Ancora sul rifiuto di sostenere l’esame orale alla maturità

Bocciati o ascoltati? Dal boicottaggio agli insulti, dai presidi divisi alle voci degli studenti: cosa rivela il caso degli orali rifiutati sullo stato della scuola e del giornalismo italiano.

Stress scolastico

Preambolo

In un mio precedente intervento ho interpellato l’Intelligenza Artificiale circa il clamore suscitato dal rifiuto di alcuni candidati di sostenere la prova orale all’esame di maturità. Poiché l’I. A. è programmata per non sbilanciarsi eccessivamente di fronte a certe richieste, le sue risposte non sono risultate del tutto adeguate a far luce sulla vicenda. Inoltre, l’I. A. non sempre dispone di tutto il materiale informativo occorrente per pronunciarsi con cognizione di causa su argomenti particolarmente scottanti, soprattutto quando gli accadimenti sono ancora in fieri. Pertanto, questo articolo prescinde del tutto dal suo uso.

Una terminologia inopportuna

In campo scolastico adulti investiti del compito di esaminare o del compito di governare usano disinvoltamente termini come boicottare e bocciare, boicottaggio e bocciatura. Gli usi linguistici hanno una funzione storicamente rivelatrice delle intenzioni psicologiche di chi ad essi ricorre. Vale quindi la pena di soffermarsi un attimo sulle etimologie.

Boicottare e boicottaggio fanno capo a Boycott, cognome dell’amministratore ottocentesco di un latifondo irlandese, contestato per i suoi metodi da lavoratori e cittadini e licenziato dal governo inglese. Nell’italiano corrente, spiega Domenico Proietti sul sito dell’Accademia della Crusca, i termini sono usati anche in senso estensivo “per indicare azioni di isolamento e quindi di riprovazione sulla spinta di motivazioni etiche o morali” ovvero “iniziative di reazione, rappresaglia, ecc. in cui

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Ancora sul rifiuto di sostenere l’esame orale alla maturità

Bocciati o ascoltati? Dal boicottaggio agli insulti, dai presidi divisi alle voci degli studenti: cosa rivela il caso degli orali rifiutati sullo stato della scuola e del giornalismo italiano.
Stress scolastico
Preambolo
In un mio precedente intervento ho interpellato l’Intelligenza Artificiale circa il clamore suscitato dal rifiuto di alcuni candidati di sostenere la prova orale all’esame di maturità. Poiché l’I. A. è programmata per non sbilanciarsi eccessivamente di fronte a certe richieste, le sue risposte non sono risultate del tutto adeguate a far luce sulla vicenda. Inoltre, l’I. A. non sempre dispone di tutto il materiale informativo occorrente per pronunciarsi con cognizione di causa su argomenti particolarmente scottanti, soprattutto quando gli accadimenti sono ancora in fieri. Pertanto, questo articolo prescinde del tutto dal suo uso.
Una terminologia inopportuna
In campo scolastico adulti investiti del compito di esaminare o del compito di governare usano disinvoltamente termini come boicottare e bocciare, boicottaggio e bocciatura. Gli usi linguistici hanno una funzione storicamente rivelatrice delle intenzioni psicologiche di chi ad essi ricorre. Vale quindi la pena di soffermarsi un attimo sulle etimologie.
Boicottare e boicottaggio fanno capo a Boycott, cognome dell’amministratore ottocentesco di un latifondo irlandese, contestato per i suoi metodi da lavoratori e cittadini e licenziato dal governo inglese. Nell’italiano corrente, spiega Domenico Proietti sul sito dell’Accademia della Crusca, i termini sono usati anche in senso estensivo “per indicare azioni di isolamento e quindi di riprovazione sulla spinta di motivazioni etiche o morali” ovvero “iniziative di reazione, rappresaglia, ecc. in cui il danno che si intende arrecare ha il fine di colpire, impedire o punire azioni o comportamenti ritenuti deleteri, inopportuni, ingiusti.”
Bocciare, da cui bocciatura, ci ricorda ancora l’Accademia della Crusca, deriva dal gioco delle bocce e significa “colpire la boccia avversaria”: di qui l’uso figurato di “respingere qualcuno agli esami”: c’è qualcuno, ad esempio professore o commissione, “che boccia, cioè respinge qualcun altro o qualche cosa, come la boccia che, colpendola, ne allontana un’altra”.
In occasione di episodi verificatisi durante lo svolgimento degli esami di maturità, riportati dalla stampa giornalistica con ampia risonanza, diversi adulti hanno avuto modo di usare boicottare, bocciare e loro derivati, per stigmatizzare i comportamenti di candidati alla maturità che si sono rifiutati per protesta di sostenere la prova orale. La protesta è stata presentata non come contestazione, ma come riprovevole boicottaggio. La trasgressione dell’obbligo di sostenere la prova orale in futuro è stata definita motivo di bocciatura, cosificando i candidati, visti come bocce da colpire.
Scena muta
Un cahiers de doléances con l’attesa di un sorriso
Minore risonanza mediatica sembra avere avuto la lettera di una candidata che la prova orale l’ha sostenuta, ma si è rivolta poi alla presidente di commissione con una lettera di doglianze, per essere stata messa in difficoltà, a suo dire, con domande inopportune, mentre si sarebbe attesa, come studentessa, “solo un gesto di complicità, di approvazione, o un sorriso per sentirsi a proprio agio”.
La presidente di commissione ha replicato col dichiarare inaccettabile che “l’esaminatore diventi esaminato”, pur comprendendo lo “sfogo emotivo” di chi non pensa di dover affrontare “prove che non finiranno mai nella vita”. Coi tempi che corrono, però, l’esaminatore può diventare esaminato, magari nel campo dell’uso della lingua italiana. Se da una parte è ovviamente impossibile entrare nel merito della questione, dall’altra si può cogliere l’occasione per osservare che la candidata si sarebbe attesa almeno “un sorriso” e la presidente ha definito il disagio da lei manifestato un semplice “sfogo emotivo”.
Le pagelle degli adulti
Osserviamo ancora che il rifiuto dell’esaminatore di essere esaminato e l’ammonimento a rendersi conto delle difficoltà da affrontare nel corso della vita sono motivi ricorrenti nella visione del mondo manifestata dall’adultità. In realtà ognuno di noi è continuamente sottoposto ad esame, anche se non ne è consapevole o cerca di rimuovere questa consapevolezza o ne è consapevole ma se ne infischia di ciò che i giovani pensano di lui o di lei.
Si può vietare che gli studenti esprimano apertamente giudizi sui docenti, ma il divieto non impedisce loro di giudicarli in segreto. Queste pagelle nascoste, se potessimo conoscerle, rivelerebbero i voti a noi assegnati: forse allora ci renderemmo conto di non raggiungere la sufficienza e ci disporremmo a cercare di migliorare. Certi segnali, comunque, ci giungono pur sempre dal mistero degli animi: si tratta soltanto di prenderli sul serio.
Le cosiddette scene mute
Una risonanza maggiore hanno avuto le contestazioni di candidati che, dopo aver conseguito il punteggio utile per essere promossi grazie alla sommatoria dei punti assegnati per il curricolo e alle prove scritte, hanno espresso innanzi alle rispettive Commissioni la volontà di non sostenere la prova orale.
Non è affatto una novità: anche nella scorsa tornata di esami alcune studentesse espressero analoga protesta a causa di un voto negativo ricevuto in una prova scritta, vicenda priva dell’odierna risonanza e finita nel dimenticatoio, ma espressione di un disagio latente da qualche tempo nel mondo studentesco.
Tornando a quest’anno, sorvoliamo sul caso di uno studente che, provenendo da scuola privata, iscrittosi poi per l’ultimo anno a un istituto paritario, una volta sicuro della promozione, avendo conseguito il punteggio utile grazie agli scritti, si è rifiutato di sostenere gli orali: in considerazione del suo percorso scolastico non è il caso di esprimere su di lui un giudizio positivo. Diverso è il discorso per quanto concerne altri casi, che hanno destato un inusitato clamore.
Un giornalismo decadente e la mancanza di accertamenti in loco
In proposito, come ci ricorda Emilio Ambrisi, è importante tener presente che le circostanze sulle quali pronunciarsi sono desunte dai resoconti giornalistici, senza la possibilità di attingere a documenti e testimonianze ufficiali, mentre in altri tempi sarebbe stato possibile quanto necessario effettuare interventi ispettivi in loco, ascoltare gli attori delle vicende, compulsare verbalizzazioni, insomma esaminare gli accadimenti anche su un versante giuridico.
La scomparsa di un corpo ispettivo capace di raccordare base e vertice, in quanto normalmente operante sul territorio, è una delle carenze più gravi dell’attuale assetto dell’istruzione, orientato ad essere svincolato da ogni contesto realmente vissuto. Nonostante ciò, entro certi limiti è dato ribadire che la situazione scolastica in Italia non viene affrontata con unità di intenti. Siamo di fronte a una spaccatura fra chi intende l’educazione come pratica della libertà e chi al contrario rifiuta categoricamente che l’obbedienza non sia più una virtù.
Voler educare sculacciando
Torniamo a riflettere sulla circostanza che è stato possibile in alcuni casi conseguire il diploma senza aver sostenuto la prova orale tradizionale, perché il punteggio minimo per la promozione era stato già raggiunto grazie ai punteggi assegnati alle prove scritte. Finora i commenti negativi sui comportamenti dei candidati protestatari sono stati per lo più tanto astiosi e improntati a cattiveria quanto caratterizzati da ignoranza pedagogica, mediocrità intellettuale e vanagloria (dispiace particolarmente che siano provenuti in gran parte anche dal mondo femminile).
A dispetto di una pedagogia autentica di nobile ascendenza storica e avvalorata da studiosi di spicco internazionale, ci troviamo di fronte a un encomio della sottomissione.  In un paese che si trova in allarmante ritardo rispetto alle più aggiornate conquiste pedagogiche si ritiene che la repressione del dissenso abbia un valore formativo, come se si potesse educare autenticamente a forza di sculacciate.
La mancanza di dialogo
Dopo che il Ministro dell’Istruzione e del Merito ha annunciato che sarà reso obbligatorio sostenere la prova orale, lo studente e la studentessa che sono balzati per primi agli onori della cronaca, essendosi rifiutati di rispondere alle domande d’esame per protesta, hanno espresso rammarico per la ribadita mancanza di dialogo su un argomento fondamentale, concernente il clima competitivo e la mancata empatia all’interno della scuola. Giunge notizia che uno studente si è rivolto al Ministro dell’Istruzione e del Merito protestando contro “un sistema scolastico alienante e cieco” con la richiesta di ottenere che il punteggio gli sia decurtato fino al minimo di sessanta centesimi.
L’accusa alla scuola è grave e va presa sul serio: l’alienazione è un attentato all’identità e la cecità è la mancata attenzione ai segnali provenienti dal mondo interiore dei giovani in formazione, allorché dichiarano di avvertire nell’atmosfera scolastica qualcosa di disumanizzante.
Partono i commenti degli adulti
Il 12 luglio 2025 il quotidiano La Stampa dedica una pagina alla “disfida della maturità” con gli interventi di Viola Ardone (Occhiello: Se non ci parlano sono assenti, se sono critici li puniamo – Titolo: La scuola è competitiva. Dai ragazzi gesto legittimo. Un errore censurarli) e Nicoletta Verna (Occhiello: Devono accettare il nostro essere fallibili, l’istruzione una conquista sacra – Titolo: Non presentarsi all’esame è un segno di spregio. Sbagliato svilire la scuola). Viola Ardone fra l’altro auspica che gli studenti, piuttosto che protestare individualmente, si dispongano a “creare un movimento più ampio”. Nicoletta Verna nel suo articolo, che appare privo di ogni logica, sostiene improbabilmente che i protestatari contro la competizione si siano espressi “attraverso il più competitivo dei gesti, ovvero la scelta imperativa” e scrive assurdamente a proposito del voto:
“La via per dichiarare che un voto non dice nulla di noi è, semplicemente, accettarlo.”
Dopo aver citato a sproposito la psicoterapeuta Susie Orbach su “quello che chiamiamo maturità”, ovvero reagire umanamente alle circostanze avverse, l’autrice imputa ai candidati “il disprezzo come valore ostentato” nei confronti della scuola” e un “sentimento molto aristocratico” quale sarebbe “l’indignazione”. Si noti inoltre che l’autrice ha esternato tutto ciò che ha esternato credendo che i candidati non si fossero presentati innanzi alla Commissione. Altri hanno parlato di “scena muta” che sarebbe stata fatta dai candidati, i quali invece alla Commissione hanno parlato, dicendo per l’appunto che non intendevano rispondere a domande sul programma.
Di nuovo sulla crisi della stampa quotidiana
Purtroppo, bisogna ammettere che nel nostro paese il giornalismo italiano è in crisi. Da un giornale all’altro si scoprono non pochi articoli colmi di supponenza e tracotanza, scritti talvolta in un italiano tanto precario o criptico da rendere ardui i tentativi di comprensione della scrittura.
Non mancano articolisti che si scoprono cattedratici e trinciano giudizi con una disinvoltura raccapricciante. Siamo di fronte a un modo di fare informazione che giunge a falsare la realtà. Ad esempio, a proposito dei rinunciatari alla prova orale si è fatto spesso ricorso all’espressione “fare scena muta”: ebbene, a quanto è dato sapere, la rinuncia non è stata silenziosa, perché i motivi del loro rifiuto di rispondere a domande sui programmi i candidati in sede di colloquio con le commissioni d’esame li hanno spiegati.
Le offese ai candidati
È stata rivolta da più parti ai candidati protestatari un’accusa di opportunismo e vigliaccheria, perché il loro rifiuto della prova orale è stato manifestato dopo che si erano assicurati nelle prove scritte un punteggio utile per la promozione: sarebbero stati non dei furbi, ma degli eroi, si è scritto, se la loro protesta fosse stata messa in atto senza alcuna sicurezza di poter conseguire il diploma.
Insomma, avrebbero dovuto esporsi al rischio di essere respinti. Secondo il professor Vincenzo Schettini, i candidati avrebbero dovuto rifiutare il voto per protesta soltanto dopo avere dimostrato una brillante preparazione. Di fronte a commenti come questo vengono in mente quei telecronisti delle partite di calcio che dicono cosa avrebbe dovuto fare questo o quel calciatore invece di quello che ha fatto.
Si avverte qua e là un livore che si traduce anche in un sarcasmo fuor di luogo. Il culmine di questo atteggiamento lo si nota in un articolo pubblicato il 12 luglio sul quotidiano denominato, ironia della sorte, LaVerità. Occhiello: “La protesta farsa”. Titolo: “Troppo comodo fare i rivoluzionari – se la “ribellione” è a rischio zero”. Sommario: “Alcuni giornali difendono il giovane che ha rifiutato di sostenere l’esame orale in dissenso col sistema dei voti – Ma quella del ragazzo è stata una sceneggiata: la promozione era certa. Così è facile atteggiarsi a Masaniello”.
Nel rivolgersi al giovane, l’articolista Paolo Del Debbio si permette anche quella che lui chiama una sua “caduta di stile” e che in quella allocuzione e in quella sede potrebbe essere considerata diseducato turpiloquio:
“Guardi, c’è un punto in cui lei sorvola in modo elegante e forse un po’ perbenista, e cioè che a scuola spesso il raglio provenga dal professore piuttosto che dallo studente. Su questo non c’è dubbio e io non so se lei ha avuto dei professori somari, ma anche se li avesse avuti – mi permetta la caduta di stile – comunque lei non sarebbe stato autorizzato a fare il cazzo che vuole.”
S’intende che dalle colonne del quotidiano è facile offendere il giovane interessato (maggiorenne, altro che ragazzo, come è definito nel sommario), al quale di fronte a tale mortificazione non è consentito replicare con pari risonanza.
Elogio della meritocrazia
Si legge altrove che quel giovane, nel momento in cui denuncia la competizione scolastica, mostra di essere affetto lui da egocentrismo competitivo e tendenza a disprezzare e svilire la scuola. Gli studenti, si pontifica, dovrebbero accettare senza fiatare i voti e riconoscere di essere fallibili (come se si fossero proclamati infallibili). Ogni indignazione dovrebbero metterla da parte, perché inutile. Si giunge a ricordare i rivoluzionari francesi del 1789, protesi a ripristinare il merito contro ogni privilegio … Certo, lo fecero con la ghigliottina. Victor Hugo, noto come cantore della rivoluzione, esortò allora la civiltà a riflettere:
“La civiltà rifletta: essa risponde del carnefice. Ah, voi odiate il crimine sino a uccidere il criminale? Ebbene, io odio l’assassinio sino a impedirvi di diventare assassini. Tutti contro uno, la potenza sociale condensata nella ghigliottina, la forza collettiva impiegata per un’agonia.  Che cosa vi è di più odioso? Un uomo ucciso da un uomo spaventa il pensiero, un uomo ucciso dagli uomini lo avvilisce.”
In nome di una malintesa meritocrazia vogliamo ghigliottinare spiritualmente gli studenti? A ciò si opporrebbero gli ideali di libertà, uguaglianza e fraternità contenuti nella Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino di quel 1789.
Chiamare cretini gli allievi
Tuttora la mentalità di certi individui anagraficamente adulti si palesa affetta dalla tendenza a giustificare le proprie mancanze. È il caso di un professore che chiama “cretino” uno studente, dopo di che, essendogli stata comminata la sanzione disciplinare della censura per “violazione dei doveri inerenti alla funzione docente”, ricorre attraverso il primo e il secondo grado di giudizio, finché la Cassazione non sentenzia che la censura inflittagli è congrua e proporzionata rispetto all’addebito.
Le posizioni dei Presidi
Anche fra i dirigenti scolastici alcuni accusano i candidati protestatari di mancanza di coraggio, per avere atteso di conoscere il punteggio degli scritti prima di protestare; quindi, sarebbero stati coraggiosi se avessero corso il rischio di andare incontro a una bocciatura. Mario Rusconi, presidente di Anp – Roma, accusa i candidati di esibizionismo: il loro sarebbe stato “un gesto folcloristico a livello mediatico”.
Dispiace dover osservare che proprio a livello mediatico i gesti sono stati presentati in modo folcloristico e il presidente ha confuso questa presentazione falsata con la realtà dei fatti.  Si riscontra peraltro una spaccatura nel mondo adulto anche fra dirigenti scolastici, alcuni dei quali vedono nella presa di posizione degli studenti un “dissenso civile” e una “scelta profonda e ragionata”. Quindi sono presenti anche a livello dirigenziale scolastico prese di posizione a favore dei candidati in questione.
Altre difese degli studenti
Altre prese di posizione a loro favore non mancano. Su la Repubblica dell’11 luglio lo scrittore Eraldo Affinati esorta a non ignorare le ragioni dei ragazzi, il loro malessere, e ad adoperarsi per stabilire con loro “un patto emotivo” sulla base di una “fiducia reciproca”. Su la Repubblica del 17 luglio 2025 compare l’articolo “Ma la scuola non può essere solo un luogo di competizione” dovuto a Dario Spagnuolo, il quale, dopo avere osservato fra l’altro che il concetto di “maturità” cozza “con l’infantilismo di tanti esponenti politici” e il voto ha perso ogni rilevanza proprio in sede concorrenziale a causa di “punteggi attribuiti in base ad un mercimonio di titoli e attestati”,   conclude così il suo intervento sul “ring” sul quale la meritocrazia vuole vedere sfidarsi e affrontarsi gli studenti:
“Con maggiore coerenza degli adulti, i più giovani hanno scelto di contestare un sistema di voti che ha perso ogni valenza formativa e metacognitiva. Prima di condannare, con la consueta supponenza di un paese vecchio e gerontocratico, è bene fermarsi a riflettere: una vera riforma della scuola passa dall’ascolto degli studenti, non dalle elucubrazioni di esperti e ideologi.”
A proposito della sprezzante saccenteria di tanti adulti, pronti a pontificare contro ogni dichiarazione adolescenziale di disagio, il professor Enrico Galiano con un giudizio che ben si attaglierebbe alla stucchevole ironia del sopra ricordato Paolo Del Debbio  ha dichiarato:
“Se alla tua età appena un giovane apre bocca tu lo zittisci, lo giudichi o lo ridicolizzi, non sei venuto su bene per niente.”
Anche il professor Andrea Maggi sottolinea la necessità di dare ascolto agli studenti:
“Comunque la si pensi, questi episodi mettono in evidenza due cose importanti: il disagio reale degli studenti nei confronti di un sistema con cui non si sentono in sintonia e l’ipocrisia del sistema scolastico.”
Aver bisogno dello psichiatra
Sconcertante in quanto sconclusionato l’intervento di Paolo Crepet, psichiatra:
“Impariamo ad accettare la valutazione e quando perdiamo andiamo avanti. Così si impara: nella vita bisogna saper fare le cose, qualunque lavoro si faccia. Se si vuole protestare bisogna trovare qualcuno che ascolti.”
Manca stranamente da parte dello psichiatra un’analisi del significato profondo dell’esame finale. Non ha pensato che si protesti proprio per essere ascoltati?
Il significato dell’esame
Alle tante contraddizioni e lacune rimedia su la Repubblica del 18 giugno Massimo Recalcati, psicoanalista lacaniano:
“L’esame di maturità e il suo corteo di ricordi continua ad apparire per molti nei sogni, spesso nella forma dell’incubo […] Si tratta di prendere la parola in prima persona di fronte  a un Altro che esprimerà su di noi un giudizio definitivo immodificabile […] Lacan lo ha teorizzato con rigore: ogni qualvolta il soggetto è chiamato a rispondere con la propria parola a un appello simbolico dell’Altro […] c’è sempre il rischio di cadere, di frantumarsi come avviene nel caso delle scompensazioni psicotiche.”
Tutto ciò riguarda la vita di ciascuno di noi:
“Non esiste alcuna commissione in grado di giudicare la nostra maturità […] è l’inesistenza di questa commissione, non la sua esistenza, che ci angoscia profondamente e che ci spinge ogni volta a farla esistere nuovamente nei nostri incubi.”
Gli esseri umani cercano un tribunale (inesistente) che possa “emettere un verdetto definitivo sul senso della loro esistenza”.
La “maglia rotta nella rete”
Stranamente nessuno ha osservato che l’Ordinanza ministeriale sull’esame conclusivo dei corsi di studio secondario superiore era stata scritta male (lo attesta il Ministro stesso che l’aveva firmata, quando riconosce che deve farla correggere per impedire ogni “boicottaggio” dell’esame, pena la “bocciatura”). Non vi si specificava il requisito necessario per assicurare la validità dell’esame: aver sostenuto sia le prove scritte che la prova orale! Di qui l’escamotage, se così lo si può definire scherzosamente, al quale hanno fatto ricorso i candidati protestatari, che hanno approfittato della “maglia rotta nella rete”, per dirla con Eugenio Montale:

“Cerca una maglia rotta nella reteche ci stringe, tu balza fuori, fuggi!”

I candidati, poiché avevano già conseguito un punteggio utile, si sono permessi di non rispondere a domande sui programmi di studio, cogliendo però allo stesso tempo l’occasione per manifestare il personale disagio dovuto a un’esperienza scolastica frustrante per il clima da loro avvertito come competitivo e non collaborativo con la conseguente svalutazione delle loro personalità. Il difetto del testo ministeriale è stato quindi proficuo, perché ha reso possibile una manifestazione di disagio studentesco dovuto alla meritocrazia.
Come riscrivere l’Ordinanza
Una volta eliminato il difetto, non si dovrebbe però impedire ogni protesta. Nella necessaria riscrittura del testo dell’Ordinanza, una volta ben evidenziata l’obbligatorietà della prova orale, sarebbe bene aggiungere che gli esaminatori, senza limitarsi ad accertare le conoscenze disciplinari, debbano consentire ai candidati di esprimersi liberamente sulle loro esperienze nel campo del servizio scolastico, di cui sono stati fruitori, fornendo un contributo critico da tener presente ai fini del suo miglioramento.
Il pernicioso retaggio della cosiddetta “buona scuola”
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, intervistato da Gianna Fregonara per il Corriere della Sera del 13 luglio, dichiara che “ci sono modalità democratiche per cambiare le regole che non ci piacciono”. Attendiamo di sapere se e come si possano cambiare le regole dell’obbligatorietà di sostenere le prove Invalsi e di aver praticato l’alternanza scuola-lavoro per essere ammessi all’esame di maturità – un esame che vedrebbe sicuramente respinti tanti adulti.
Conclusione
Altra stranezza: almeno a quanto mi risulta sulla base degli articoli che sono riuscito a compulsare, il battage giornalistico si è concentrato soltanto su un numero di casi di studenti protestatari tanto esiguo da apparire irrisorio, senza alcun interrogativo sulla situazione di tutti gli altri studenti che non hanno effettuato alcuna recriminazione.
Il discorso mediatico non ha contrapposto al rifiuto di pochi il silenzio della maggioranza. Questo silenzio avrebbe potuto essere usato per controbattere la protesta. Se ciò non è accaduto, possiamo ipotizzare che nel mondo adulto serpeggi il timore di scoprire la presenza di un disagio diffuso, anche se non manifestato su larga scala, nella scuola italiana. L’ipotesi, se valida, confermerebbe che la scuola italiana non è conosciuta affatto dai tanti commentatori. Nella nostra realtà scolastica non mancano esempi di un proficuo lavoro educativo condotto in sintonia da docenti e studenti.
Qual è dunque la tendenza, quella denunciata dai pochi studenti oppure quella degli studenti che sembrano non avere avuto alcun motivo di denuncia? Per rispondere, occorre partire dalla considerazione che i sistemi scolastici non sono statici. Gli elementi positivi, caratterizzati oggi da stabilità, possono essere insidiati da politiche scolastiche tali da introdurre motivi di disorientamento, di squilibrio, di oltraggio a quanto di buono la scuola di per sé stessa produce.
In effetti, a una situazione positiva, nella quale si rispetta il vissuto esistenziale degli allievi che vanno costruendo le loro personali identità, si vanno contrapponendo regole tali da generare alienazione, a dispetto della filosofia dell’educazione, egregiamente rappresentata oggi, fra gli altri, da Gert J. J. Biesta, autore di Riscoprire l’insegnamento, Raffaello Cortina Editore, 2022 (The Rediscovery of Teaching 1st Edition, Taylor & Francis, 2017).
Un organismo sano viene insidiato ormai da un morbo destinato ad evolversi cronicamente. La sua insidia dura da decenni, come documenta Stefano D’Errico in La scuola distrutta. Trent’anno di svalutazione sistematica dell’educazione pubblica e del paese, Mimesis, 2019. Quindi la protesta di quei pochi studenti sarebbe la punta di un iceberg. Le fiamme di una miccia starebbero lentamente bruciando verso un’esplosione, che potrebbe essere quella di una rivolta collettiva contro una supina accettazione di regole imposte authoritarianly, non authoritatively, da chi esalta una meritocrazia mercantilistica.
La deprecabile alternativa sarebbe l’assuefazione che sfocia nella sottomissione, processo che appare purtroppo già in atto. Povero Edgar Morin! Si è dato tanto da fare per dare risalto alla necessità di teste ben fatte, di saperi necessari per l’educazione del futuro, di un metodo che contempli l’organizzazione delle conoscenze disciplinari senza dipartimenti stagni, e la sua è restata finora una vox clamantis in deserto, come anche quella di Zygmunt Bauman. E la filosofia dell’educazione, che pone in primo piano i vissuti personali e i rapporti interpersonali, l’ascolto, il dialogo, resta ignota a chi prende oggi decisioni sul futuro della scuola.

Concorso Dirigenti Scolastici

a cura di Dario Cillo

Pubblicato il Decreto Ministeriale 8 giugno 2023, AOOGABMI. 107, adottato ai sensi dell’art. 5, commi da 11-quinquies a 11-novies del decreto- legge 29 dicembre 2022, n. 198 convertito con modificazioni con la Legge 24 febbraio 2023, n. 14, che definisce la modalità di partecipazione al corso intensivo di formazione e della relativa prova finale. Alla prova di ammissione al corso intensivo di formazione sono ammessi i partecipanti al concorso di cui al DDG 23 novembre 2017, n. 1259, che abbiano sostenuto almeno la prova scritta della predetta procedura concorsuale e, alla data del 28 febbraio 2023, versino in una delle seguenti condizioni:a) abbiano proposto ricorso entro i termini di legge e abbiano pendente un contenzioso giurisdizionale per mancato superamento della prova scritta;b) abbiano superato la prova scritta e la prova orale cui siano stati ammessi in forza di un provvedimento giurisdizionale cautelare, anche se successivamente caducato;c) abbiano proposto ricorso entro i termini di legge e abbiano pendente un contenzioso giurisdizionale per mancato superamento della prova orale.

Decreto Ministeriale 8 giugno 2023, AOOGABMI. 107Modalità di partecipazione al corso intensivo di formazione ed alla relativa prova finale destinata ai partecipanti al concorso di cui al DDG 23 novembre 2017, n. 1259, che abbiano sostenuto almeno la prova scritta della predetta procedura concorsuale (art. 5, commi da 11-quinquies a 11-novies del decreto- legge 29 dicembre 2022, n. 198 convertito con modificazioni con la legge 24 febbraio 2023, n. 14)

Con la Sentenza 12 gennaio 2021, n. 395, il Consiglio di Stato ha accolto l’appello del Ministero relativo al concorso per dirigenti scolastici bandito nel 2017 e ne ha confermato, dunque, la piena regolarità.Sono oltre 3.000 i vincitori della procedura, di cui oltre 2.500 già assunti fra il 2019 e il 2020.

Il 7 agosto 2020 il Consiglio dei Ministri autorizza il Ministero dell’istruzione ad assumere, a tempo indeterminato, per l’anno scolastico 2020-2021, n. 529 dirigenti scolastici.

Pubblicata con Avviso 30 agosto 2019 l’assegnazione ai ruoli regionali di 61 vincitori a seguito dello scorrimento della graduatoria del concorso per Dirigenti Scolastici.

Avviso 30 agosto 2019Concorso dirigenti scolastici. Ulteriore assegnazione dei vincitori alle regioni a seguito di rinunce all’assunzione

Con Avviso 28 agosto 2019, AOODGPER 38777, il MIUR ivita i candidati collocati dal posto 1985 al posto 2045 della graduatoria approvata con Decreto Dipartimentale 1 agosto 2019, AOODPIT 1205, ad indicare l’ordine di preferenza tra le 17 regioni esclusivamente tramite POLIS a partire dalle ore 15:00 del 28 agosto 2019 e fino alle ore 23:59 del 29 agosto 2019.

Avviso 28 agosto 2019, AOODGPER 38777Concorso nazionale, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le Istituzioni scolastiche statali (D.D.G. n. 1259, del 23/11/2017). Ulteriori assegnazioni ai ruoli regionali a seguito di rinunce all’assunzione in servizio

L’8 agosto viene pubblicata dal MIUR l’assegnazione ai ruoli regionali dei vincitori del concorso per Dirigenti Scolastici indetto con il D.D.G. 1259 del 23 novembre 2017.I vincitori sono stati assegnati alle Regioni sulla base dell’ordine di graduatoria e delle preferenze espresse, nel limite dei posti vacanti e disponibili in ciascun Ufficio Scolastico Regionale per l’anno scolastico 2019/2020.Dei 1.984 vincitori assegnati, 1.147 sono stati destinati alla prima Regione scelta, 262 alla seconda e 146 alla terza.

Nota 8 agosto 2019, AOODGPER 36621Assegnazione ai ruoli regionali dei vincitori del concorso per dirigenti scolastici indetto con D.D.G. 1259 del 23/11/2019

Il 7 agosto il MIUR, ravvisata la necessità di apportare rettifiche ai punteggi relativi agli errori materiali rilevati nella graduatoria allegata al Decreto Dipartimentale 1 agosto 2019, AOODPIT 1205, pubblica la graduatoria definitiva del concorso per dirigenti scolastici.

Decreto Dipartimentale 7 agosto 2019, AOODPIT 1229Graduatoria del concorso per il reclutamento di dirigenti scolastici. Rettifica

Il Consiglio dei Ministri, nel corso della seduta del 6 agosto 2019, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione Giulia Bongiorno e del Ministro dell’economia e delle finanze Giovanni Tria, ha approvato un decreto del Presidente della Repubblica che prevedono l’autorizzazione al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca ad assumere a tempo indeterminato, per l’anno scolastico 2019/2020, sui posti effettivamente vacanti e disponibili, 2.117 dirigente scolastici.

Pubblicata l’1 agosto la graduatoria del concorso per dirigenti scolastici.

Decreto Dipartimentale 1 agosto 2019, AOODPIT 1205Graduatoria generale nazionale per merito e titoli del concorso per dirigenti scolastici, formata sulla base del punteggio finale conseguito dai candidati ai sensi dell’articolo 10, comma 7 del Bando e, a parità di punteggio complessivo, delle preferenze di cui all’articolo 5, commi 4 e 5, del decreto del Presidente della Repubblica 9 maggio 1994, n. 487

Il MIUR ha reso noto che:

gli idonei al concorso sono in totale 3.420, dei quali saranno dichiarati vincitori 2.900;

sono state richieste al MEF 2.117 autorizzazioni all’immissione in ruolo, 1.984 delle quali appartengono alla procedura concorsuale in corso; i restanti posti sono relativi: – 39 alla precedente procedura concorsuale in Campania,– 67 a dirigenti trattenuti in servizio,– 1 a riammissione in servizio,– 21 a provvedimenti giurisdizionali riguardanti la Sicilia;

la graduatoria nazionale è pubblicata l’1 agosto 2019;

dalle ore 15.00 del 1^ agosto 2019 alle ore 23.59 del 4 agosto 2019 i candidati utilmente collocati nei primi 1.984 posti della graduatoria possono indicare l’ordine di preferenza tra le 17 regioni disponibili esclusivamente tramite ‘Polis’;

i vincitori saranno assegnati ai ruoli regionali sulla base dell’ordine di graduatoria e delle preferenze espresse, nel limite dei posti vacanti e disponibili in ciascun USR.

Il MIUR ha inoltre reso disponibile una tabella con la distribuzione provvisoria dei posti nelle diverse Regioni (1.986 posti su 1.984 nominati):

Abruzzo 17

Basilicata 10

Calabria 71

Campania 0

Emilia Romagna 212

Friuli Venezia Giulia (lingua italiana) 66

Lazio 107

Liguria 68

Lombardia 359

Marche 80

Molise 13

Piemonte 240

Puglia 117

Sardegna 73

Sicilia 94

Toscana 158

Umbria 37

Veneto 264

TOTALE: 1986

Il MIUR con Nota 17 luglio 2019, AOODGPER 32565, rende noto il punteggio riconosciuto dalle Commissioni esaminatrici ai titoli dei candidati che hanno superato la prova orale del Concorso nazionale, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici.

Nota 17 luglio 2019, AOODGPER 32565Concorso nazionale, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le Istituzioni scolastiche statali (D.D.G. n. 1259, del 23/11/2017). Valutazione dei titoli culturali, di servizio e professionali di cui alla tabella A allegata al D.M. n. 138/2017 e all’errata corrige pubblicata nella G.U. del 21 ottobre 2017, n. 247

Il Consiglio di Stato, Sezione Sesta, con ordinanza 11 luglio 2019, n. 3512, “(…) considerato che – a prescindere dal merito delle questioni devolute in appello e da ogni valutazione sull’effettiva portata invalidante dei vizi dedotti (segnatamente dei vizi riscontrati dal primo giudice) –, sulla base di un bilanciamento di tutti gli interessi in conflitto ed alla luce di una valutazione comparativa degli effetti scaturenti dall’esecuzione dell’appellata sentenza nelle more del giudizio di merito, con particolare riguardo all’incidenza sull’assetto organizzativo dell’amministrazione della scuola in prossimità dell’inizio del nuovo anno scolastico, deve ritenersi preminente l’interesse pubblico alla tempestiva conclusione della procedura concorsuale, anche tenuto conto della tempistica prevista per la procedura di immissione in ruolo dei candidati vincitori e per l’affidamento degli incarichi di dirigenza scolastica con decorrenza dal 1° settembre 2019 (…) accoglie le istanze cautelari proposte nell’ambito dei ricorsi principali (…) e, per l’effetto, sospende l’esecutività della statuizione di accoglimento contenuta nella sentenza impugnata; fissa l’udienza pubblica per la discussione dei ricorsi nel merito al 17 ottobre 2019 (…)“.

Il TAR Lazio, Sezione Terza Bis, con sentenza 2 luglio 2019, n. 8655, accoglie il ricorso 6233/2019 “a seguito della riconosciuta fondatezza della doglianza che ha contestato la legittimità dell’operato della Commissione plenaria nella seduta in cui sono stati fissati i criteri di valutazione, con conseguente annullamento in toto della procedura concorsuale in questione.”

Prova orale concorso

La prova orale consiste in:

un colloquio che accerta la preparazione professionale del candidato nelle materie di esame;

una verifica della capacità di risolvere un caso riguardante la funzione del dirigente scolastico;

una verifica della conoscenza degli strumenti informatici e delle tecnologie della comunicazione normalmente in uso presso le istituzioni scolastiche;

una verifica della conoscenza della lingua prescelta dal candidato tra francese, inglese, tedesco e spagnolo al livello B2 del CEF, attraverso la lettura e traduzione di un testo scelto dalla Commissione e una conversazione nella lingua prescelta.

Punteggio e modalità di svolgimentoAl colloquio sulle materie d’esame, all’accertamento della conoscenza dell’informatica e all’accertamento della conoscenza della lingua straniera prescelta dal candidato, nell’ambito della prova orale, la Commissione del concorso attribuisce un punteggio nel limite massimo rispettivamente di 82, 6 e 12. Il punteggio complessivo della prova orale è dato dalla somma dei punteggi ottenuti al colloquio e nell’accertamento della conoscenza dell’informatica e della lingua. La prova orale è superata dai candidati che ottengono un punteggio complessivo pari o superiore a 70 punti.La Commissione e le Sottocommissioni esaminatrici, prima dell’inizio della prova orale, determinano i quesiti da porre ai singoli candidati per ciascuna delle materie di esame. Tali quesiti sono proposti a ciascun candidato previa estrazione a sorte.

La lettera estratta per l’inizio della prova orale è la lettera “M”.

Pubblicati il 10 maggio 2019, ai sensi dell’art. 9, comma 5, del Bando, i quadri di riferimento della prova orale del concorso nazionale per dirigenti scolastici

Pubblicati dal 29 aprile 2019 i calendari della prova orale del concorso per il reclutamento di dirigenti scolastici

Rettifiche calendari prova orale

Come previsto dall’Avviso 19 aprile 2019, AOODGPER 18824(Prova scritta del concorso per l’accesso ai ruoli della dirigenza scolastica – D.D.G. n. 1259 del 23.11.2017 – riscontro plurime istanze di accesso presentate dai candidati) a partire dall’ 8 maggio 2019 i candidati che hanno sostenuto la prova scritta possono prendere visione del proprio elaborato, della scheda di valutazione e del verbale relativo alla correzione del proprio compito, accedendo con le proprie credenziali all’area ‘Altri servizi’ di Polis.

Decreto Dipartimentale 19 aprile 2019, AOODPIT 580Concorso dirigenti scolastici. Nominati i componenti aggregati delle commissioni esaminatrici

Decreto Dipartimentale 19 aprile 2019, AOODPIT 579Concorso dirigenti scolastici. Sostituzione componenti sottocommissioni esaminatrici

Nota 2 aprile 2019, AOODGPER 13277Concorso nazionale, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le Istituzioni scolastiche statali (D.D.G. n. 1259, del 23/11/2017). Dichiarazione dei titoli culturali, di servizio, professionali e di preferenza a parità di merito e di titoli

Pubblicato il Decreto Dipartimentale 27 marzo 2019, AOODPIT 395 contenente l’elenco degli ammessi alla prova orale del Concorso per il reclutamento di Dirigenti Scolastici da immettere nei ruoli regionali presso le istituzioni scolastiche statali, inclusi i centri provinciali per l’istruzione degli adulti: solo 3.795 candidati ,dei 9.376 partecipanti alla prova (circa 600 dei quali ammessi con riserva), hanno superato lo scritto.

Con nota 22 marzo 2019, AOODGPER 11180, il MIUR ha comunicato che il 25 e 26 marzo 2019 si procederà allo scioglimento dell’anonimato e che successivamente sarà pubblicato il decreto con il nominativo degli ammessi alla prova orale.La stessa nota indica i criteri con i quali i candidati ammessi alla prova orale verranno abbinati ad una delle 38 commissioni/sottocommissioni esaminatrici.Entro aprile saranno individuati i membri aggregati (informatica e lingua) delle commissioni di concorso ciascuna formata da 9 membri, compreso il segretario, per un totale di 342 commissari. Previsto per i primi giorni di maggio l’inizio delle prove orali con conclusione entro la data di avvio degli Esami di Stato per arrivare, a fine giugno, alla pubblicazione della graduatoria e, il 1° settembre 2019, all’immissione in ruolo.

Decreto Dipartimentale 31 dicembre 2018, AOODPIT 2080Corso concorso dirigenti scolastici. Costituzione delle sottocommissioni esaminatrici

Corso-concorso nazionale, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le Istituzioni scolastiche statali (D.D.G. n. 1259 del 23/11/2017). Prova scritta a Roma del 13 dicembre 2018 per i candidati muniti di ordinanze o decreti cautelari

Il 13 dicembre 2018, i candidati di regioni diverse dalla Sardegna muniti di provvedimenti giurisdizionali a loro favorevoli, non riformati dal Consiglio di Stato, con cui è stata disposta l’ammissione con riserva alla procedura concorsuale, potranno sostenere la prova scritta nelle sedi appositamente individuate dall’Ufficio scolastico regionale per il Lazio e che saranno pubblicate sul sito internet del predetto U.S.R. e del Ministero.

I suddetti candidati destinatari di provvedimenti favorevoli dovranno presentarsi presso l’aula indicata muniti del provvedimento giurisdizionale che contenga l’espressa previsione del loro nominativo, di un documento di riconoscimento in corso di validità e del codice fiscale.

Ogni ulteriore informazione e documentazione relativa   alla prova scritta è disponibile nell’apposito   spazio «Il corso-concorso dirigenti scolastici» sull’home page del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca www.miur.gov.it.

Diario 9 novembre 2018Rinvio del diario della prova scritta del corso-concorso nazionale, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le istituzioni scolastiche statali, per i soli candidati della Regione Sardegna

La prova scritta del corso-concorso nazionale per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le istituzioni scolastiche statali si svolge, limitatamente ai candidati precedentemente assegnati alle sedi di esame della Regione Sardegna, in data 13 dicembre 2018, alle ore 10,00.
L’elenco delle sedi della prova scritta, con la loro esatta ubicazione e con l’indicazione della destinazione dei candidati distribuiti, nella Regione Sardegna, in ordine alfabetico, viene comunicato entro il 27 novembre 2018 tramite avviso pubblicato sul sito internet del Ministero.
In tali sedi potranno sostenere la prova eventuali candidati, residenti in Sardegna, muniti di provvedimenti giurisdizionali a loro favorevoli, non riformati dal Consiglio di Stato, con cui è stata disposta l’ammissione con riserva alla procedura concorsuale.

Avviso prova scritta regione Sardegna. Corso – concorso nazionale per titoli ed esami finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le istituzioni scolastiche statali (Decreto Direttoriale protocollo 1259 del 23 novembre 2017)
(Martedì, 30 ottobre 2018) A seguito del rinvio dell’espletamento, nella regione Sardegna, della prova scritta del corso-concorso nazionale, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici, disposto a seguito dell’ordinanza del Sindaco del Comune di Cagliari n. 62 del 17/10/2018, si comunica che il giorno e l’ora di svolgimento della suddetta prova, limitatamente ai candidati precedentemente assegnati alle sedi di esame della regione Sardegna, sarà reso noto con avviso pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, 4a Serie speciale, Concorsi ed esami, del 9 novembre 2018.

Prova scritta del corso – concorso nazionale per dirigenti scolastici
La prova scritta del corso-concorso nazionale per titoli ed esami finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le istituzioni scolastiche statali, unica su tutto il territorio nazionale, si svolge in data 18 ottobre 2018, alle ore 10,00 nelle sedi individuate dagli USR.   Lo svolgimento della prova scritta è computerizzato.
Articolazione e durataLa prova scritta consiste in cinque quesiti a risposta aperta sulle materie indicate nel bando e due quesiti in lingua straniera. Ciascuno dei due quesiti in lingua straniera è articolato in cinque domande a risposta chiusa, volte a verificare la comprensione di un testo nella lingua straniera prescelta dal candidato tra inglese, francese, tedesco e spagnolo. La prova ha la durata di 150 minuti.
Punteggio e ammissione alla prova oraleA ciascuno dei cinque quesiti della prova scritta non espressi in lingua straniera, la Commissione del concorso attribuisce un punteggio nel limite massimo di 16 punti. A ciascuno dei quesiti in lingua straniera la Commissione attribuisce un punteggio nel limite massimo di 10 punti, 2 per ciascuna risposta corretta. Il punteggio complessivo della prova scritta è dato dalla somma dei punteggi ottenuti in ciascuno dei sette quesiti.I candidati che ottengono un punteggio complessivo pari o superiore a 70 punti superano la prova scritta e sono ammessi a quella orale.
Il 31 ottobre 2018 sono pubblicati i quesiti oggetto della prova scritta del corso-concorso per dirigenti scolastici, che si è tenuta in data 18 ottobre 2018. Si comunica che tra le tre prove predisposte è stata estratta la prova “B”. Le opzioni di risposta ai quesiti in lingua straniera sono disposte in ordine casuale. Sono altresì pubblicate le prove non estratte (A e C ).

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L’elenco delle sedi della prova scritta, con la loro esatta ubicazione, con l’indicazione della destinazione dei candidati distribuiti, analogamente alla prova preselettiva, nella regione di residenza in ordine alfabetico, e le ulteriori istruzioni operative, viene comunicato entro il 3 ottobre 2018 tramite avviso pubblicato sul sito internet del MIUR.
“Per consultare gli elenchi relativi agli abbinamenti candidati/aule selezionare l’Ufficio scolastico della propria regione di residenza. I candidati residenti all’estero, o ivi stabilmente domiciliati, sosterranno la prova nella regione Lazio. I candidati residenti nelle province di Trento e Bolzano sosterranno la prova nella regione Veneto”

Diario 14 settembre 2018Prova scritta del corso-concorso nazionale, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le istituzioni scolastiche statali

In allegato al Decreto Dipartimentale 24 luglio 2018, AOODPIT 1134, è pubblicato l’elenco dei candidati ammessi alla prova scritta del concorso per dirigenti scolastici. Si tratta di coloro che hanno superato la prova preselettiva, svoltasi il 23 luglio 2018 in tutta Italia, che ha dato ufficialmente il via alla selezione di 2.425 nuovi capi d’Istituto.
Alla prova hanno partecipato 24.082 candidati effettivi sui 34.580 iscritti: 17.279 donne e 6.803 uomini. Gli ammessi allo scritto sono 8.736: gli 8.700 previsti da bando, più 36 candidati che risultano a pari merito con un punteggio di 71,7.

La prova preselettiva del corso-concorso nazionale per titoli ed esami finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le istituzioni scolastiche statali, si è svolta il 23 luglio 2018 alle ore 10:00 nelle sedi individuate dagli Uffici scolastici regionali e pubblicate sul sito internet del Ministero entro il 6 luglio 2018.I partecipanti sono stati 24.082 su 34.580 candidati iscritti.

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“Per consultare gli elenchi relativi agli abbinamenti candidati/aule selezionare l’Ufficio scolastico della propria regione di residenza. I candidati residenti all’estero, o ivi stabilmente domiciliati, sosterranno la prova nella regione Lazio. I candidati residenti nelle province di Trento e Bolzano sosterranno la prova nella regione Veneto”

Concorso dirigenti scolastici al via domani con la prova preselettiva. I candidati sono oltre 34mila
(Domenica, 22 luglio 2018) Prenderà il via domani mattina, alle ore 10, la prova preselettiva del concorso per il reclutamento di 2.425 dirigenti scolastici, di cui 9 destinati alle scuole di lingua slovena o bilingue presenti in Friuli Venezia Giulia. I candidati sono 34.580. Il 71% dei partecipanti alla prova è donna (24.477 candidate). L’età media è di 49 anni. I candidati, distribuiti in 1.984 aule, avranno a disposizione 100 minuti per rispondere a 100 domande a risposta multipla, estratte da un archivio di 4.000 quesiti.
Si tratta del primo concorso per l’assunzione di dirigenti scolastici dopo sette anni: l’ultimo risale al 2011. L’obiettivo è la copertura dei posti vacanti e disponibili per il prossimo triennio, il 2018-2021, e il superamento del fenomeno delle reggenze. Attualmente sono 6.792 i dirigenti in servizio, 1.189 i posti vacanti, 1.748 le reggenze, tenendo conto anche di scuole sottodimensionate e dei distacchi (comandi) presso altre amministrazioni o sindacali.
“Questo nuovo concorso, che prenderà il via domani – sottolinea il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti – oltre ad essere un’occasione di sviluppo di carriera per i docenti interessati a svolgere un nuovo ruolo, permetterà di riportare alla normalità i carichi di lavoro dei dirigenti scolastici già in servizio. Ben 1.700 di loro sono infatti reggenti di una o più scuole, tutto a detrimento della qualità della gestione dei singoli Istituti, la cui organizzazione diviene tutti i giorni più complessa. È necessario superare il fenomeno delle reggenze e consentire ai dirigenti di lavorare con carichi sostenibili garantendo così agli studenti e alle famiglie il miglior funzionamento degli istituti scolastici”.
Il regolamento del concorso, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 20 settembre, prevede tre fasi: una concorsuale vera e propria, una formativa di due mesi e una di tirocinio presso le scuole.
La fase concorsuale prevede una prova preselettiva volta a verificare le conoscenze di base per l’espletamento delle funzioni dirigenziali, una prova scritta che si comporrà di cinque domande a risposta aperta e due domande a risposta chiusa in lingua straniera (livello B2), una prova orale. I candidati che supereranno le prove scritte e quella orale saranno ammessi, sulla base di una graduatoria che terrà conto anche dei titoli, al corso di formazione dirigenziale e di tirocinio selettivo, finalizzato all’arricchimento delle competenze professionali delle candidate e dei candidati.
Due i mesi di lezione in aula previsti e quattro quelli di tirocinio a scuola, che potranno essere integrati anche da sessioni di formazione a distanza. Al termine di questo periodo i candidati dovranno affrontare una valutazione scritta e un colloquio orale. Saranno dichiarati vincitori del corso-concorso quanti saranno collocati in posizione utile in graduatoria generale di merito.

Pubblicati il 27 giugno 2018 i quesiti relativi al corso-concorso nazionale, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le istituzioni scolastiche statali, indetto con D.D.G. n. 1259 del 23 novembre 2017 e pubblicato per avviso nella Gazzetta Ufficiale – 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami» n. 90 del 24 novembre 2017.

Pubblicata la banca dati dei quesiti per la prova preselettiva del corso concorso per dirigenti scolastici
(Mercoledì, 27 giugno 2018) Si comunica che, ai sensi dell’articolo 6 comma 4 del Bando di corso concorso dirigenti scolastici di cui al Decreto direttoriale 1259 del 23 novembre 2017, è stata pubblicata la banca dati di 4.000 quesiti per la prova preselettiva. Sono altresì pubblicati i quadri di riferimento per la prova preselettiva previsti dall’articolo 13 comma 1 lettera c) del Decreto ministeriale 138 del 2017.

La Nota 13 giugno 2018, AOODGPER 27719  fornisce agli Uffici scolastici regionali le indicazioni relative allo svolgimento della prova preselettiva del Corso-concorso nazionale, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento dei dirigenti scolastici presso le Istituzioni scolastiche statali, di cui al D.D.G. n. 1259, del 23/11/2017.

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale – 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami» n.33 del 24-04-2018 il Rinvio della pubblicazione dei quesiti e del diario della prova preselettiva del corso-concorso nazionale, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le istituzioni scolastiche statali.
Queste le nuove scadenze previste:

27 giugno 2018: pubblicazione dei quesiti oggetto della prova preselettiva
6 luglio 2018: elenco delle sedi della prova preselettiva con la loro esatta ubicazione, con l’indicazione della destinazione dei candidati e le ulteriori istruzioni operative
23 luglio 2018, alle ore 10,00: prova preselettiva

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami» n.17 del 27-2-2018 il Diario della prova selettiva del corso concorso nazionale, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici, presso le istituzioni scolastiche statali.
Queste le scadenze previste:

8 maggio 2018: pubblicazione dei quesiti oggetto della prova preselettiva
14 maggio 2018: elenco delle sedi della prova preselettiva con la loro esatta ubicazione, con l’indicazione della destinazione dei candidati
29 maggio 2018, ore 10,00: prova preselettiva del corso-concorso nazionale per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le istituzioni scolastiche statali

Di ogni altra comunicazione relativa al corso-concorso, nonchè di una eventuale modifica delle suddette date, verrà dato avviso nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami» – del 24 aprile 2018.

Concorso dirigenti scolastici: il 29 maggio la prova preselettiva, la data pubblicata in GU
(Martedì, 27 febbraio 2018) La prova preselettiva del corso-concorso per dirigenti scolastici si terrà il prossimo 29 maggio 2018 alle ore 10.00. La data è stata pubblicata oggi in Gazzetta Ufficiale, 4^ Serie Speciale, Concorsi ed Esami, insieme ad alcune altre date utili ai partecipanti alla prova.
L’8 maggio sul sito internet del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (www.miur.gov.it), sarà pubblicata poi la banca dati dei 4.000 quiz da cui saranno estratti i quesiti della prova preselettiva e la pubblicazione avrà valore di notifica a tutti gli effetti.
Il 14 maggio, tramite avviso pubblicato sul sito internet del MIUR (www.miur.gov.it), sarà pubblicato l’elenco delle sedi della prova preselettiva con la loro esatta ubicazione. Per esigenze organizzative, i candidati saranno distribuiti, ove possibile, secondo la regione di residenza in ordine alfabetico. Oltre all’elenco saranno fornite le ulteriori istruzioni operative.
Infine, il prossimo 24 aprile, sempre in GU, sarà pubblicata ogni altra comunicazione relativa al corso-concorso ed eventuali modifiche delle suddette date.
Il nuovo un corso-concorso per dirigenti ha come obiettivo la copertura dei posti disponibili per il prossimo triennio, il 2018-2021. Attualmente sono 6.792 i dirigenti in servizio, 1.189 i posti vacanti, 1.748 le reggenze, tenendo conto anche di scuole sottodimensionate e dei distacchi (comandi) presso altre amministrazioni o sindacali. Il concorso consentirà quindi di abbattere il fenomeno delle reggenze sino al 2020/2021, anche perché si tratta di un bando nazionale e non regionale come l’ultimo del 2011. Si eviteranno così casi di graduatorie sguarnite e di altre troppo piene.
Complessivamente sono state 35.044 le domande di partecipazione al corso-concorso inoltrate, il 70,7% sono state inviate da candidate donne, il 29,3% da uomini. L’età media delle candidate e dei candidati è di 49 anni. La Regione nella quale sono state presentate più domande è la Campania (7.039), seguita da Sicilia (5.595), Lazio (3.887), Puglia (3.719) e Lombardia (3.051). Saranno inoltre 15 i candidati residenti all’estero che sosterranno la prova preselettiva nel Lazio, come previsto dall’articolo 6 del bando di concorso emanato a novembre. I posti a bando sono 2.425, di cui 9 destinati al concorso per le scuole di lingua slovena o bilingue presenti in Friuli Venezia Giulia.

Si sono concluse il 29 dicembre 2017, alle ore 14:00, con 39.264 domande presentate, di cui 35.044 effettivamente inoltrate, le iscrizioni al concorso per dirigenti scolastici bandito dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca lo scorso novembre. Si tratta del primo concorso per l’assunzione di dirigenti scolastici dopo oltre sei anni: l’ultimo risale al 2011.
Delle 35.044 domande inoltrate, il 70,7% sono state inviate da candidate donne, il 29,3% da uomini. L’età media delle candidate e dei candidati è di 49 anni. La Regione nella quale sono state presentate più domande è la Campania (7.039), seguita da Sicilia (5.595), Lazio (3.887), Puglia (3.719) e Lombardia (3.051). Saranno inoltre 15 i candidati residenti all’estero che sosterranno la prova preselettiva nel Lazio, come previsto dall’articolo 6 del bando di concorso emanato a novembre. I posti a bando sono 2.425, di cui 9 destinati al concorso per le scuole di lingua slovena o bilingue presenti in Friuli Venezia Giulia.
“Si tratta di un concorso atteso e molto diverso dal passato, che darà una risposta effettiva al problema delle reggenze – dichiara la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli -. Abbiamo un cronoprogramma di lavoro serrato e abbiamo previsto una modalità di selezione che tiene conto dei cambiamenti intervenuti in questi anni nella professione del dirigente scolastico. Non a caso, il nuovo concorso avrà una fase di tirocinio e accompagnamento successiva alle prove scritte, che sarà fondamentale per verificare sul campo le capacità gestionali e di organizzazione del lavoro delle candidate e dei candidati. La figura del dirigente è una figura centrale per la comunità scolastica. Ne siamo convinti. Anche per questo, con l’ultima legge di bilancio, abbiamo deciso di intervenire, anche qui dopo anni di attese e promesse, per armonizzare la retribuzione di chi dirige le nostre scuole con quella degli altri dirigenti della PA”.
Il calendario della prova preselettiva del concorso, comprensivo del giorno e dell’ora dello svolgimento della prova stessa, sarà reso noto sul numero del 27 febbraio 2018 della 4^ Serie Speciale, Concorsi ed Esami, della Gazzetta Ufficiale. Su quello stesso numero della Gazzetta sarà resa nota anche la data di pubblicazione dell’archivio di 4.000 domande da cui saranno estratti i quesiti della prova preselettiva. La banca dati dei quiz sarà comunque pubblicata sul sito del Miur almeno venti giorni prima dell’inizio della prova. L’elenco delle sedi della prova preselettiva e le ulteriori istruzioni operative saranno comunicati almeno 15 giorni prima della data di svolgimento delle prove, tramite avviso pubblicato sul sito internet del Ministero.
Il nuovo un corso-concorso per dirigenti ha come obiettivo la copertura dei posti disponibili per il prossimo triennio, il 2018-2021. Attualmente sono 6.792 i dirigenti in servizio, 1.189 i posti vacanti, 1.748 le reggenze, tenendo conto anche di scuole sottodimensionate e dei distacchi (comandi) presso altre amministrazioni o sindacali. Il 68,2% dei dirigenti in servizio è una donna, il 31,6% ha più di 60 anni (un dato comunque in calo rispetto al passato), l’età media è di 55,6 anni. I posti banditi corrispondono ai posti vacanti nell’anno scolastico in corso, più quelli che si renderanno liberi a seguito dei pensionamenti nel 2018/2019, 2019/2020 e 2020/2021, detratti quelli che si possono coprire con le graduatorie esistenti nonché quelli delle scuole sottodimensionate (che non possono avere un dirigente titolare). Il concorso consentirà quindi di abbattere il fenomeno delle reggenze sino al 2020/2021, anche perché si tratta di un bando nazionale e non regionale come l’ultimo del 2011. Si eviteranno così casi di graduatorie sguarnite e di altre troppo piene. Nel frattempo, nel corrente anno scolastico, sono stati assunti 58 dirigenti scolastici idonei ancora presenti nelle graduatorie dell’ultimo concorso bandito nel 2011: di questi 52 sono stati assegnati a scuole della Campania e 6 a istituti dell’Abruzzo. A seguito di queste assunzioni, la graduatoria dell’Abruzzo risulta esaurita. Sono state inoltre autorizzate 36 richieste di trattenimento in servizio. In attesa dell’avvio delle prove concorsuali, sono state introdotte misure dedicate ai dirigenti scolastici nella legge di bilancio per l’anno 2018: è stata introdotta la possibilità di estendere al massimo per tre anni (erano due) la possibilità di trattenimento in servizio retribuito per chi è “impegnato in innovativi e riconosciuti progetti didattici internazionali svolti in lingua straniera”.
Il regolamento del concorso, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 20 settembre, prevede tre fasi: una concorsuale vera e propria, una formativa di due mesi e una di tirocinio presso le scuole.
La fase concorsuale prevede una prova preselettiva unica a livello nazionale nel caso in cui le candidature siano almeno tre volte superiori ai posti messi a bando. Le candidate e i candidati dovranno rispondere a 100 quiz che saranno estratti da una banca dati resa nota tramite pubblicazione sul sito del Ministero almeno 20 giorni prima dell’avvio della prova. Le domande punteranno a verificare le conoscenze di base per l’espletamento delle funzioni dirigenziali. La prova sarà svolta al computer. Sarà ammesso allo scritto, in base al punteggio ottenuto (il massimo è 100), un numero di candidate e candidati pari a tre volte il numero dei posti disponibili per il corso di formazione dirigenziale.
La prova scritta prevede:–    cinque domande a risposta aperta su: normativa del settore istruzione, organizzazione del lavoro e gestione del personale, programmazione, gestione e valutazione presso le scuole, ambienti di apprendimento, diritto civile e amministrativo, contabilità di Stato, sistemi educativi europei.–    due domande a risposta chiusa in lingua straniera (livello B2) su: organizzazione degli ambienti di apprendimento, sistemi educativi europei.Le candidate e i candidati che otterranno il punteggio minimo di 70 punti potranno accedere all’orale che mira ad accertare la preparazione professionale delle e degli aspiranti dirigenti anche attraverso la risoluzione di un caso pratico. Saranno testate anche le conoscenze informatiche e di lingua straniera. Entrambe le fasi sono uniche a livello nazionale.
Le candidate e i candidati che supereranno le prove scritta e orale saranno ammessi, sulla base di una graduatoria che tiene conto anche dei titoli, al corso di formazione dirigenziale e di tirocinio selettivo, finalizzato all’arricchimento delle competenze professionali delle candidate e dei candidati.
Due i mesi di lezione in aula previsti e quattro quelli di tirocinio a scuola, che potranno essere integrati anche da sessioni di formazione a distanza. Al termine le candidate e i candidati dovranno affrontare una valutazione scritta e un colloquio orale. Saranno dichiarati vincitori del corso-concorso le candidate e i candidati che saranno collocati in posizione utile in graduatoria generale di merito.

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 4ª Serie Speciale – Concorsi ed Esami n. 90 del 24 novembre 2017 il Bando del corso-concorso nazionale, per titoli ed esami, finalizzato al reclutamento di dirigenti scolastici presso le istituzioni scolastiche statali.
Sono 2.425 (9 per il Friuli Venezia Giulia) i posti disponibili.Le istanze potranno essere presentate on line tramite la piattaforma Polis dal 29 novembre al 29 dicembre 2017.La data della prova preselettiva (100 quesiti a cui rispondere in 100 minuti) sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 27 febbraio 2018.
http://www.istruzione.it/concorso_ds/domanda_online.shtml

Scuola, in Gazzetta Ufficiale il bando di concorso da 2.425 posti per i dirigenti scolastici. Domande per la partecipazione dal 29 novembre al 29 dicembre. Fedeli: “Da bando risposta importante per abbattimento delle reggenze”
(Venerdì, 24 novembre 2017) Pubblicato il nuovo bando di concorso da 2.425 posti per dirigenti scolastici, di cui 9 destinati al concorso Friuli Venezia Giulia. Il bando è oggi in Gazzetta Ufficiale. Le domande per accedere al concorso si potranno effettuare dalle 9.00 del 29 novembre alle 14.00 del 29 dicembre prossimi, tramite la piattaforma del MIUR Polis. Nei prossimi giorni il Ministero attiverà un’apposita pagina web con tutta la documentazione relativa al concorso.
Attualmente sono 6.792 i dirigenti scolastici in servizio, 1.189 i posti vacanti, 1.748 le reggenze, tenendo conto anche di scuole sottodimensionate e dei distacchi (comandi) presso altre amministrazioni o sindacali. Il 68,2% dei dirigenti in servizio è una donna, il 31,6% ha più di 60 anni (un dato comunque in calo rispetto al passato), l’età media è di 55,6 anni.
I posti banditi corrispondono ai posti vacanti nell’anno scolastico in corso, più quelli che si renderanno liberi a seguito dei pensionamenti nel 2018/2019, 2019/2020 e 2020/2021, detratti quelli che si possono coprire con le graduatorie esistenti nonché quelli delle scuole sottodimensionate (che non possono avere un dirigente titolare).Il concorso consentirà quindi di abbattere il fenomeno delle reggenze sino al 2020/2021, anche perché si tratta di un bando nazionale e non regionale come l’ultimo del 2011. Si eviteranno così casi di graduatorie sguarnite e di altre troppo piene.
“I numeri del bando garantiscono una risposta importante e adeguata a scuole, ragazze e ragazzi e famiglie, garantendo l’abbattimento delle reggenze”, spiega la Ministra Valeria Fedeli. “Il ruolo della dirigenza – ricorda – è fondamentale nelle scuole: per il coordinamento del lavoro, per tenere insieme la comunità scolastica. Il dirigente è un punto di riferimento. Abbattere il fenomeno delle reggenze significa, dunque, lavorare per la qualità del sistema”. Il concorso sarà innovativo sotto il profilo della selezione. “Sarà un corso-concorso, con una fase di tirocinio e accompagnamento successiva alle prove scritte, che è fondamentale per verificare sul campo le capacità gestionali e di organizzazione del lavoro delle candidate e dei candidati, chiamati anche a dimostrare la capacità di inserimento nella comunità scolastica ed educante, oltre che le loro conoscenze sulla normativa del settore. Si tratta, in sintesi, di un concorso che tiene conto dei cambiamenti che la professionalità del dirigente ha subito in questi anni per selezionare i migliori profili, valorizzando anche titoli ed esperienze fatte dalle e dagli aspiranti, compresi titoli di dottorato o attività di ricerca”, chiude Fedeli.
Le modalità del concorsoAl corso-concorso possono partecipare le docenti e i docenti e il personale educativo di ruolo con almeno cinque anni di servizio. È utile anche il servizio precedente al ruolo. Tre le fasi previste per la selezione: una concorsuale vera e propria, una formativa di due mesi e una di tirocinio presso le scuole.La fase concorsuale prevede una prova preselettiva unica a livello nazionale nel caso in cui le candidature siano almeno tre volte superiori ai posti messi a bando. Le candidate e i candidati dovranno rispondere a 100 quiz che saranno estratti da una banca dati resa nota tramite pubblicazione sul sito del Ministero almeno 20 giorni prima dell’avvio della prova. Le domande punteranno a verificare le conoscenze di base per l’espletamento delle funzioni dirigenziali. La prova sarà svolta al computer. Sarà ammesso allo scritto, in base al punteggio ottenuto (il massimo è 100), un numero di candidate e candidati pari a tre volte il numero dei posti disponibili per il corso di formazione dirigenziale.
La prova scritta prevede:– cinque domande a risposta aperta su: normativa del settore istruzione, organizzazione del lavoro e gestione del personale, programmazione, gestione e valutazione presso le scuole, ambienti di apprendimento, diritto civile e amministrativo, contabilità di Stato, sistemi educativi europei.– due domande a risposta chiusa in lingua straniera (livello B2) su: organizzazione degli ambienti di apprendimento, sistemi educativi europei.
Le candidate e i candidati che otterranno il punteggio minimo di 70 punti potranno accedere all’orale che mira ad accertare la preparazione professionale delle e degli aspiranti dirigenti anche attraverso la risoluzione di un caso pratico. Saranno testate anche le conoscenze informatiche e di lingua straniera. Entrambe le fasi sono uniche a livello nazionale.
Le candidate e i candidati che supereranno le prove scritta e orale saranno ammessi, sulla base di una graduatoria che tiene conto anche dei titoli, al corso di formazione dirigenziale e di tirocinio selettivo, finalizzato all’arricchimento delle competenze professionali delle candidate e dei candidati.
Due i mesi di lezione in aula previsti e quattro quelli di tirocinio a scuola, che potranno essere integrati anche da sessioni di formazione a distanza. Al termine le candidate e i candidati dovranno affrontare una valutazione scritta e un colloquio orale. Saranno dichiarati vincitori del corso-concorso le candidate e i candidati che saranno collocati in posizione utile in graduatoria generale di merito.

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Serie Generale n° 220 del 20-09-2017, il Decreto Ministeriale 3 agosto 2017, n. 138, Regolamento per la definizione delle modalità di svolgimento delle procedure concorsuali per l’accesso ai ruoli della dirigenza scolastica, la durata del corso e le forme di valutazione dei candidati ammessi al corso, ai sensi dell’articolo 29 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, come modificato dall’articolo 1, comma 217 della legge 28 dicembre 2015, n. 208.

Dirigenti scolastici, in Gazzetta Ufficiale il Regolamento del nuovo concorso. Fedeli: “Selezione di qualità. Sarà abbattuto il fenomeno delle reggenze”
(Mercoledì, 20 settembre 2017) È in Gazzetta Ufficiale il Regolamento che definisce le nuove modalità di selezione per il reclutamento delle e dei dirigenti scolastici. Dopo l’ultimo concorso del 2011 ripartono, infatti, le procedure di assunzione che consentiranno di abbattere il fenomeno delle reggenze. Oggi sono 6.792 i dirigenti scolastici in servizio, 1.189 i posti vacanti, 1.748 le reggenze, tenendo conto anche di scuole sottodimensionate e dei distacchi (comandi) presso altre amministrazioni o sindacali. Il 68,2% dei dirigenti in servizio è una donna, il 31,6% ha più di 60 anni (un dato comunque in calo rispetto al passato), l’età media è di 55,6 anni.
Il Regolamento pubblicato oggi, al quale farà seguito il bando di concorso che sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale e sul sito del Ministero dell’Istruzione, prevede un corso-concorso in tre fasi, che ha come obiettivo la copertura dei posti disponibili per il prossimo triennio, il 2018-2021.
“Con il nuovo concorso affronteremo la carenza strutturale di personale dirigente nelle scuole che ha fatto crescere, di anno in anno, il fenomeno delle reggenze, fino a renderlo patologico – sottolinea la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli -. I numeri del bando rappresenteranno una risposta importante, che terrà conto delle necessità attuali e del turn over dei prossimi anni. Il ruolo della dirigenza – prosegue la Ministra – è fondamentale nelle scuole: per il coordinamento del lavoro, per tenere insieme la comunità scolastica. Il dirigente è anche un punto di riferimento per le famiglie. Abbattere il fenomeno delle reggenze significa, dunque, lavorare per la qualità del sistema. Il concorso sarà poi innovativo sotto il profilo della selezione: sarà un corso-concorso, con una fase importante di tirocinio e accompagnamento successiva alle prove scritte che è fondamentale per verificare sul campo le capacità gestionali e di organizzazione del lavoro delle candidate e dei candidati, chiamati anche a dimostrare la capacità di inserimento nella comunità scolastica ed educante, oltre che le loro conoscenze sulla normativa del settore. Si tratta, in sintesi, di un concorso che tiene conto dei cambiamenti che la professionalità del dirigente ha subito in questi anni per selezionare i migliori profili, valorizzando anche titoli ed esperienze fatte dalle e dagli aspiranti, compresi titoli di dottorato o attività di ricerca”.
Le fasi della selezioneAl corso-concorso possono partecipare le docenti e i docenti e il personale educativo di ruolo con almeno cinque anni di servizio. Tre le fasi previste per la selezione: una concorsuale vera e propria, una formativa di due mesi e una di tirocinio presso le scuole.
La fase concorsuale prevede una prova preselettiva unica a livello nazionale nel caso in cui le candidature siano almeno tre volte superiori ai posti messi a bando. Le candidate e i candidati dovranno rispondere a 100 quiz che saranno estratti da una banca dati resa nota tramite pubblicazione sul sito del Ministero almeno 20 giorni prima dell’avvio della prova. Le domande punteranno a verificare le conoscenze di base per l’espletamento delle funzioni dirigenziali. La prova sarà svolta al computer. Sarà ammesso allo scritto, in base al punteggio ottenuto (il massimo è 100), un numero di candidate e candidati pari a tre volte il numero dei posti disponibili per il corso di formazione dirigenziale.
La prova scritta prevede:

cinque domande a risposta aperta su: normativa del settore istruzione, organizzazione del lavoro e gestione del personale, programmazione, gestione e valutazione presso le scuole, ambienti di apprendimento, diritto civile e amministrativo, contabilità di Stato, sistemi educativi europei.
due domande a risposta chiusa in lingua straniera (livello B2) su: organizzazione degli ambienti di apprendimento, sistemi educativi europei.

Le candidate e i candidati che otterranno il punteggio minimo di 70 punti potranno accedere all’orale che mira ad accertare la preparazione professionale delle e degli aspiranti dirigenti anche attraverso la risoluzione di un caso pratico. Saranno testate anche le conoscenze informatiche e di lingua straniera. Entrambe le fasi sono uniche a livello nazionale.
Le candidate e i candidati che supereranno le prove scritta e orale saranno ammessi, sulla base di una graduatoria che tiene conto anche dei titoli, al corso di formazione dirigenziale e di tirocinio selettivo, finalizzato all’arricchimento delle competenze professionali delle candidate e dei candidati.
Due i mesi di lezione in aula previsti e quattro quelli di tirocinio a scuola, che potranno essere integrati anche da sessioni di formazione a distanza. Al termine le candidate e i candidati dovranno affrontare una valutazione scritta e un colloquio orale. Saranno dichiarati vincitori del corso-concorso le candidate e i candidati che saranno collocati in posizione utile in graduatoria generale di merito.

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