e che riguardano idee, pensieri, prospettive, inclinazioni, desideri, bisogni che poi il mercato del web soddisfa con pochi soldi e molta velocità.

IL VACILLARE DEI PUNTI DI RIFERIMENTO VALORIALI DEL NOSTRO ESSERE PERSONE

 

            Tutto questo avviene perché a poco a poco la nuova forma di comunicazione con cui tutti conviviamo, sta trasformando la nostra condizione umana, a cui “naturalmente” appartengono le categorie di vero/falso, giusto/sbagliato, invadendo la nostra personalità morale, creando incertezza nei pensieri, paura e a poco a poco trasformandoci da esseri pensanti a esseri superficiali più facili da manipolare. Questo lo si può riscontrare nel mirato attacco alle democrazie occidentali con un drammatico “remake” di quanto aveva scritto Hannah Arendt in Le origini dei totalitarismi (1951). Se attualizziamo la tesi della Arendt vediamo rinascere alcuni elementi che credevamo scomparsi dopo la Seconda Guerra Mondiale: la decadenza di molte classi sociali; masse di disperati che accettano qualunque occupazione pur di sopravvivere; la potenziale manipolazioni delle masse unite da bisogni ma non da idee e da interessi comuni; la divisione delle società in segmenti diseguali nei ruoli, nelle età, nell’appartenenza geografica. Tutta questa confusione identitaria ha un solo tratto comune: lo smartphone.

            Così avviene che la propaganda di un tempo, che oggi non avrebbe più presa su nessuno, si trasforma in demagogia e falsità, gettate nel web ad una velocità tale che non è neppure possibile rubricarle e analizzarle. E d’altronde l’Intelligenza Artificiale Generativa è in grado di generare Fake News a velocità inaudita e senza costi: un sogno per venditori, oligarchi, multinazionali e cartelli criminali. In questo caos il grimaldello è il cercare di far passare un pensiero semplificato e superficiale, facile da pensare, ma facile anche da abbandonare. Non c’è più una dialettica critica nelle menti, ma solo enormi volumi di pensiero superficiale che si squagliano dentro memorie labili e si scordano tutto in fretta. Le nuove interazioni comunicative stanno trasformando le persone in esseri superficiali, che si fermano ai bisogni immediati e li vogliono soddisfare a poco prezzo. Può sembrare incredibile, ma anche nei sistemi democratici e liberali ci sono i germi del totalitarismo. Totalitarismo che ancora una volta piace.

            Il Debate e le sue fasi propedeutiche (Dialogo euristico peer to peer in Comunità di ricerca, Public Speaking, Ricerca documentale etc.) tendono ad allenarci, sotto la forma del “gioco sport” ad un ascolto attivo, ad un pensiero critico attraverso un’analisi personale e di squadra dei contenuti (Affermazioni, Analisi delle Mozioni, Tesi Pro o Contro..) visti da prospettive diverse, facendoci principalmente rallentare il processo di approfondimento dei contenuti, recuperare l’uso del linguaggio e arricchire le nostre capacità di comunicazione anche attraverso la precisione nelle definizioni e nel lessico. Queste dinamiche sono fondamentali per potenziare la nostra attitudine verso un ragionamento più complesso. La dialettica sviluppata dal Debate è la dialettica della democrazia, del rispetto e il richiamo alla necessità che dietro ad ogni argomentazione ci sia un reale approfondimento per riappropriarci della nostra natura umana di esseri pensanti con capacità di decisione e di scelta.

 

CONTRO LA STATICITA’ DELLA SOCIETA’ E DELLA SCUOLA

 

            La staticità della politica si è estesa anche nella società civile. Ogni parte politica ripete un unico pensiero in antitesi con quello della parte avversa, in uno schema semplice e diventato inascoltabile: non c’è mai evoluzione, ma solo ripetizione. Il sistema politico è chiuso e si è avvolto su di sé: nessuno prende in considerazione l’antitesi alle proprie tesi, perché basate non su argomenti, ma al massimo su appartenenze o su parole scelte per attirare il consenso effimero di tutto quello che viene dichiarato, ma non è mai stato applicato. Nella politica di oggi non c’è alcuna verifica di quello che viene detto perché non c’è mai rielaborazione.

            Purtroppo, anche il sistema scolastico ha fortissime tendenze alla staticità nei contenuti (soprattutto di area umanistica), nelle tecniche argomentative (struttura delle lezioni, tempi scolastici) e nelle didattiche che, pur con molte e lodevoli eccezioni e con interessanti sollecitazioni esterne, sono basate sempre su una pratica di insegnamento trasmissivo di contenuti, con verifiche di apprendimento che sono sempre di più verifiche sui contenuti memorizzati. Lo studente sembra essere parte passiva della dinamica comunicativa all’interno di una classe dove permane la prassi dell’insegnamento/domanda/risposta/verifica della completezza della ricezione più o meno integra del contenuto trasmesso.

            Le nuove tecnologie e le strutture collegate all’Intelligenza Artificiale Generativa, così come le molteplicità degli aggiornamenti, vengono accolte, più o meno volentieri, ma subito adattate alla non messa in discussione della struttura statica-contenutistica-trasmissiva dei saperi, in particolare nella Scuola secondaria sia di primo che di secondo grado. In tutto questo il ruolo del registro elettronico ha preso posto del registro cartaceo, aiutando una trasmisgrazione di dati che è diventata ancora più rigida e collegata a prodotti incancellabili, anche se dotati di poco senso didattico. Il registro on line è potente e impositivo ed ha un’origine aziendale che tende all’efficienza e non all’efficacia. È riuscito, ad esempio, a sterilizzare la grande novità introdotta dalla legge 92/2019 sull’Educazione Civica, riducendo la trasversalità e interdisciplinarità dell’apprendimento e della valutazione in ennesima media matematica di voti parcellizzati e totalmente disciplinari.

            La classe come Comunità di ricerca e il Debate portano l’attenzione sull’apprendimento dello studente e sul suo sviluppo formativo, allenandolo alla potenzialità del pensiero critico. Al docente viene chiesto di accogliere e comprendere un meccanismo di apprendimento dialettico in cui gli studenti diventano co-protagonisti e il docente assume il ruolo di coordinatore laterale non di un’attività, ma di un contesto di apprendimento diverso.

            Una nuova storia didattica a cui dare un senso diverso per aiutare tutti noi a uscire dal vicolo cieco della comunicazione urlata senza contraddittorio e diventata anche pericolosa.

(*) Presidentessa dell’Accademia di Argomentazione e Debate del Friuli Venezia Giulia DeAFVG.APS

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La valutazione inclusiva nel Debate

LA VALUTAZIONE INCLUSIVA NEL DEBATE

di Annalisa Filipponi [1]

LA CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE COME MOTORE ORIENTATIVO

Il nuovo modello di certificazione delle competenze, emanato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito con decreto n° 14 il 30 gennaio 2024 apre ad una interessante possibilità per il Debate, che è quella di collegare i Tornei di Debate ai nuovi modelli valutativi, sempre nel rispetto dei criteri insiti nella struttura valutativa del WSD (World Schools Debating)[2].

Il modello certificativo ministeriale mette in evidenza il rapporto tra la Scuola secondaria di 1° grado e l’orientamento e, infatti, il decreto recita: “la certificazione descrive, ai fini dell’orientamento, il progressivo sviluppo dei livelli delle competenze chiave per l’apprendimento permanente, a cui l’intero processo di insegnamento-apprendimento è mirato.”[3] Questo raccordo porta la certificazione delle competenze nel primo ciclo dell’istruzione ad essere un motore orientativo che ha come quadro di riferimento non i programmi ministeriali, ma il quadro europeo delle competenze[4].

Dal punto di vista del Debate lo schema del MIM evidenzia alcune competenze che sono la base strutturale di questa pratica didattico-formativa ormai da tutti riconosciuta come innovativa ed inclusiva. Citerei questi riferimenti, traendoli dalla scheda proposta dal MIM:

COMPETENZA ALFABETICA FUNZIONALE.

Padroneggiare la lingua di scolarizzazione in modo da comprendere enunciati di una certa complessità, esprimere le proprie idee, adottare un registro linguistico appropriato alle diverse situazioni.

COMPETENZA PERSONALE, SOCIALE E CAPACITA’ DI IMPARARE AD IMPARARE.Utilizzare conoscenze e nozioni di base in modo organico per ricercare e organizzare nuove informazioni.

Accedere a nuovi apprendimenti in modo autonomo. Portare a compimento il lavoro iniziato, da solo o insieme ad altri.

COMPETENZA IN MATERIA DI CITTADINANZA.

Esprimere le proprie personali opinioni e sensibilità nel rispetto di sé e degli altri.

COMPETENZA IMPRENDITORIALE.Dimostrare spirito di iniziativa, produrre idee e progetti creativi.

Riflettere su sé stessi e misurarsi con le novità e gli imprevisti.

Questa nuova impostazione della Valutazione che richiama la certificazione delle competenze facendo riferimento al quadro europeo, permette al Debate di toccare elementi chiave della crescita dello studente e della studentessa nel passaggio dalla preadolescenza all’adolescenza, attraverso il miglioramento degli elementi che equilibrano la sua formazione in funzione orientativa.

DALLA CERTIFICAZIONE PER COMPETENZE ALLA VALUTAZIONE INCLUSIVA

La Valutazione inclusiva implica il coinvolgimento di tutte le parti interessate non solo per garantire l’utilizzo di dati qualitativi, ma anche come garanzia di un uso etico delle informazioni che tenga conto delle differenze individuali. Questo metodo valutativo mira a riflettere su diverse prospettive durante tutto il processo di Valutazione, partendo dalla progettazione e concludendosi in una rendicontazione puntuale. L’attuazione delle strategie inclusive può migliorare l’efficacia complessiva del processo di apprendimento degli studenti e delle studentesse, in un’ottica di supporto personalizzato[5]. In questa dimensione il Debate può svolgere un ruolo molto importante, perché permette di passare, attraverso meccanismi didattici consolidati, dall’esposizione di contenuti all’argomentazione sui contenuti.

LA VALUTAZIONE INCLUSIVA ANCHE NEL DEBATE

Il tema delle nuove modalità di Valutazione va ad influenzare anche le gare di Debate della Scuola secondaria di primo grado, dove è particolarmente rilevante garantire a tutte le squadre il riconoscimento e il premio per le loro capacità e per i loro contributi specifici.

In un Torneo di Debate per le Scuole secondarie di primo grado, è fondamentale che tutte le squadre possano essere premiate in base a specifici indicatori legati al modello di Debate internazionale più comune, il già citato WSD. Questo approccio permette di valorizzare le diverse competenze e qualità di ciascun partecipante, favorendo un ambiente di apprendimento inclusivo e motivante, condizione pedagogica necessaria per non chiudere il Debate per la Scuola secondaria di primo grado nel “recinto” della competizione fine a se stessa.

Riporto alcune motivazioni fondanti che, a seguito di una revisione critica e analitica delle esperienze valutative dei Tornei delle Scuole secondarie di primo grado degli anni passati, ci hanno spinto verso il desiderio (e la necessità) di sperimentare una esperienza di Valutazione inclusiva delle gare di Debate:

Inclusività e Motivazione:

Riconoscimento Diversificato. Premiare le squadre su diversi indicatori (ad esempio: ricerca documentale, precisa citazione delle fonti, linearità della struttura argomentativa di un ragionamento, attinenza alla Mozione, impegno, creatività etc.) assicura che anche le squadre meno competitive possano ricevere specifici riconoscimenti. Questo aumenta l’inclusività e riduce il rischio che gli studenti meno performanti si sentano esclusi o demotivati già nel corso di queste prime esperienze.

Motivazione e Partecipazione. Gli studenti e le studentesse possono essere più motivati/e a partecipare e dare il meglio di sé sapendo che ci sono varie categorie in cui possono eccellere. Questo può aumentare la partecipazione e l’impegno complessivo.

Sviluppo Olistico:

Valori e Competenze Trasversali. Premiare aspetti come la collaborazione, il rispetto degli avversari e l’innovazione aiuta a sviluppare competenze e valori che vanno oltre la mera vittoria. Questo è in linea con gli obiettivi educativi di promuovere lo sviluppo olistico degli studenti.

Diversificazione delle Competenze. Diversi indicatori di Valutazione, sempre attinenti ai criteri fondanti il modello valutativo del WSD, possono aiutare gli studenti e le studentesse a scoprire e sviluppare varie competenze, come il pensiero critico, la precisione nella ricerca delle fonti, la linearità di una teamline , il rispetto dei tempi e dei ruoli etc.

Equità e Giustizia:

Equità nei Confronti delle Diverse Abilità. Non tutti gli studenti hanno le stesse capacità fisiche o intellettuali. Valutare le squadre su una gamma di indicatori può rendere la competizione più equa e giusta per tutti.

Riduzione dello Stress. La pressione di vincere ad ogni competizione può essere ridotta, consentendo agli studenti e alle studentesse di godersi maggiormente l’esperienza con il conseguente rafforzamento delle competenze acquisite

Spirito competitivo

Il valore dello spirito competitivo in un Torneo viene mantenuto con il riconoscimento complessivo della squadra che si è distinta maggiormente nel Torneo. Infatti, verrà proclamata una Squadra Vincitrice, che sarà determinata non sulla base delle vittorie nei vari incontri, ma sulla base della quantificazione delle segnalazioni positive complessive ricevute durante il Torneo.

UNA NUOVA ESPERIENZA VALUTATIVA DEL DEBATE IN FRIULI VENEZIA GIULIA

In occasione della quarta Edizione 2024 del Torneo “Debate senza confini” promosso dall’Accademia di Argomentazione e Debate del Friuli Venezia Giulia – DeAFVG APS[6] – nella sezione riservata alle Scuole Secondarie di 1° grado organizzata in collaborazione con la Sezione territoriale della Società Nazionale Debate Italia SNDI, è stata sperimentata una diversa modalità di Valutazione dei singoli dibattiti, nata da una approfondita riflessione critica di chi aveva svolto il ruolo di Giudice nelle esperienze degli anni precedenti. Infatti, dichiarando vincitrice una delle due squadre ad ogni singola competizione e di conseguenza sconfitta l’altra, non solo demotivava giovanissimi Speaker a proseguire nell’esperienza assolutamente formativa del Debate, ma aveva dato ai Giudici la sensazione di non aver sostanzialmente premiato, se non con una restituzione costruttiva[7], alcuni aspetti della gara in cui era decisamente emersa la squadra sconfitta. È nata da qui la necessità di sperimentare nuovi strumenti di Valutazione della gara che gratificassero, a nostro parere, con maggiore equità il lavoro svolto da entrambe le squadre.

L’esperimento effettuato ha di fatto superato la Valutazione del confronto tra squadre ricercando non la squadra più performante in assoluto, ma quella che meglio ha interpretato specifici Indicatori del Debate definiti in modo indipendente l’uno dall’altro. La Valutazione ha così avuto una caratteristica inclusiva e non selettiva, attraverso un diverso tipo di procedura.

Di seguito riporto le schede di Valutazione utilizzate dalla Giuria, composta da allievi, allieve e docenti, nel Torneo Debate Senza Confini per le Scuole secondarie di primo grado 2024, organizzato dalla DeAFVG APS in collaborazione con la SNDI con il supporto della Regione Friuli-Venezia Giulia.

MECCANISMO DI VALUTAZIONE

Giudici: Un panel di giudici valuta ogni round del Debate e indica sulla scheda quale delle due squadre è stata la migliore in riferimento ad ognuno degli indicatori individuati sulla scheda.

Feedback: Dopo ogni singolo incontro non viene dato alcun feedback alle squadre. Al termine del Torneo ad ogni squadra viene restituito un riscontro positivo in riferimento all’indicatore per cui la squadra è premiata e dei suggerimenti migliorativi in riferimento alla prestazione complessiva.

DETERMINAZIONE DELLE SQUADRE VINCITRICI DELLE SINGOLE VOCI E DELLA SQUADRA VINCITRICE ASSOLUTA DEL TORNEO

Totale delle Segnalazioni. Alla fine del Torneo, viene conteggiato il totale delle segnalazioni ricevute da ogni squadra per ogni indicatore.

Poiché il fine è premiare tutte le squadre gratificando ciascuna per il lavoro svolto, si individuerà in quale indicatore ogni squadra ha dato il miglior risultato e potrà conseguentemente ottenere uno specifico Attestato di merito.

Proclamazione della squadra Vincitrice del Torneo. La squadra che avrà ottenuto il risultato migliore nel maggior numero degli indicatori viene proclamata Squadra Vincitrice del Torneo.

VANTAGGI DI QUESTO APPROCCIO

Inclusività Ogni squadra ha l’opportunità di essere riconosciuta per le proprie eccellenze specifiche.

Motivazione Le squadre sono motivate a migliorare in tutti gli aspetti del Debate, non solo a vincere il round.

Competitività La proclamazione di una Squadra Vincitrice mantiene alto lo spirito competitivo.

CONCLUSIONE

Il nuovo modello bilancia l’inclusività e l’incoraggiamento di tutte le squadre con il mantenimento di una sana competitività. Proclamando una Squadra Vincitrice basata sulle segnalazioni complessive, si riconosce il merito di chi ha eccelso in modo continuativo durante tutto il Torneo, incentivando al contempo le altre squadre a migliorare su specifici aspetti del Debate.

Di seguito, il Regolamento della manifestazione inviato alle scuole che hanno aderito al Torneo:

REGOLAMENTO 4° TORNEO “DEBATE SENZA CONFINI” – Sezione Scuole secondarie di 1° grado

ANNO 2024

Il Torneo premierà le squadre migliori nei vari ruoli attraverso il voto ponderato combinato tra la giuria studentesca e quella dei docenti. Le modalità di voto degli studenti verranno comunicate prima dell’avvio del Torneo.

Verranno premiate le squadre vincitrici delle seguenti sezioni:

MIGLIOR PUBLIC SPEAKING: CAPACITÀ DI COMUNICARE CON PASSIONE E STILE

MIGLIORE RICERCA DOCUMENTALE: CAPACITÀ DI REPERIRE FONTI AUTOREVOLI E INTERESSANTI

MIGLIORE TEAMLINE: CAPACITÀ DI PROPORRE ARGOMENTI LOGICI BEN ORGANIZZATI E CONVINCENTI

MAGGIORE RICCHEZZA E VARIETÀ DI ESEMPI

MIGLIORI CAPACITÀ STRATEGICHE: LAVORO DI SQUADRA E PRESENTAZIONE DEL TEAM 

MIGLIORE CAPACITÀ DI ANALISI E DI SINTESI: MIGLIORE ANALISI E DEFINIZIONE DELLA MOZIONE DI DIBATTITO

Il Torneo di Debate “Senza confini” per le Scuole secondarie di primo grado verrà assegnato alla squadra che avrà vinto più sezioni. La vittoria potrà anche essere assegnata ex-aequo.

Lo schema valutativo del Debate descritto nel box va alla ricerca proprio delle competenze evidenziate e non solo delle strategie messe in atto, e vuole valorizzare giovanissimi studenti e studentesse coinvolti/e, attraverso una premiazione che si mantiene comunque non individuale ma di squadra.

Il Torneo riservato alle Scuole secondaria di 1° grado ha coinvolto sei squadre di tre scuole (Istituto comprensivo di Pasian di Prato e Istituto comprensivo di Buja della provincia di Udine e Istituto Tiziana Weiss di Trieste). Le insegnanti coinvolte sono state Patrizia Morocutti, Tiziana De Biaggio e Estella Trevisan (IC Pasian di Prato), Caterina Grillo e Manuela Modotto (IC Buja) e Elisa Gustin e Maria Teresa Sciannamblo (IC ‘Weiss’ Trieste), mentre i tre dirigenti scolastici delle tre scuole sono Daria Parma, Stefano Stefanel e Flavia Fasan. Daria Parma ha anche partecipato alla formazione sul Debate gestita dalla DeA FVG APS nell’ambito del Piano Nazionale di Formazione, e Flavia Fasan ha ospitato uno specifico corso a Buja.  Nell’IC Weiss di Trieste, la dirigente Daria Parma ha introdotto già dallo scorso anno, a seguito di specifico corso di formazione, l’opzione riservata agli alunni e alle alunne delle classi terze che avevano seguito il percorso formativo, di sostenere il colloquio dell’esame di Stato in modalità Debate su Mozione concordata con la Commissione d’esame e raccordata ai percorsi curricolari in particolare afferenti all’Educazione civica.

Molto significativa anche la composizione delle Giurie, che hanno visto coinvolte Docenti-Giudici del secondo ciclo dell’istruzione in una logica didattica verticale e orientativa. I dibattiti della sezione del Torneo riservata alle Scuole secondarie di 1°grado sono stati giudicati da: Annalisa Filipponi, Patrizia Malausa (Liceo ‘Percoto’ di Udine), Barbara Dominici (ISIS ‘Linussio’ di Codroipo), Francesca Parisi (ITI ‘Malignani’ di Udine) e Anna Maria Rossi (Liceo ‘Marinelli’ di Udine).

Nell’ambito della preparazione al Torneo Debate Senza confini era stato curato e diretto da Annalisa Filipponi in collaborazione con Patrizia Malausa, un corso di preparazione per Giudici di Debate riservato a docenti, allievi e allieve, con una taratura comunque sempre di carattere orientativo e formativo.

Per le finalità didattiche e educative individuate dalla DeAFVG APS, le sei squadre in una giornata in presenza sono a nostro avviso la dimensione ottimale per un Torneo di Debate nelle Scuole secondarie di primo grado che permetta ai giovanissimi Debater di vivere la posizione sia PRO che CONTRO su due Mozioni preparate.

[1] Annalisa Filipponi, esperta di Debate e referente della Scuola Polo per il Debate del Friuli Venezia Giulia al suo ingresso nel sistema scolastico italiano nel 2017 è Presidentessa dell’Accademia di Argomentazione e Debate del Friuli Venezia Giulia.APS e della Sezione Friuli Venezia Giulia della Società Nazionale Debate Italia. È giudice dal 2017 ed arbitra regolarmente le competizioni di Debate.

[2] Sul Debate e sul suo inserimento nel sistema scolastico italiano si possono vedere i testi di Manuele De Conti e Matteo Giangrande (Debate. Pratica, teoria, pedagogia, Pearson 2018), di Manuele De Conti e Joseph Zompetti (L’etica del Debate, Pearson, 2020), Matteo Giangrande (Le regole del Debate, Pearson2020).

[3] Art. 1, comma 2, del Decreto n° 14 del 30 gennaio 2024.

[4] Il Quadro Europeo delle competenze è stato emanato la prima volta il 18 dicembre 2006 e poi è stato novellato 22 maggio 2018 calibrando le otto competenze chiave nell’ambito di una revisione che tiene conto dell’evoluzione della società della conoscenza. Le otto competenze chiave definite nel 2018 sono: competenza alfabetica funzionale, competenza multilinguistica, competenza matematica e competenza in scienze, tecnologia e ingegneria, competenza digitale, competenza personale, sociale e capacità di imparare ad imparare, competenza in materia di cittadinanza, competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturale.  

[5] Stefano Stefanel in Innovare il curricolo (Armando 2020) ha esplicitato alcuni elementi chiave della valutazione inclusiva, ripresa poi in articoli ed interventi, tra cui è sicuramente interessante è l’articolo dal titolo Divari territoriali, valutazioni senza voti, bocciature (www.edscuola.it del 22 novembre 2022). I lavori di Stefanel ruotano attorno al recupero del concetto originario di valutazione, che è quello di “dare valore”. Stefanel sottolinea l’importanza di progettare e implementare valutazioni che siano eque e inclusive che recuperino anche studenti svantaggiati o che provengono da contesti difficili.

[6] La DeaFVG.APS è nata nel 2019 ed organizza annualmente un Torneo denominato “Debate Senza confini” e supportato anche economicamente dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia- Il Torneo è suddiviso in varie sezioni per le Scuole superiori ( una sezione di Debate internazionale, una sezione di Debate internazionale in lingua inglese, quattro sezioni disciplinari di Filosofia, Scienze fisiche e naturali, Educazione civica, Italiano/Storia) e in una sezione per le Scuole secondarie di primo grado.

[7] La restituzione costruttiva mette sempre in evidenza i pregi emersi nella gara utilizzando il sistema valutativo del + – +, cioè innanzitutto gratificando entrambe le squadre per i lati positivi che si sono resi evidenti; incoraggiandole a superare le criticità con suggerimenti costruttivi; concludendo poi con evidenze positive di sintesi. La restituzione costruttiva è molto ben compresa e vissuta dagli studenti e dalle studentesse delle Scuole Secondarie di 2° grado, risulta invece poco significativa per gli studenti e le studentesse delle Scuole Secondarie di 1° grado poiché, proclamando comunque un vincitore del singolo Debate , la carica della restituzione positiva spesso viene mitigata e compressa dal risultato.

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