Linee guida MIM sull’IA a scuola: troppa teoria, poca pratica

Il 29 agosto 2025 sul sito del Mim sono state pubblicate le Linee Guida per l’uso dell’intelligenza artificiale a scuola. Sono una anticipazione di un Decreto, che ancora non è stato pubblicato, cioè il Decreto Ministeriale n. 166 del 9 agosto 2025.

Si attendeva da tempo una voce istituzionale sul tema, ma a tre anni dall’esordio di ChatGPT nelle vite di tutti, ci si aspettava forse un intervento che tenesse conto di quanto è già accaduto nelle scuole e soprattutto le pratiche, che si sono sperimentate nelle progettazioni didattiche degli insegnanti e poi nelle proposte di apprendimento.

IA a scuola, ecco le linee guida dal Governo: cosa aspettarsi

Indice degli argomenti

Obiettivi dichiarati versus contenuti effettivi del documento

Le conclusioni del documento potrebbero essere un buon punto di partenza per capirne gli obiettivi: si parla di “sostenere e promuovere questa trasformazione in modo ordinato e nel pieno rispetto dei principi normativi, etici e pedagogici”, di una struttura “chiara e operativa” , di un “approccio graduale che tiene conto delle specificità di ciascuna Istituzione scolastica”, che vuole supportare una scuola più inclusiva ed equa.

Leggendo le linee guida però l’effetto è un po’ diverso. Il documento non è poi così chiaro; il linguaggio utilizzato è troppo burocratico, a scapito di termini pedagogici e più adatti a contesti educativi; la didattica è quasi un fantasma, che si aggira tra le righe, cercando una via di fuga.

Struttura del documento: burocrazia al posto della didattica

Il documento del MIM è lungo 34 pagine, contiene sei capitoli e due glossari, ma un solo capitolo è dedicato alle questioni educative (il quarto), mentre negli altri dominano i temi legate alla privacy, alla sicurezza dei dati, a misure tecnico-organizzative, ai rischi e alle responsabilità amministrative. In sostanza la principale intenzione delle linee guida sembra essere soprattutto quella di garantire una conformità normativa in materia di AI, distribuire doveri e obblighi e ribadire quanto il ministero stia promuovendo una innovazione controllata.

Le grandi assenze: ricerca educativa e esempi pratici

Colpiscono alcune assenze. Questo è un documento che si rivolge alla scuola, ma non ci sono poi tanti riferimenti a studi e ricerche educative nazionali e internazionali sull’uso didattico dell’intelligenza artificiale: si intercetta verso la fine solo un rapido cenno a una delle proposte, che negli ultimi tre anni sono arrivate da reti di scuole[1] e da uffici scolastici regionali [2]e che hanno rappresentato una valida opportunità di coinvolgimento e sensibilizzazione delle comunità scolastiche sul tema dell’AI nella didattica[3]. Sono state iniziative coraggiose, una guida e un conforto, in mancanza di altre indicazioni per docenti desiderosi di condividere esperienze e criticità, navigando un po’ a vista. Mancano riferimenti più puntuali ai Framework per studenti e insegnanti[4] dell’Unesco pubblicate un anno fa[5] e ai ben sette report[6] curati dalla Commissione Europea nel 2023, nei quali si parla di valutazione, competenze, e curricolo. Mancano degli scenari d’uso delle AI e soprattutto un repertorio di esempi pratici, in base a età e ordini di scuola: potevano diventare una opportunità per stimolare un confronto[7], in un’ottica di miglioramento e in previsione di interventi educativi, che in verità sono già in corso da tempo[8].

Equilibrio sbilanciato tra rischi e opportunità

In sostanza la principale intenzione delle linee guida sembra essere soprattutto garantire una conformità normativa in materia di AI e dare l’idea che si stia promuovendo innovazione, equità e inclusione. L’equilibrio del testo è sbilanciato sui rischi, che pesano più delle opportunità. Ogni tanto spuntano dei suggerimenti, scorporati e scritti in blu, talmente generici da risultare del tutto inutili.

Gli obiettivi ufficiali delle linee guida ministeriali

Gli obiettivi dichiarati sono:

  • offrire indicazioni volte a definire una metodologia condivisa, per garantire la conformità alla normativa in materia di Intelligenza Artificiale e di protezione dei dati personali delle iniziative che saranno attivate dalle Istituzioni scolastiche nell’ambito della propria autonomia amministrativo/contabile, ai sensi del D.P.R. 8 marzo 1999, n. 275;
  • promuovere nel mondo dell’istruzione l’innovazione tecnologica e la diffusione di un’IA antropocentrica, sicura, affidabile, etica e responsabile;
  • incentivare lo sviluppo e l’uso uniforme dei sistemi di Intelligenza Artificiale in ambito scolastico, in conformità con i valori europei e nazionali, nell’ottica di assicurare la tutela dei diritti e delle libertà fondamentali degli interessati;
  • favorire la conoscenza circa le opportunità offerte dall’Intelligenza Artificiale, nonché circa i rischi connessi all’utilizzo della stessa, con l’intento di orientare gli attori coinvolti nel settore scolastico e, in particolare, le nuove generazioni verso un uso attento e consapevole delle nuove tecnologie.

Discrezionalità scolastica tra libertà e nuovi vincoli burocratici

Ci sono degli aspetti positivi e rassicuranti: alle Istituzioni scolastiche viene lasciata discrezionalità nell’attivare iniziative in materia di IA e vengono date alcune finalità definite “esemplificative e non esaustive”, presentate come suggerimenti. Spetterà infatti alla singola Istituzione scolastica “assicurare, in ogni caso, l’adozione di sistemi di IA antropocentrici e affidabili, idonei a tutelare i diritti e le libertà fondamentali degli interessati, prestando particolare attenzione ai diritti dei soggetti vulnerabili e, in particolare, dei minori”. La discrezionalità sembra scricchiolare quando si trova scritto che l’uso dell’AI debba necessariamente passare attraverso la presentazione di un progetto, che poi dovrà essere approvato, per finire nel PTOF Le finalità indicate sono:

migliorare l’apprendimento e valorizzare potenzialità, talenti e inclinazioni individuali degli studenti[9];

promuovere l’inclusione, favorendo interventi mirati che potenzino i processi di integrazione e contrastino la dispersione scolastica, creando al contempo ambienti sicuri e stimolanti per l’apprendimento;

semplificare e ottimizzare i processi interni delle Istituzioni scolastiche attraverso l’automazione e la digitalizzazione delle attività amministrative, riducendo il carico operativo del personale scolastico e delle segreterie amministrative;

potenziare la qualità e l’efficienza dei servizi rivolti a studenti e famiglie, garantendo un’esperienza più accessibile e reattiva alle loro esigenze;

garantire una preparazione continua e specifica per l’adozione di nuove tecnologie, creando le condizioni per un’efficace integrazione dell’IA nei processi educativi e promuovendo un ambiente scolastico capace di innovarsi e di rispondere alle esigenze degli studenti e della società.

Linguaggio burocratico inadeguato al contesto educativo

Peccato per il linguaggio scelto, che suona fin troppo burocratico e ripetitivo, fattori che ne limitano la chiarezza e la comprensibilità. Vengono usate frasi come “traguardare[10] l’obiettivo” e “pilastri della sostenibilità” oppure espressioni come “attori del settore” e “utenti” per rivolgersi a dirigenti scolastici, personale amministrativo, docenti e studenti. I verbi sono spesso imperativi e direttivi, anche laddove potrebbe non essere necessario.

Nuove responsabilità per i dirigenti scolastici

Piovono nuove responsabilità sul Dirigente scolastico che, come rappresentante legale dell’istituto, diventa garante che i sistemi di IA siano usati in modo etico, trasparente, sicuro e proporzionato, assicurando sempre la prevalenza del giudizio umano. Deve altresì assicurare che “l’introduzione di soluzioni di IA sia accompagnata da un’adeguata valutazione del loro impatto e da un monitoraggio continuo dei risultati, anche di concerto con una o più figure di riferimento da questo individuate”.

Mi chiedo per quale motivo questa responsabilità non se la assuma il Ministero stesso, indicando alle scuole quali sistemi di AI rispettino i dati esattamente come li descrivono.

Coinvolgimento della comunità scolastica nell’implementazione AI

Le Linee guida prevedono che se i sistemi di IA sono legati principalmente ad attività didattiche o di supporto all’apprendimento “è necessario coinvolgere gli studenti e, quando opportuno, le loro famiglie tramite gli organi collegiali e rappresentativi, come i consigli di classe, i consigli di istituto o i comitati dei genitori e degli studenti, al fine di garantire che la comunità studentesca sia informata sulle innovazioni introdotte”; se invece utilizzate come supporto alle attività di pianificazione didattica o gestione amministrativa, occorre coinvolgere il personale e i loro rappresentanti (dipartimenti disciplinari, collegio dei docenti, rappresentanze sindacali). Lo scopo sarebbe integrare le tecnologie tenendo conto delle esigenze didattiche e organizzative, ma viene scritto che avverrà sempre nel rispetto della libertà di insegnamento.

Gli aspetti positivi: flessibilità e promesse di miglioramento

Arriviamo dunque alle buone notizie:

  • Viene lasciata alla discrezionalità delle istituzioni scolastiche l’attivazione di ogni iniziativa sull’uso delle AI;
  • I contenuti delle linee guida saranno oggetto di aggiornamento periodico sulla base delle esperienze raccolte attraverso la piattaforma Unica, nonché degli esiti di eventuali consultazioni o attività di monitoraggio promosse a livello centrale o territoriale;
  • La componente pratica e applicativa delle Linee guida sarà progressivamente arricchita, affinata e contestualizzata, valorizzando i riscontri provenienti dall’attuazione nei diversi contesti scolastici;
  • Si suggerisce la definizione di un piano per la formazione, che identifichi azioni specifiche per il personale scolastico e amministrativo;
  • Anche l’approccio metodologico all’introduzione dell’AI è solo una proposta, quindi rimane libertà di muoversi anche con altri impianti.
  • Al fine di diffondere e aggiornare costantemente le Linee guida, il Ministero garantisce l’istituzione di tavoli di lavoro con esperti del settore, pedagogisti e rappresentanti delle Istituzioni scolastiche.
  • Il Ministero metterà a disposizione di studenti, famiglie, dirigenti e personale scolastico gli strumenti necessari per l’adozione responsabile e consapevole dell’IA tramite un servizio digitale disponibile sulla piattaforma unica.istruzione.gov.it,
  • Sarà possibile inserire le sperimentazioni attivate nelle scuole e condividerle.

Contraddizioni pratiche e questioni irrisolte

Rimane un dubbio: studentesse e studenti (e anche gli insegnanti) come potranno utilizzare in classe l’AI, quando è stata inibita la possibilità di utilizzare i propri smartphone? Ci saranno davvero dispositivi per tutte e tutti?

A pensarci bene, forse con cinque o sei paginette asciutte ce la saremmo potuta cavare. Less is more.

Bibliografia/Sitografia


[1] Costruire il futuro. Linee guida sull’utilizzo dell’IA in ambito scolastico ((2024). (a cura di Rete di scuola Friuli Venezia Giulia).

[2] L’arte di imparare Linee guida aperte e dinamiche per un uso consapevole e libero dell’intelligenza artificiale generativa da parte dei docenti delle scuole superiori, a cura della Regione Lombardia (2024).

[3] Per non parlare del gruppo spontaneo nato su Facebook e dedicato proprio all’uso dell’AI a scuola nel contesto italiano, guidato da un insegnante e sperimentatore, Lorenzo Redaelli.

[4] Cukurova, M., & Miao, F. (2024). AI competency framework for teachers. UNESCO Publishing.

[5] Miao, F., & Shiohira, K. (2024). AI competency framework for students. UNESCO Publishing.

[6] European Commission: European Education and Culture Executive Agency, AI report – By the European Digital Education Hub’s Squad on artificial intelligence in education, Publications Office of the European Union, 2023, https://data.europa.eu/doi/10.2797/828281

[7] Di Donato, D. (2023). Esplorare l’AI a scuola. Perché è una occasione di inclusione e sviluppo. In Agenda digitale https://www.agendadigitale.eu/scuola-digitale/esplorare-lai-a-scuola-ecco-perche-e-unoccasione-di-inclusione-e-sviluppo/

[8] Di Donato, D. (2024). Prove tecniche di AI a scuola: come integrarla nel nostro sistema educativo. In Agenda digitale. https://www.agendadigitale.eu/scuola-digitale/prove-tecniche-di-ai-a-scuola-come-integrarla-nel-nostro-sistema-educativo/

[9] “utilizzando l’IA per adattare i percorsi educativi sulla base delle singole esigenze e integrando strumenti digitali avanzati per favorire una didattica più coinvolgente, efficace e in linea con le sfide del mondo contemporaneo, con particolare riferimento alle metodologie didattiche per l’insegnamento delle discipline STEM”.

[10] Per le attestazioni dell’uso del verbo “Traguardare” rinvio al contributo di Matilde Paoli pubblicato sul sito dell’Accademia della Crusca il 22 giugno del 2022. Il verbo viene attestato una sola volta, nel 1985, con significato transitivo e abbinato a “obiettivo”. Quindi, ad oggi, questa potrebbe essere la sua seconda attestazione. https://accademiadellacrusca.it/it/contenuti/tra-uno-sguardo-e-un-traguardo-levoluzione-del-verbo-traguardare/30023

Continua la lettura su: https://www.agendadigitale.eu/scuola-digitale/linee-guida-mim-sullia-a-scuola-troppa-teoria-poca-pratica/ Autore del post: Agenda Digitale Fonte: https://www.agendadigitale.eu

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