Insegnanti di conversazione madrelingua: Lettera aperta al Ministro Valditara su irregolarità e abusi nel riconoscimento dei titoli

Roma – Un gruppo di insegnanti di conversazione madrelingua, assunti a tempo indeterminato nei licei linguistici, ha recentemente indirizzato una lettera aperta al Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, per denunciare gravi irregolarità che compromettono la loro professionalità e l’integrità del sistema educativo italiano. La lettera mette in luce le problematiche legate all’accesso alla classe di concorso B-02, che richiede un diploma di istruzione secondaria di secondo grado conseguito all’estero.
La denuncia degli insegnanti
Nella lettera, gli insegnanti esprimono la loro preoccupazione per la situazione attuale:
“Noi, insegnanti di conversazione madrelingua assunti a tempo indeterminato da diversi anni nei licei linguistici, scriviamo per denunciare dei fatti gravi, che da anni danneggiano la nostra professionalità.”
Essi segnalano che, secondo la normativa vigente, la classe di concorso B-02 deve essere accessibile solo a coloro che possiedono un diploma equivalente a quello di istruzione secondaria di secondo grado italiano, conseguito nel paese di origine della lingua insegnata. Tuttavia, sostengono che questo requisito venga frequentemente mal interpretato, creando incongruenze e consentendo l’accesso a docenti privi di un adeguato percorso scolastico.
Normativa e interpretazioni errate
La lettera fa riferimento alla normativa vigente, in particolare il D.M. n.39 del 30 gennaio 1998, che stabilisce chiaramente:
“Titolo di studio conseguito nel paese o in uno dei paesi in cui la lingua, oggetto della conversazione, è lingua madre, corrispondente a diploma di istruzione secondaria di secondo grado, purché congiunto all’accertamento dei titoli professionali.”
Tuttavia, gli insegnanti segnalano che l’interpretazione di tale normativa da parte delle istituzioni competenti, come gli Uffici Scolastici Regionali (USR) e i Dirigenti Scolastici, è spesso errata o incompleta. Questo porta a una totale inosservanza dei requisiti di accesso obbligatori, consentendo a docenti non qualificati di accedere alla classe di concorso.
Esempi di irregolarità
Nella lettera, gli insegnanti presentano due casi emblematici di irregolarità che hanno avuto un impatto significativo sulle loro carriere:
Caso 1: Concorsi straordinari e certificazioni non valide
Durante l’ultimo concorso straordinario del 2020, alcuni aspiranti candidati alla classe di concorso B-02 (conversazione in inglese) sono stati esclusi per la mancanza dei titoli richiesti. In particolare, i candidati non avevano né il diploma di accesso secondo la normativa vigente, né la Dichiarazione di Valore e né la perizia giurata. Al posto del diploma conseguito in un paese anglofono, hanno presentato una certificazione linguistica denominata “TEFL Level 4”, un titolo che consente di aumentare il punteggio nelle graduatorie ma che non corrisponde in alcun modo al diploma di scuola superiore di secondo grado nel sistema scolastico del Regno Unito.
“Pertanto, logicamente, i candidati sono stati esclusi dopo aver sostenuto l’esame e dopo la fase di un attento esame dei titoli in loro possesso,” affermano gli insegnanti. Successivamente, hanno presentato ricorso al TAR Campania e, colpo di scena, hanno ottenuto una sentenza favorevole grazie anche al fatto che l’Amministrazione MIM non si è costituita, lasciando loro esporre le loro tesi senza controparte.
È importante notare che il “TEFL” nell’ordinamento inglese non dà accesso all’università e non è un diploma di scuola superiore secondaria, come evidenziato dalla comunicazione ricevuta dal Department for Education.
Caso 2: Master non riconosciuti
Un altro caso preoccupante riguarda un’aspirante conversatrice di lingua francese che ha presentato un master di due anni, conseguito in Francia, come titolo di accesso. Anche in questo caso, l’aspirante è stata esclusa dalle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS) e ha ottenuto anch’essa una sentenza favorevole dal TAR, dichiarando di avere conseguito una laurea magistrale in Francia, titolo mai accertato dalla dichiarazione di valore e privo del riconoscimento del MIM.
“Il fatto più sconvolgente è stata l’inerzia dell’amministrazione di fronte a una serie di dichiarazioni mendaci e a un titolo di accesso esibito non corrispondente a quanto dichiarato al giudice,” denunciano gli insegnanti. Nonostante le varie diffide e reclami da parte delle conversatrici inserite nella graduatoria, l’amministrazione non ha dato alcun riscontro.
Richieste agli organi competenti
Nella lettera, gli insegnanti chiedono con urgenza:
- Controlli Drastici: “Che questa amministrazione avvii dei controlli drastici su quello che consideriamo dannoso per la nostra professione.”
- Chiarimenti Normativi: “Che venga richiesto un chiarimento all’ambito territoriale di Palermo per il caso numero 2.”
- Allerta nel Sistema di Controllo: “Che venga istituita un’allerta nel sistema di controlli dei titoli, per segnalare chiunque sia in possesso di una sentenza a sfavore o abbia fatto dichiarazioni mendaci.”
Concludendo la lettera, i docenti esprimono la loro fiducia in un intervento urgente da parte del Ministro Valditara, auspicando un ripristino della fiducia nelle istituzioni scolastiche e nella loro professionalità.
“Fiduciosi del vostro urgente intervento anche per riacquistare fiducia nelle istituzioni e nell’amministrazione scolastica, vi porgiamo i nostri distinti saluti.”
Continua la lettura su: https://www.oggiscuola.com/web/2025/08/19/insegnanti-di-conversazione-madrelingua-lettera-aperta-al-ministro-valditara-su-irregolarita-e-abusi-nel-riconoscimento-dei-titoli/ Autore del post: OggiScuola Fonte: https://www.oggiscuola.com/