Intervista a Pasqua Carbonara

“La passione per la scrittura è stata conseguente alla passione per la lettura
Intervistiamo …  la scrittrice Pasqua Carbonara

di Carlo De Nitti

È un vero piacere, per me, incontrare la scrittrice Pasqua Carbonara – pugliese di adozione, docente liceale di lettere e voce originale nell’ambito del panorama letterario femminile pugliese, reduce dalla recentissima pubblicazione del suo romanzo d’esordio Fate gli alunni, edito da La Rambla edizioni – per una chiacchierata “letteraria”.

Le scuole sono quei luoghi in cui tutte le persone hanno vissuto la loro esperienza più o meno lunga e felice, di cui ricordano i passaggi più belli …, divenendo un ‘luogo dell’anima’ che, depositato nell’interiorità, accompagna in modo carsico per tutta la vita.

Quando chi narra è persona di scuola, la narrazione pare quasi in presa diretta, di prima mano.

CARLO: Quando è nata la tua passione per la scrittura?

PASQUA: La passione per la scrittura è stata conseguente alla passione per la lettura. Eppure ho frequentato la prima elementare non da alunna modello, ma tra pianti e desideri di evasione. La costrizione dell’aula scolastica confliggeva con il mio bisogno di libertà e di gioco. La mia maestra ha avuto pazienza, ha saputo aspettare e mi ha conquistato definitivamente in terza elementare, quando riservava l’ultima mezzora della giornata alla lettura di un libro, partendo dalle favole per passare poi a romanzi come Piccole donne. Ebbene io vivevo la mia giornata scolastica nell’attesa di quello spazio di lettura. E dopo Piccole donne continuai da sola con Piccole donne crescono, I figli di Jo, Piccoli uomini.

CARLO: Chi sono stati i/le tue/tuoi Maestri?

PASQUA: Molti e validi maestri. In primo luogo i miei genitori, amanti della lettura, che hanno accompagnato la mia crescita con l’arte del racconto. Racconti di vita quotidiana, di vita familiare, di libri letti e apprezzati. Ugualmente importanti le mie due maestre di scuola elementare, instancabili educatrici che hanno riconosciuto in me una predisposizione alla scrittura. Mi piaceva leggere e mi riusciva facile fare il riassunto di quello che leggevo. Allora la mia scrittura era tonda e curata, conservo ancora alcuni quaderni di cui sono molto orgogliosa.

CARLO: Quali autori ami leggere?

PASQUA: Non mi stanco mai di leggere i classici della letteratura italiana. Ogni volta scopro qualcosa in più, mi soffermo su passaggi amati, li rileggo con il bagaglio del tempo che passa, riprovo emozioni diverse, ma ugualmente intense. Non mi stancherò mai di leggere il Secretum di Petrarca, di dialogare idealmente con Agostino e Francesco sulla fragilità dell’uomo che vorrebbe elevarsi, ma sente fortemente l’attrazione dei beni terreni. Non mi stanco di camminare verso le stelle con Dante, la sfida più importante nella mia carriera di docente, il poema della salvezza dell’uomo, il racconto della caduta e della possibilità di rialzarsi. Sono grata a Machiavelli per aver scritto Il principe, la cui utopia alimenta il nostro Risorgimento. Gli sono grata anche per aver dato, nella famosa lettera del 10 dicembre 1513 all’amico Vettori, la più efficace definizione e giustificazione della lettura: “non sento per quattro hore di tempo alcuna noia, sdimentico ogni affanno, non temo la povertà, non mi sbigottisce la morte: tutto mi transferisco in loro (opere dei classici).” Inoltre mi incuriosisce la letteratura italiana contemporanea, compro molti libri, ma mi avvalgo del diritto, come dice Italo Calvino, di lasciare la lettura, se non mi piacciono. Sono fedele lettrice di Sara Rattaro, Francesco Carofiglio, Lorenzo Marone: i loro libri non mi deludono mai.

CARLO: Insieme a scuola, mi pare che un’altra parola-chiave per leggere il tuo romanzo sia “amicizia”… 

PASQUA: Nel mio romanzo, Paola, la protagonista, può contare su amicizie importanti: l’amica del cuore, Claudia, che sa prima che le sia detto, che dà prima che le sia chiesto; Vittoria, l’amica di famiglia, l’altra mamma sua; Chiara e Pia, due ex alunne, che conservano la passione dei libri e delle “chiacchiere” tra donne. Amiche di età diverse, forme di amore puro, presenze che rendono bella la vita.

CARLO: Quanto, nel romanzo, è autobiografico?

PASQUA: Molto, moltissimo. Ho saccheggiato molto dalla mia vita professionale e personale. A Paola ho cercato di trasferire i miei pensieri, il mio modo di interpretare la vita, le mie conoscenze e competenze culturali, il mio carattere. La scrittura mi ha permesso di plasmarla nel modo migliore possibile e spero di averla resa la docente, l’amica, la figlia, che tutti vorrebbero avere.

CARLO: La passione per la scrittura l’hai coltivata anche nei tuoi alunni, vero?

PASQUA: Sì, penso che sia stata la parte più viva della mia attività didattica: partecipazione ai concorsi letterari, ore destinate alla scrittura creativa estemporanea, analisi denotativa, connotativa, contestuale del testo letterario, parafrasi anche attualizzanti. Immensa la gioia degli alunni che riuscivano a “vincere” nei concorsi letterari, ma non sono mai riuscita a consolare i perdenti, nonostante argomentazioni del tipo “la vera vittoria è aver scritto il testo”.

CARLO: Nel XXI secolo, che ruolo hanno la lettura e la letteratura nella formazione della persona?

PASQUA: Nel nostro tempo rumoroso, nella nostra società che corre, mi sento di dire con Alda Merini che la letteratura è un modo per fare silenzio. Aggiungerei che è un modo per riflettere sui valori della persona, sulle interazioni sociali, sul vivere civile, sulla sostenibilità e sull’altrove. Mi accorgo, compiaciuta, che in diverse aziende e settori economico- finanziari, la formazione umanistica sia privilegiata rispetto a quella specifica nell’assegnazione di funzioni dirigenziali.

CARLO: E’ il tuo primo romanzo, spero non sia l’ultimo …  stai già lavorando al prossimo?

PASQUA: La tentazione c’è di scrivere un altro romanzo, di continuare anche a scrivere la storia di Paola, ma in questa fase mi metto in ascolto dei giudizi dei miei lettori, sono grata a loro che, leggendo e diffondendo, fanno esistere il mio libro e…mi basta così.

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