Docenti e Dirigenti bloccati fuori regione: due facce della stessa ingiustizia

La scuola italiana è al centro di una contraddizione profonda: mentre si proclama il valore del merito, si ignorano le storie di migliaia di professionisti costretti a vivere lontano dalla propria terra. I docenti e i dirigenti scolastici bloccati fuori regione rappresentano due binari paralleli di uno stesso treno: viaggiano ogni giorno verso comunità che servono con dedizione, ma senza mai poter tornare a casa.
La situazione in Campania
In Campania, questa ferita è aperta e sanguinante. Oltre 300 Dirigenti Scolastici campani sono in servizio fuori regione da anni. Migliaia di docenti, vincitori di concorso o immessi in ruolo altrove, vivono lo stesso pendolarismo forzato, affrontando enormi sacrifici personali e familiari. Nonostante pensionamenti e posti vacanti, la mobilità interregionale è stata bloccata per tre anni consecutivi. Mentre si continua ad assumere da graduatorie vecchie di oltre un decennio, chi ha già dimostrato competenza e leadership viene ignorato.
Un caso emblematico
Il caso di Pozzuoli è emblematico: due posti vacanti, diversi Dirigenti Scolastici puteolani fuori regione, eppure le scuole saranno affidate a neoassunti. Questa scelta non tiene conto né della territorialità né dell’esperienza. Come i docenti bloccati, anche i dirigenti vivono un pendolarismo forzato che logora la vita familiare, professionale e personale.
Una questione sistemica
È tempo di riconoscere che questa non è una questione individuale, ma un problema sistemico che riguarda tutta la scuola. FederIstruzione, da sempre al fianco dei lavoratori dell’istruzione, non può restare in silenzio.
Proposte di FederIstruzione: equità, trasparenza e rispetto
Per uscire da questa impasse, FederIstruzione propone al Ministero dell’Istruzione e del Merito e agli Uffici Scolastici Regionali una soluzione che tenga conto di tutte le istanze:
Per i Dirigenti Scolastici:
- Ripristino della mobilità interregionale per i DS campani con almeno 3 anni di servizio fuori regione, dando priorità a chi ha presentato domanda di rientro.
- Assunzioni dai concorsi solo sui posti residui, dopo aver garantito il rientro dei dirigenti già in servizio.
- Trasparenza nella pubblicazione dei posti vacanti, distinguendo chiaramente tra quelli in deroga, in comando e realmente disponibili.
Per i Docenti:
- Ampliamento dei contingenti di mobilità interregionale, con quote riservate a chi è fuori regione da almeno tre anni.
- Priorità nei trasferimenti per i docenti con figli minori, caregiver o situazioni di fragilità familiare.
- Utilizzo dell’organico di fatto per favorire il rientro dei docenti nelle proprie regioni, evitando che i posti vengano congelati o mascherati.
- Fine del gioco delle tre carte tra organico di diritto e organico di fatto: i posti realmente disponibili devono essere usati per la mobilità e per le assunzioni, senza distorsioni o artifici contabili.
- Monitoraggio pubblico e trasparente dei posti disponibili, per garantire scelte consapevoli e corrette.
Queste proposte non penalizzano i vincitori dei concorsi, ma valorizzano l’esperienza di chi ha già dimostrato sul campo di saper guidare e insegnare con competenza. È una questione di giustizia, di buon senso, di rispetto per il lavoro e per la dignità delle persone.
Uniti per una scuola più giusta
La battaglia dei DS Fuori Regione non è isolata: è la stessa battaglia dei docenti bloccati, dei lavoratori della scuola che chiedono solo di poter servire il proprio territorio. È tempo di unire le forze, superare le divisioni e costruire un fronte comune.
FederIstruzione invita tutte le componenti del mondo scolastico – dirigenti, docenti, sindacati, associazioni – a unirsi in questa lotta per il diritto alla mobilità, alla dignità professionale e alla coerenza istituzionale.
Antonio Scarpellino
Segretario Generale FederIstruzione
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