La crisi delle prove d’esame

Declino di competenze e scelte discutibili dietro la crisi delle prove d’esame al Liceo Scientifico. Il crepuscolo degli ispettori di matematica e fisica.
Il crepuscolo degli dei, come tutti sanno, dopo una lunga agonia, giunse a compimento parecchi secoli fa.
Il crepuscolo degli ispettori tecnici di matematica e fisica ha avuto inizio 10-15 anni fa, in seguito al pensionamento della “vecchia guardia”, che con onore e diligenza aveva provveduto a preparare la prova scritta di matematica per gli esami di Stato di Liceo Scientifico.
La “nouvelle vague” ha dato avvisaglie di scadimento fin dall’inizio: preparazione matematica non così brillante come avrebbe dovuto essere, conoscenza superficiale della fisica, con conseguenti goffi e rovinosi tentativi di interdisciplinarità nella prova d’esame. E quest’anno si è toccato il fondo: i due problemi sono privi di un filo logico e spesso costringono i candidati a calcoli che fanno perdere tempo.
Ma la cosa più bella è il quesito 7, nel quale si cita un brano di Cicerone, tratto da una delle sue opere più famose (?) : il “De divinatione“. Non contenti di ciò, si riporta il testo latino originale, come se ai candidati potesse venir voglia di controllare se la traduzione scelta è veramente fedele al testo. Fra l’altro sia la traduzione che l’originale erano perfettamente inutili.
A dirla tutta, le cose migliori del compito di esame sono le 3 frasi attribuite – con disinvoltura, ha scritto e dimostrato Biagio Scognamiglio – a Cartesio, a Platone e a Hilbert, che si trovano in testa
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