Le neuroscienze dell’adolescenza: imparare a comprendere chi impara

Una scuola che reitera se stessa nel tempo, fondata su pratiche didattiche statiche e una visione della valutazione come misura assoluta del merito individuale, tende a proiettare l’intera responsabilità del successo o dell’insuccesso educativo esclusivamente sugli studenti. In questo modello, purtroppo ancora diffuso in molte scuole secondarie di secondo grado italiane, lo studente è visto come unico artefice del proprio percorso formativo, e quando non raggiunge gli obiettivi previsti, la causa viene ricercata nella sua mancanza di impegno, concentrazione o volontà. Tale paradigma ignora però l’estrema complessità del processo insegnamento-apprendimento, che non può essere ridotto alla relazione binaria docente-discente, ma deve essere letto come un sistema multifattoriale, influenzato da variabili interne ed esterne alla scuola.

Infatti, l’ambiente fisico e digitale in cui si apprende, la qualità delle relazioni tra pari, il clima emotivo della classe, le dinamiche organizzative interne all’istituzione scolastica e il contesto sociale

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