Istat 2025: in Italia si investe poco e male in istruzione e cultura. Un rischio per la democrazia?

Quando il Rapporto Istat 2025 descrive lo stato precario dell’economica relativamente al lavoro, occupazione, salari, prezzi, produttività, fa pure sapere che:
“L’incidenza della povertà assoluta diminuisce sensibilmente al crescere del livello di istruzione della persona. (…). La povertà colpisce il 13 per cento delle famiglie con bassa istruzione, ma scende al 4,6 per cento tra quelle con almeno un diploma”;
“la dispersione scolastica resta elevata (9,8 per cento) e colpisce in modo più marcato chi proviene da famiglie con basso livello di istruzione”;
“le competenze digitali sono fortemente associate sia all’età sia al livello di istruzione”;
“nel 2021, ultimo anno con informazioni disponibili per livello di istruzione, in Italia si osserva un forte gradiente per titolo di studio nella mortalità sia prevenibile sia trattabile, con tassi più alti per le persone con livello di istruzione più basso”.
In estrema sintesi, si legge su LaVoce.info, il grado di istruzione e cultura è un
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