Pochi laureati STEM in Italia, il grido d’allarme: “Servono più donne e investimenti”

“Siamo quasi ultimi in Europa per laureati STEM, serve un cambio di passo”. È un vero e proprio grido d’allarme quello lanciato durante l’incontro “STEM e cultura digitale”, organizzato da Vis Factor nella sua sede romana.

Un evento che ha messo a confronto esponenti del mondo politico, accademico e imprenditoriale, moderati dal vicedirettore di Adnkronos, Giorgio Rutelli, per discutere di un tema cruciale per il futuro del Paese. I dati, elaborati dalla piattaforma Human, parlano chiaro: solo il 29% dei laureati italiani sceglie discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), un numero che ci posiziona al penultimo posto nella classifica europea, superati solo dalla Romania.

Divario di genere e abbandono scolastico: le sfide da affrontare

“Non solo siamo pochi, ma c’è anche un forte divario di genere, ha sottolineato Marta Schifone, componente della Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati. Infatti, tra i laureati STEM italiani, solo il 39% è donna. Un dato che si riflette anche nel mondo del lavoro, dove le donne STEM guadagnano in media il 20% in meno dei colleghi uomini. E non è tutto: anche il tasso di abbandono scolastico preoccupa, con picchi di negatività che emergono dalle analisi della rete. “Dobbiamo lavorare sull’informazione e sulla formazione, ha aggiunto Schifone, evidenziando come di materie STEM si parli ancora troppo poco, e spesso solo in contesti istituzionali o accademici.

Le proposte per invertire la rotta: mentorship, STEAM e collaborazioni

Ma come invertire questa tendenza? Le proposte emerse durante l’incontro sono molteplici e concrete. “Dobbiamo puntare su programmi di mentorship e role models, ha suggerito Luana Lavecchia, responsabile relazioni istituzionali di TikTok Italia & Grecia, sottolineando l’importanza di incentivare la presenza di figure femminili di successo nelle discipline STEM.

Giuliano Noci, prorettore del Politecnico di Milano, ha invece posto l’accento sull’integrazione di moduli STEM fin dalle scuole primarie, e sull’importanza di sperimentare approcci STEAM, che includano anche le discipline artistiche e umanistiche.

Infine, Guido Borsani, presidente di Fondazione Deloitte, ha evidenziato la necessità di collaborazioni tra aziende, università e istituzioni, per sviluppare percorsi formativi mirati e favorire l’inserimento dei laureati STEM nel mondo del lavoro.

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