Personale ATA: rivedere il reclutamento? Prima le immissioni in ruolo

Nel corso del suo intervento in Commissione Cultura alla Camera l’11 giugno scorso, la Sottosegretaria Paola Frassinetti è intervenuta sul tema dell’utilizzo diffuso dei contratti a termine nella scuola.
In tale contesto, ha dichiarato che, anche per quanto riguarda il personale ATA, la questione approderà alla Corte di Giustizia, sostenendo che lo Stato italiano potrà giustificare il ricorso ai contratti a termine in ragione di fondati motivi di carattere organizzativo.
Ha inoltre affermato che si sta lavorando a un aggiornamento delle modalità di reclutamento del personale ATA, sottolineando come l’attuale impianto normativo sia ormai datato, risalendo al 1994.
Proprio quest’ultima affermazione ha suscitato particolare preoccupazione tra il personale interessato.
Non troviamo nelle dichiarazioni della Sottosegretaria Frassinetti una proposta di revisione del modello di reclutamento ATA, leggiamo di una indefinita intenzione di rivederlo che, tuttavia, in assenza di contenuti, resta nel campo delle intenzioni.
Sulle intenzioni è difficile esprimere valutazioni puntuali.
Ci esprimiamo invece su quelle che sono le nostre posizioni:
Prima di parlare di revisione del reclutamento, è necessario coprire tutti i posti liberi. Anche quest’anno i posti disponibili e vacanti sono 33.000, mentre il Ministero prevede di assumere meno di 10.000 unità di personale, cioè solo un numero corrispondente al turn over: una vergogna che deve finire. Nessuna ipotesi di un nuovo sistema di reclutamento deve toccare i diritti acquisiti da chi già svolge il lavoro ATA. Un’eventuale revisione deve passare da un confronto con le Organizzazioni sindacali. Per quanto riguarda la
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