La scuola che i nostri ragazzi si aspettano, un luogo di ascolto, cura e crescita reciproca

Parlare di scuola, didattica e riforme è fondamentale, ma troppo spesso si perde di vista il cuore pulsante di questa istituzione: gli studenti. Ho riflettuto molto su quanto la Professoressa Daniela Lucangeli descrive come “ingozzamento cognitivo”. Mi chiedo spesso quanti dei nostri studenti vivano la sensazione di dover “digerire un pasto abbondante quando non hanno fame”. L’immagine del cervello come un frigorifero da riempire mi porta a pensare a quanto siamo ancora legati a un “flusso unidirezionale di nozioni che i ragazzi devono inghiottire senza poterle elaborare”. Questo, purtroppo, porta spesso a un “apprendimento passivo a breve termine e non apprendimento intelligente”. La cosa più preoccupante è che “l’accumulo non è apprendimento”; se le conoscenze non vengono trasformate in competenze utili, rischiano di diventare “spazzatura che il nostro cervello butterà via”. La nostra scuola, talvolta, è ancora troppo prigioniera del modello “Io insegno, tu apprendi,

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