La probabilità: un sapere non ancora integrato

Una riflessione a partire dalla prova di maturità 2025 e dall’invito di Carlo Bernardini: “Insegnate la probabilità!”
L’appello di Carlo Bernardini — «Insegnate la probabilità!» — non era una richiesta normativa ma culturale. A distanza di dieci anni, quell’invito resta attuale: la probabilità è nei programmi, ma non è nel cuore della didattica.
Ennio De Giorgi (1928-1996)
La prova di matematica della sessione ordinaria della maturità 2025 è stata, com’è noto, ricca di orpelli decorativi: citazioni apposte con disinvoltura, senza un reale controllo di autenticità e di significato, e solo per impressionare — come già era capitato lo scorso anno con il “mistero” di De Giorgi. Ne abbiamo parlato presentando il testo e ne ha parlato, con la competenza che gli è propria, Biagio Scognamiglio.
Per il resto, si è trattato di una prova piatta, monotona, poco curata. Una prova povera di idee e povera di prospettive didattiche: carenze di cui bisogna prendere atto per evitare che diventino dominanti e irreversibili.
Allora, piuttosto che piangerci addosso, conviene concentrarsi su quei pochi elementi positivi, valorizzandoli anche al di là del loro valore intrinseco. Un modo, cioè, per elevare il livello collettivo della riflessione didattica. Un contributo in tal senso lo sta già offrendo Matmedia attraverso i suoi interventi.
Un esempio: le riflessioni a partire dal quesito 7 proposte da Adriana Lanza. Un articolo in cui il quesito — e
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