Declinazione dei sostantivi maschili e femminili della seconda declinazione del greco antico

Come già precedentemente accennato all’interno dell’articolo riservato ai Caratteri generali della seconda declinazione, nel ricchissimo sistema morfologico dell’antico greco, la declinazione dei sostantivi, suddivisa in tre grandi gruppi, ricopre un ruolo fondamentale nell’espressione delle relazioni grammaticali tra le parole. Oltre alla prima declinazione, trattata già negli articoli precedenti, si ricorda anche la seconda, contenete sostantivi maschili, femminili e, in più alla prima, anche i neutri, ossia tutti coloro che per i greci non erano genericamente identificabili, come tutti i nomi degli oggetti.

All’interno di quest’articolo ci soffermeremo principalmente sulla declinazione dei sostantivi maschili e femminili della seconda declinazione, spiegando i neutri nel post venturo, riportando anche curiosità e osservazioni importanti.

Declinazione sostantivi maschili e femminili

Numero Caso λόγος “discorso”
(sostantivo maschile)
ἤπειρος “continente”
(sostantivo femminile)
Singolare Nominativo λόγος ἤπειρος
Singolare Genitivo τοῦ λόγου τῆς ἠπείρου
Singolare Dativo τῷ λόγ τῇ ἠπείρ
Singolare Accusativo τὸν λόγον τὴν ἤπειρον
Singolare Vocativo λόγε ἤπειρε
Duale Casi diretti τώ λόγω τὼ ἠπείρω
Duale Casi obliqui τοῖν λόγοιν τοῖν ἠπείροιν
Plurale Nominativo οἱ λόγοι αἱ ἤπειροι
Plurale Genitivo τῶν λόγων τῶν ἠπείρων
Plurale Dativo τοῖς λόγοις ταῖς ἠπείροις
Plurale Accusativo τοὺς λόγους τὰς ἠπείρους
Plurale Vocativo λόγοι ἤπειροι

Osservazioni

  • La declinazione dei femminili e quella dei maschili coincidono in tutti i casi a differenza dei neutri che presentano uscite diverse per i casi diretti del singolare e del plurale;
  • Ai fini dell’accentazione, vale la norma generale in base alla quale l’accento tende a conservare la posizione e la natura che presenta la nominativo, almeno finché lo consentono le leggi generali che ne governano l’uso. Tuttavia, anche in questo caso, come abbiamo già osservato a proposito della prima declinazione, i sostantivi ossitoni al nominativo diventano perispomeni nei casi obliqui.
    Nella seconda declinazione abbiamo quindi vari sostantivi:
    • parossitoni (λύκος): l’accento si mantiene sempre sulla penultima sillaba;
    • proparossitoni (ἄνθρωπος): l’accento è sempre acuto ma si sposta quando la desinenza è breve;
    • ossitoni (ποταμός): l’accento acuto si modifica in circonflesso nei casi obliqui;
    • properispomeni (νῆσος): l’accento è sempre sulla penultima sillaba del sostantivo ma è circonflesso quando l’ultima sillaba è breve, e si modifica in acuto quando l’ultima è lunga;
    • perispomeni (δῶρον): molto rari, ma esistono comunque. Presentano l’accento circonflesso per tutta la declinazione.
  • Il vocativo singolare in -ε, sentito come un arcaismo, come afferma il libro Il nuovo greco di Campanini, ha subito la concorrenza del nominativo, adoperato con funzione di vocativo già in Omero, dove, per esempio, troviamo ὦ φίλος accanto a ὦ φίλε “o amico!”. In attico, peraltro, manca una forma specifica di vocativo per θεός “dio”, che si presenta uguale al nominativo (come accade del resto al latino deus); θεέ è attestato solamente nel greco postclassico, a partire dal Nuovo Testamento. I composti, invece, si comportano regolarmente: per esempio Τιμόθεος presenta al vocativo la forma Τιμόθεε;
  • Il sostantivo ἀδελφός “fratello” al vocativo singolare ritrae l’accento: ὦ ἄδελφε.
  • L’uscita -οι del nominativo e del vocativo plurale, benché prosodicamente lunga, è considerata breve ai fini dell’accento.

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Caratteri generali dei sostantivi maschili della prima declinazione del greco antico

La prima declinazione del greco antico, che comprende sostantivi prevalentemente femminili, sebbene ammetta anche quelli maschili, si distingue per la sua varietà morfologica e la sua struttura fonetica, che ha subito diverse evoluzioni nel corso della storia della lingua greca.

In quest’articolo, dopo aver trattato i sostantivi della prima declinazione in alpha puro e impuro nei precedenti articoli, ci focalizzeremo esclusivamente sui caratteri generali dei sostantivi maschili, riportando la loro declinazione negli articoli a loro dedicati.

Potremo quindi osservare le peculiarità generali che li rendono riconoscibili e distinti dalle altre declinazioni, in particolare dalla seconda – che tratteremo successivamente – che comprende principalmente sostantivi maschili e neutri con terminazioni diverse.

Caratteristiche generali

I sostantivi maschili appartenenti alla prima declinazione, pur avendo tutti il tema in α lungo, presentano due modelli di flessione:

i sostantivi in α puro: escono in ας al nominativo singolare e conservano l’α in tutta la flessione. Ad esempio ὁ ταμίας, τοῦ ταμίου;

i sostantivi in α impuro: escono in ης al nominativo singolare e conservano l’η in tutta la flessione del singolare, per poi tornare in α nel resto della declinazione. Ad esempio: ὁ σατράπης, τοῦ σατράπου.

La declinazione dei sostantivi maschili si distingue da quella dei femminili in due casi:

il nominativo singolare è sigmatico, ossia che si forma aggiungendo una desinenza -ς al tema;

il genitivo singolare presenta la terminazione -ου: analogica a quella del genitivo singolare della seconda declinazione.

Inoltre, le leggi dell’accento, rispettano quelle che abbiamo riportato all’interno dell’articolo riservato ai caratteri generali della prima declinazione.

Osservazioni importanti

Alcuni termini non rispettano le indicazioni sopra riportate. In particolare il genitivo maschile che solitamente è perispomeno, è parossitono nei seguenti casi:

οι ετησίαι (“venti etsii”): ha come genitivo plurale των ετησίαι;

ο χλούνες (“cinghiale”): ha come genitivo plurale των χλούνων;

ο χρήστης (“usuraio”): ha come genitivo plurale των χρήστων

Derivazione storica

Un altro aspetto significativo della prima declinazione maschile è l’influenza di vari dialetti, come quello dorico e ionico, che modificano le forme di declinazione. Per esempio, i sostantivi che si concludono in -ης o -ας nel nominativo singolare si declinano in modo simile ma con piccole variazioni a livello di genitivo o accusativo. Inoltre, alcuni sostantivi maschili, come quelli derivati da nomi di agenti, presentano peculiarità fonetiche, come la presenza di una vocale lunga nella radice.

L’importanza di studiare i sostantivi maschili della prima declinazione risiede non solo nella comprensione della struttura grammaticale del greco antico, ma anche nella possibilità di riconoscere le sfumature di significato e di uso nei testi classici. Le forme declinate di questi sostantivi sono essenziali per la corretta traduzione e interpretazione delle opere degli autori antichi, come quelli di Omero, Platone e Aristotele, e per comprendere il contesto culturale e sociale in cui venivano utilizzati.

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