FISI condanna il silenzio dell’USR Lazio sulle questioni geopolitiche

Il 3 settembre, l’Ufficio Scolastico Regionale (USR) del Lazio ha inviato una comunicazione riservata ai dirigenti scolastici, ammonendoli a non considerare le mozioni presentate in molti Collegi docenti contro il genocidio in Palestina e l’appoggio del governo italiano allo Stato d’Israele. Questa comunicazione ha suscitato forti reazioni, in particolare da parte della FISI (Federazione Italiana Sindacati Intercategoriali), che ha espresso la propria indignazione per il tentativo di silenziare il dibattito su temi di rilevanza sociale e politica.

Il contenuto della comunicazione

Nella comunicazione, l’USR Lazio sottolinea la necessità di garantire “la massima serenità nell’organizzazione di occasioni di confronto e di dibattito” nelle scuole, evidenziando che le riunioni degli organi collegiali devono essere finalizzate esclusivamente al buon funzionamento delle istituzioni scolastiche e non a questioni di altra natura. Tuttavia, questo approccio è stato interpretato come un tentativo di soffocare il dialogo su temi cruciali, come il genocidio del popolo palestinese.

La critica della FISI

Antonia Esposito, Segretaria nazionale comparto scuola della FISI, ha commentato: “Il tono e il contenuto di questa comunicazione gettano luce sulla volontà delle istituzioni di mettere a tacere il dialogo e di evitare posizioni su questioni eclatanti.” La FISI ritiene che il silenzio imposto sia particolarmente grave in un contesto scolastico, dove la formazione del senso critico e del senso civico dovrebbe essere una priorità.

Esposito ha aggiunto che “prendere posizione contro il genocidio del popolo palestinese è assolutamente necessario da parte dei docenti,” sottolineando il ruolo fondamentale degli insegnanti nel processo di formazione degli studenti.

La politicizzazione della scuola

La posizione dell’USR Lazio è vista come parte di un più ampio processo di spoliticizzazione della società. Secondo la FISI, “la società, la scuola e tutti gli spazi pubblici sono per loro natura politici,” e ogni tentativo di eludere questo aspetto riduce la politica a un mero scontro partitico. “C’è una sola parte da cui stare, in ogni luogo che ci troviamo ad abitare: LA VITA,” ha affermato Esposito, richiamando l’importanza di un impegno attivo e consapevole.

Richiesta di smentita

La FISI ha chiesto una “puntuale e pubblica smentita” della posizione espressa dall’USR Lazio e ha invitato il mondo della scuola a deliberare a favore della risoluzione pacifica dei conflitti, in linea con quanto stabilito dalla Costituzione italiana. “Questo è l’unico vincolo che siamo tenuti a rispettare, poiché fondante le nostre libertà,” ha concluso Esposito.

La questione sollevata dalla FISI mette in evidenza il delicato equilibrio tra educazione e impegno civico nelle scuole italiane. In un momento in cui il dialogo su temi geopolitici è più che mai necessario, la posizione dell’USR Lazio solleva interrogativi sulla libertà di espressione e sul ruolo della scuola nella formazione di cittadini consapevoli.

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