Bentornati a scuola: L’errore come parte del percorso formativo

Tra pochi giorni inizia un nuovo anno scolastico. Con queste righe, desidero esprimere un sincero bentornati a tutta la comunità educante: bambini, bambine, studenti e studentesse di ogni ordine e grado, ma anche insegnanti, dirigenti, genitori e personale ATA.
Un anno ricco di emozioni e opportunità
L’augurio è che questo anno possa essere ricco di emozioni, opportunità e nuove scoperte. Una scuola che apre le proprie porte alla comunità non è soltanto il luogo dell’istruzione, ma diventa il cuore pulsante della crescita individuale e collettiva.
L’errore come occasione di crescita
Vorrei una scuola in cui l’errore non fosse vissuto come colpa, ma come occasione di crescita. Molti studenti vivono con timore la possibilità di sbagliare, prigionieri di una cultura della performance. Eppure, come ricorda Jean Piaget, lo sviluppo cognitivo si fonda proprio sul processo di “equilibrazione” tra errore e nuova scoperta: è nell’inciampo che si genera la conoscenza.
Accogliere l’errore significa infondere fiducia, rafforzare l’autostima e trasformare l’apprendimento in un percorso gioioso. Non è un caso che Lev Vygotskij abbia sottolineato l’importanza della “zona di sviluppo prossimale”, cioè quel margine di errore che, sostenuto dall’adulto, diventa la leva per avanzare verso nuove competenze.
La persona al centro dell’apprendimento
Dietro ogni compito c’è una persona, con emozioni, fragilità e potenzialità uniche. La pedagogia ci ricorda che l’educazione non è mai neutra: Maria Montessori ci invita a considerare il bambino come una persona da accompagnare nel proprio processo di autorealizzazione. Per questo motivo, non dovremmo fermarci a sottolineare con matite rosse e blu, ma imparare a valorizzare ciò che funziona, ciò che rappresenta la forza di ciascuno.
Célestin Freinet sosteneva che l’apprendimento diventa autentico quando nasce dall’esperienza, dall’errore accolto e rielaborato, e non dalla semplice trasmissione frontale. Lo stesso vale per gli adolescenti: li incontriamo in un tempo di grande movimento interiore, in cui sperimentano distanze e nuove appartenenze per costruire la propria identità.
La scuola come luogo di ascolto e crescita
In questo delicato passaggio, la scuola può essere il luogo in cui trovano adulti significativi, capaci di ascoltare e non giudicare, di proporre sfide formative non frustranti (come ci ricorda la warm cognition in psicologia dell’apprendimento), e di accompagnare con autorevolezza e fiducia.
Infine, se è vero che la scuola forma conoscenze, abilità e competenze, è altrettanto vero che il suo compito principale è accendere il desiderio di apprendere sempre, secondo quella prospettiva di lifelong learning che oggi rappresenta una necessità sociale e professionale.
Un augurio per l’anno scolastico
So che le classi sono complesse e che le risorse sono spesso insufficienti. Ma la diversità, come insegnano le scienze dell’educazione contemporanee, è un valore e non un ostacolo. Per questo, il mio augurio è che l’anno scolastico che sta iniziando sia pieno di vita, entusiasmo, errori accolti, conquiste e speranze. Perché la scuola è prima di tutto il luogo in cui si diventa uomini e donne, adulti capaci di esercitare una cittadinanza attiva agita con responsabilità.
Ada Muscari – Insegnante e Pedagogista
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