Chi è Sandro Marenco, il “Social Prof” che ha conquistato la Gen Z

Sandro Marenco è più di un semplice insegnante; è un innovatore nel campo dell’educazione che ha saputo conquistare il cuore della Generazione Z attraverso i social media e la televisione. Con il suo approccio anticonvenzionale e la sua umanità, Marenco si è affermato come una figura di riferimento nel mondo dell’educazione digitale.

Un percorso atipico

Nato nel 1972, Sandro Marenco ha intrapreso un percorso di studi inizialmente orientato verso la medicina, ma ha presto abbandonato questa strada per dedicarsi alle lingue straniere. Questa scelta lo ha portato a scoprire la sua vera vocazione: insegnare. Oggi, Marenco è conosciuto come un autentico “prof social”, una voce ascoltata da migliaia di studenti e un volto riconoscibile nel panorama educativo italiano.

La star dei social media

Sui social, Marenco è una vera e propria star. È il creator ufficiale della ScuolaZoo Content Crew e vanta oltre 354k follower su TikTok, 136k su Instagram e una community affezionata su YouTube. La sua capacità di raccontare il mondo della scuola in modo coinvolgente e autentico gli ha permesso di entrare nel cuore di molti studenti. Ma il suo pubblico non è composto solo da ragazzi: anche i genitori lo seguono con interesse, riconoscendo in lui una figura capace di facilitare il dialogo intergenerazionale.

Un educatore multidimensionale

Oltre ad essere un influencer sui social, Marenco è anche una voce radiofonica, formatore e speaker. È un attivo sostenitore dell’orientamento scolastico e porta avanti progetti che uniscono formazione, innovazione e intrattenimento. Attualmente insegna inglese all’ITIS Volta di Alessandria, dove ha dato vita a un nuovo modo di fare scuola: coinvolgente, empatico e contemporaneo.

L’ascolto al centro dell’insegnamento

Al centro della sua esperienza educativa c’è l’ascolto. Marenco ha creato un ambiente dove gli studenti si sentono liberi di esprimersi e di essere ascoltati. Questa filosofia ha portato alla nascita del suo progetto più innovativo: è il primo “Diversity Prof” d’Italia, una figura dedicata all’inclusione e alla lotta contro le discriminazioni. Il suo ruolo è quello di ascoltare, comprendere ed educare al rispetto, affrontando tematiche cruciali per la crescita personale e sociale degli studenti.

“Dillo al Prof”: un luogo sicuro per gli studenti

Uno dei suoi progetti più significativi è il libro “Dillo al Prof”, che è nato da un hashtag e da una casella di posta elettronica aperta agli studenti. Questo spazio rappresenta un luogo sicuro dove gli studenti possono scrivere, sfogarsi e chiedere aiuto. Attraverso questo progetto, Marenco ha dimostrato che l’educazione non è solo trasmissione di conoscenze, ma anche supporto emotivo e sociale.

Sandro Marenco è un esempio di come l’educazione possa evolversi attraverso l’uso dei social media e l’innovazione pedagogica. Con il suo approccio empatico e inclusivo, ha saputo conquistare non solo la Generazione Z, ma anche i loro genitori, diventando un punto di riferimento nel panorama educativo contemporaneo. La sua missione di ascoltare e supportare gli studenti lo rende un vero e proprio “Social Prof”, capace di fare la differenza nel mondo della scuola.

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DigComp 3.0: cosa cambia per la scuola? Le novita’ essenziali rispetto alla versione precedente

Il framework DigComp è da anni il nostro punto di riferimento fondamentale per lo sviluppo e la valutazione delle competenze digitali, sia per noi che per i nostri studenti. In un mondo tecnologico in continua evoluzione, è essenziale che anche i nostri strumenti di riferimento si aggiornino. Con la pubblicazione della nuova versione, DigComp 3.0, il Centro Comune di Ricerca (JRC) della Commissione Europea, in collaborazione con la Direzione Generale per l’Occupazione, gli Affari Sociali e l’Inclusione (DG EMPL), ci fornisce un quadro rinnovato e più potente. L’obiettivo di questo articolo è illustrare in modo chiaro e sintetico le principali e più sostanziali novità rispetto alla precedente versione 2.2, per aiutarvi a integrare questi cambiamenti nella vostra didattica quotidiana.

1. Un nuovo contesto: le priorità del DigComp 3.0

L’aggiornamento del framework non è un semplice restyling, ma una risposta diretta e necessaria alle recenti evoluzioni tecnologiche e alle nuove sfide sociali. Lo sviluppo del DigComp 3.0 è stato guidato da cinque temi prioritari, che riflettono le competenze oggi indispensabili per una cittadinanza digitale consapevole e attiva:

• Competenza sull’Intelligenza Artificiale (IA)

• Competenza sulla Cybersecurity

• Diritti, scelta e responsabilità

• Benessere negli ambienti digitali

• Competenza per affrontare la misinformazione e la disinformazione

Queste priorità non sono concetti astratti, ma risposte dirette a fenomeni che già osserviamo in classe: dalla curiosità degli studenti per ChatGPT alla necessità di guidarli nel riconoscere le fake news sui social media.

Inoltre, il DigComp 3.0 integra pienamente i valori della “Dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali per il decennio digitale”, promuovendo una visione antropocentrica della trasformazione digitale, in cui la persona è sempre al centro.

2. Le principali novità strutturali: come leggere il nuovo framework

Sappiamo bene che ogni cambiamento in un framework di riferimento richiede un piccolo sforzo di adattamento. Fortunatamente, le modifiche strutturali del DigComp 3.0 sono state pensate proprio per rendere il nostro lavoro di progettazione più semplice e intuitivo. Le modifiche più significative non riguardano solo i contenuti, ma anche la struttura stessa del framework, rendendola più funzionale e pratica, specialmente per chi, come noi insegnanti, deve tradurla in percorsi di apprendimento.

2.1. Dai livelli di padronanza ai “Learning Outcomes”

Una delle innovazioni più importanti è l’introduzione dei risultati di apprendimento (“learning outcomes”). Questi sono definiti come “enunciati di ciò che un individuo conosce, comprende o è in grado di fare al termine di un processo di apprendimento”. Questo approccio trasforma il DigComp da un modello puramente descrittivo a uno strumento prescrittivo e pratico, che funge da “collante” tra il mondo della scuola e le competenze richieste dalla società e dal lavoro. Per noi docenti, i learning outcomes sono una guida diretta per sviluppare curricula, progettare attività didattiche e creare strumenti di valutazione efficaci e coerenti.

2.2. Meno livelli, più chiarezza: Da 8 a 4 livelli di padronanza

Per semplificare la lettura e l’applicazione, il DigComp 3.0 riduce il numero dei livelli di padronanza, passando dagli 8 livelli del DigComp 2.2 a 4 livelli principali, più chiari e distinti:

• Basic (Base)

• Intermediate (Intermedio)

• Advanced (Avanzato)

• Highly Advanced (Altamente avanzato)

Per garantire la continuità e la compatibilità con i sistemi di valutazione e certificazione esistenti, basati sulla precedente struttura, il nuovo framework fornisce una mappatura suggerita che correla i 4 nuovi livelli con gli 8 precedenti. Per un approfondimento, è possibile consultare la “Tabella A3” presente nell’Annex 1 del documento ufficiale DigComp 3.0.

3. Aggiornamenti nei contenuti: esempi concreti di cambiamento

Anche i descrittori di alcune competenze sono stati aggiornati per riflettere le nuove priorità e utilizzare una terminologia più attuale ed efficace. La tabella seguente mostra alcuni esempi significativi di cambiamento tra la versione 2.2 e la 3.0, spiegandone la motivazione.

Competenza in DigComp 2.2

Competenza in DigComp 3.0

Perché è cambiata?

2.5 Netiquette

2.5 Digital behaviour (Comportamento digitale)

La competenza è stata rinominata per riflettere una terminologia più aggiornata.

3.4 Programmazione

3.4 Computational thinking and programming (Pensiero computazionale e programmazione)

Il “pensiero computazionale” è stato aggiunto all’inizio del titolo in quanto è un aspetto rilevante della competenza digitale.

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4.3 Supporting wellbeing (Supportare il benessere)

“Supportare” sostituisce “Proteggere” per trasmettere una prospettiva più equilibrata e ottimista (ma non ingenua). “Benessere” è inteso come inclusivo degli aspetti fisici, mentali e sociali, rendendo il termine “Salute” ridondante.

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5.4 Identifying and addressing digital competence needs (Individuare e rispondere ai bisogni di competenza digitale)

Identificare i bisogni non è sufficiente, bisogna anche affrontarli. “Bisogni” (“needs”) è preferito a “divari” (“gaps”) per trasmettere un senso di scelta e autonomia individuale.

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Mentre il DigComp 2.2 aveva introdotto alcuni esempi relativi all’Intelligenza Artificiale, la versione 3.0 adotta un approccio molto più profondo e sistematico. L’IA non è più un argomento a sé, ma è riconosciuta come una competenza trasversale che attraversa tutte le 21 competenze del framework. Questo non significa che ogni azione sia mediata dall’IA; il framework riconosce e valorizza quegli aspetti intrinsecamente umani — come la scelta etica, le preferenze personali o il giudizio situazionale — che rimangono al centro dell’agire competente.

Per guidare noi educatori, ogni descrittore è etichettato come “AI-explicit” se la competenza riguarda direttamente l’uso o la comprensione dell’IA (es. usare un chatbot), o “AI-implicit” se l’IA agisce come un contesto influente (es. valutare i risultati di un motore di ricerca personalizzati da un algoritmo). Questa distinzione ci aiuta a identificare con precisione dove e come affrontare il tema dell’IA nella nostra didattica.

Cosa significano queste novità per la didattica?

Per noi insegnanti, il DigComp 3.0 rappresenta un’evoluzione significativa. È un framework più moderno, più pratico e decisamente più allineato alle sfide che i nostri studenti affrontano e affronteranno. L’introduzione dei “learning outcomes” ci offre una base solida per la progettazione curricolare, mentre l’attenzione a temi come l’Intelligenza Artificiale, la cybersecurity e la lotta alla disinformazione ci fornisce le coordinate per educare cittadini digitali competenti e responsabili. Adottare DigComp 3.0 significa trasformare la nostra didattica da reattiva a proattiva, fornendo agli studenti non solo competenze, ma una vera e propria bussola per navigare con consapevolezza, creatività e senso critico in un futuro digitale che è già presente.

Intelligenza Artificiale a scuola: guida pratica alla redazione di un Regolamento d’Istituto in …

Mi è capitato di collaborare con Luca Gervasutti, Dirigente Scolastico del Liceo Percoto di Udine in occasione di una formazione sull’AI, organizzata dalla Rete di scuole del Friuli Venezia Giulia.
Segnalo una sua preziosa pubblicazione, La Dashboard dell’I.A., WinScuola Editore, che può rappresentare un punto di riferimento per orientare le scuole a recepire quanto indicato dai vari documenti (Ai Act, Legge nazionale, Linee guida del MIM) e ad accompagnare l’uso consapevole di una tecnologia che richiede rigore da un lato ma flessibilità e capacità di governare tutte le dinamiche connesse.

Non si tratta di una risposta definitiva, ma di una “bussola per pensare e agire con misura”, uno strumento essenziale per chiunque si trovi a dover redigere un regolamento d’istituto sull’IA. Questa guida offre un approccio strutturato per governare il cambiamento, non per subirlo.

Oltre la Regola: costruire una visione etica e pedagogica

Un regolamento efficace non può ridursi a un elenco di divieti. Per essere realmente utile, deve poggiare su principi solidi, una visione pedagogica ed etica che orienti le scelte di tutta la comunità scolastica. Il cuore di questa visione è il “Framework delle 4D”, che il libro presenta come la base cognitiva e il sistema operativo su cui costruire qualsiasi norma.

Dalla visione all’azione: una struttura di governance chiara

Un regolamento funziona solo se inserito in una chiara struttura organizzativa, dove ruoli e processi sono ben definiti. “La dashboard dell’I.A.” fornisce un modello di governance completo per tradurre la visione in azioni concrete e monitorabili. 

Navigare la complessità: gestire i rischi e garantire la conformità legale

Per un Dirigente Scolastico, la conformità normativa al GDPR e al nuovo AI Act è una priorità assoluta. Il libro offre strumenti pratici per affrontare questa complessità, trasformando il principio di Diligenza in azioni concrete.

Il cuore operativo: un modello di Regolamento pronto da adattare

Il motivo più diretto per cui questa guida è indispensabile risiede nel suo cuore operativo: un modello completo di regolamento d’istituto, pronto per essere adattato. Il Capitolo 9, “Regolamento d’Istituto per l’utilizzo dell’I.A.”, offre una bozza strutturata in 8 articoli che disciplinano tutto ciò che serve: finalità, sistemi autorizzati, modalità di utilizzo da parte di docenti e studenti, protezione dei dati e responsabilità.

Questo modello non è una soluzione “copia e incolla”, ma una base solida e già allineata alle normative europee e nazionali, che ogni istituto può personalizzare secondo le proprie specifiche esigenze e la propria visione educativa.

Un ecosistema completo: formazione e valutazione per un’IA sostenibile

Un regolamento, da solo, non basta. Per essere efficace, deve essere supportato da una cultura diffusa, da competenze adeguate e da pratiche didattiche coerenti. Il libro completa il quadro della governance con due strumenti strategici:

• La Matrice della Formazione: Un piano strategico per sviluppare le competenze necessarie in tutto il personale scolastico (docenti, ATA, DSGA e Dirigente). Assicura che le regole non siano solo imposte, ma comprese e applicate consapevolmente.

• Il Framework di Valutazione 0-3: Una soluzione innovativa e concreta per valutare gli elaborati degli studenti realizzati con l’ausilio dell’IA. Questo framework è l’applicazione pedagogica del principio di Discernere, garantendo trasparenza, equità e responsabilità, e spostando il focus dal prodotto al processo.

 La vostra Cassetta degli Attrezzi per il futuro della scuola

“La dashboard dell’I.A.” non è un saggio teorico da archiviare in libreria, ma un vero e proprio manuale operativo. Fornisce una visione (il Framework 4D), una struttura di governance, strumenti legali e modelli pratici per affrontare con sicurezza una delle sfide più grandi per la scuola di oggi.

Per i Dirigenti e i Docenti chiamati a scrivere le regole del futuro, questa guida rappresenta la cassetta degli attrezzi indispensabile per mitigare la responsabilità legale e costruire resilienza istituzionale. È lo strumento per redigere un regolamento sull’IA che sia non solo conforme alle norme, ma anche pedagogicamente valido, eticamente fondato e strategicamente orientato al futuro della propria comunità scolastica.

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