I ministri Zangrillo e Valditara programmano l’impoverimento del comparto Istruzione e Ricerca

In questi giorni il Ministro della Pubblica Amministrazione Zangrillo ha ripetutamente affermato di aver chiesto al Ministro Giorgetti di creare -nella prossima legge di bilancio- un apposito fondo per ridurre il differenziale tra gli stipendi del personale degli enti locali e quelli dei ministeri centrali. Secondo i dati ufficiali, infatti, i dipendenti degli enti locali nel 2022 hanno percepito una retribuzione inferiore di ben il 18,9% rispetto agli omologhi delle funzioni centrali.
Siamo sicuramente favorevoli a questa perequazione tra settori ma come abbiamo già avuto modo di rimarcare non si comprende perché da questa operazione si escluda proprio il comparto, Istruzione e Ricerca, peggio pagato di tutta la Pubblica Amministrazione.
I dati aggiornati Conto Annuale/Mef (2023) dimostrano (Figura 1) come la retribuzione media dei lavoratori del comparto Istruzione e Ricerca sia largamente inferiore rispetto a tutti gli altri settori della PA.
Figura 1
In particolare la retribuzione dei lavoratori del comparto Istruzione e ricerca è inferiore del 22,95% (meno 8.587 euro annui) rispetto alla media retributiva dei lavoratoti dei ministeri centrali e del 18,62% (meno 6.804 euro annui) rispetto alla media di tutta la PA.
Poiché la funzione svolta dai lavoratori di scuola, università, ricerca e Afam ha una rilevanza per il Paese pari a quella svolta da tutti gli altri funzionari pubblici, chiediamo al Ministro Zangrillo: perché questo trattamento differenziato?
O forse si crede che la mancia annunciata dal Ministro Valditara ai lavoratori della scuola -pari ad un compenso una tantum di 10 euro al mese per
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