Perché ci vuole… Vision!

Scuola 4.0 e PNRR

Sabato scorso, durante gli esami orali, ho vissuto un momento che racchiude perfettamente il senso del Piano Scuola 4.0 del MIM e dei fondi PNRR. Un episodio che dimostra come la vera rivoluzione non risieda negli strumenti acquistati, ma nella trasformazione delle pratiche didattiche.

Quando la Flessibilità Diventa Inclusione

La prima candidata si è presentata con una gamba ingessata a causa di un incidente avvenuto due giorni prima. Ho preso, quindi, un #Chromebook – strumento che abbiamo utilizzato quotidianamente in classe – e l’ho collegato senza cavi alla SmartBoard Samsung.

In un attimo, l’ambiente si è trasformato: la studentessa, comodamente seduta, ha presentato il suo Trailer Video (già menzionato qui) è gli altri elaborati, senza difficoltà.

L’ambiente collaborativo costruito durante l’anno si è arricchito di strumenti come #Canva e #Soundtrap, dimostrando la sua vera natura: flessibile, inclusivo, centrato sullo studente.

Da quel momento il #Chromebook è stato protagonista di tutti i colloqui successivi. Ogni candidato ha effettuato l’accesso con il proprio account scolastico, utilizzando gli strumenti a lui più familiari per presentare il proprio elaborato e, al termine, ha rimosso l’accesso seguendo i principi di cittadinanza digitale appresi durante l’anno.

Tecnologia o Metodologia?

Ricordo un video che presentavo già dal 2010 come referente delle classi 2.0: Tecnologia o Metodologia. Il dialogo tra dirigente e professoressa mostra il paradosso: si annuncia la trasformazione tecnologica della scuola, ma lo studio delle tabelline rimane identico. Tecnologia nuova, metodologia vecchia.

Molte scuole rischiano con i fondi PNRR di aver acquistato strumenti apparentemente innovativi senza modificare i metodi didattici tradizionali.

L’importanza della Valutazione d’impatto

Ogni scuola dovrebbe valutare l’impatto reale del proprio investimento. Non parlo di report burocratici, ma di osservazione autentica dei cambiamenti nelle pratiche didattiche e nell’esperienza degli studenti.

Nel mio colloquio ho visto studenti gestire autonomamente la tecnologia, applicare principi di cittadinanza digitale spontaneamente, utilizzare strumenti per esprimere al meglio le proprie competenze. Questo è l’impatto che conta: quando la tecnologia potenzia l’apprendimento senza sostituirsi ad esso, quando la tecnologia scompare per lasciare spazio all’apprendimento, quando l’inclusione diventa naturale.

È tutta questione di Vision

Penso al post del Dirigente Alfonso D’Ambrosio, criticato con un “ma è una scuola privata!” per aver allestito ambienti innovativi. Quella critica ribadisce ancora una volta la mia concezione personale: non si tratta di risorse economiche ma di Vision.

Una scuola con una visione chiara trasforma anche spazi semplici in autentici laboratori di innovazione. Al contrario, una scuola priva di visione, anche se dispone di tutti i fondi possibili, finirà per riproporre modelli obsoleti utilizzando strumenti moderni.

Il Piano Scuola 4.0 puntava alla qualità dell’insegnamento, non sulla quantità degli acquisti. Era un invito a ripensare la didattica, mettere lo studente al centro, creare ambienti flessibili e inclusivi.

Sabato ho avuto conferma che questa vision può diventare realtà. Un #Chromebook, una #SmartBoard e soprattutto una mentalità aperta al cambiamento hanno trasformato una difficoltà in eccellenza educativa.

Questa è la vera misura del successo di una Scuola 4.0.

Continua la lettura su: https://musailab.it/perche-ci-vuole-vision/ Autore del post: Fonte: https://musailab.it/

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