Esame di Stato 2026: Maggiore serenità e centralità per gli studenti

Il recente decreto di riforma dell’Esame di Stato introduce una novità significativa: l’esito delle prove scritte sarà comunicato agli studenti solo al termine del colloquio orale. Questo cambiamento, pensato per garantire maggiore serenità durante la prova finale, restituisce centralità al momento del confronto diretto con la commissione.
Un cambiamento strategico
La modifica, prevista all’articolo 18, comma 3 del decreto, risponde a un principio chiaro: «Al fine di garantire una maggiore serenità nello svolgimento del colloquio, evitando il rischio che le valutazioni delle prove scritte condizionino la prestazione del candidato nella fase orale». Questa innovazione mira a ridurre la pressione sugli studenti, permettendo loro di affrontare il colloquio con maggiore tranquillità.
Dalla proposta all’attuazione
Il nuovo assetto non nasce dal nulla. Già il 18 luglio, il Prof. Aldo Domenico Ficara aveva avanzato una proposta in tal senso in un articolo pubblicato su OggiScuola. L’occasione era stata il dibattito aperto dal caso di Gianmaria Favaretto, lo studente padovano che, avendo accumulato punteggio sufficiente tra crediti scolastici e prove scritte, aveva scelto di non sostenere l’orale, venendo comunque promosso con 62 centesimi.
Questo episodio emblematico aveva messo in discussione l’equilibrio tra le diverse prove dell’esame e, soprattutto, la percezione dell’importanza del colloquio orale.
La visione del Prof. Ficara
Nella sua proposta, Ficara suggeriva di non comunicare i punteggi delle prove scritte prima dell’orale, limitandosi a notificare agli studenti l’ammissione o meno al colloquio. Solo a esame concluso, e quindi dopo la prova orale, sarebbe stato reso noto il voto complessivo.
Ficara ha affermato: «Un’idea semplice ma incisiva, capace di scoraggiare calcoli opportunistici e di valorizzare l’orale come momento decisivo di verifica delle competenze trasversali, dell’argomentazione e del pensiero critico».
Dal dibattito alla norma
Con il decreto, questa proposta è diventata realtà. L’orale riacquista il suo ruolo centrale, evitando che gli studenti lo percepiscano come una formalità. Al contrario, diventa un passaggio obbligato e di valore, in grado di misurare aspetti che le sole prove scritte non riescono a cogliere.
Una riforma che guarda avanti
L’adozione della proposta del Prof. Ficara rappresenta un esempio virtuoso di come il dialogo tra scuola, esperti e istituzioni possa tradursi in norme concrete e migliorative. Questa riforma non solo riequilibra il peso delle prove, ma restituisce all’esame di maturità la sua funzione autentica: verificare in modo completo e consapevole il percorso formativo degli studenti.
La riforma dell’Esame di Stato 2026 segna un passo importante verso un sistema educativo più equo e centrato sulle esigenze degli studenti. Con l’orale al centro della valutazione, si punta a una formazione più integrata e significativa, capace di preparare i giovani alle sfide future.
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