Accogliere (e non solo) con gli albi illustrati

A livello generale possiamo affermare che gli albi illustrati concorrono alla messa in atto di numerosi obiettivi didattici, tutti estremamente importanti per una pianificazione centrata sull’importanza dei processi di apprendimento e sul ruolo attivo e metacognitivo degli studenti stessi.

Tra gli obiettivi didattici più rilevanti, possiamo annoverare i seguenti:

  • incentivare l’educazione alla lettura, all’iconografia e al piacere di leggere libri diversi dal consueto;
  • imparare a fornire, interpretazioni personali e accoglierne di nuove;
  • imparare a negoziare i significati e stimolare la discussione di gruppo;
  • favorire la co-costruzione del sapere;
  • sviluppare l’abilità di osservazione e di decodifica delle immagini;
  • sviluppare l’abilità di narrazione, quindi lavorare su abilità linguistiche e patrimonio lessicale;
  • imparare a compiere inferenze e connessioni;
  • stimolare l’immaginazione e la creatività;
  • incoraggiare l’inclusività e la partecipazione al dialogo da parte di tutti i membri di un gruppo, così da incrementare il senso di appartenenza a una comunità che apprende.

Un docente che sceglie di leggere un albo illustrato, a inizio anno e non solo, riuscirà ad ottenere le maggiori ricadute negli apprendimenti se si pone nel ruolo di facilitatore, anziché di anticipatore, o peggio, dispensatore di contenuti.

Dovrà stimolare al meglio l’attenzione alla comprensione del duplice linguaggio del libro, testuale e iconografico, favorendo la problematizzazione e la rielaborazione di quanto visto/letto, sia in forma orale che scritta.

Guiderà la riflessione, la discussione e la negoziazione dei significati rimanendo il più possibile super-partes e mantenendo centrale il ruolo degli studenti.

Se lo vuole, potrà fornire input di scrittura motivanti e finalizzati ad una comprensione del testo personalizzata ma, nel contempo, condivisa all’interno del gruppo classe.

La scelta dell’albo dipende da vari fattori, ma a inizio anno l’obiettivo didattico prioritario diviene la conoscenza reciproca e l’assetto (o il riassetto) della comunità classe.

Può essere interessante scegliere un albo con impronta autobiografica più esplicita, ma va benissimo anche un albo che, attraverso la fiction, permette narrazioni personalizzate attraverso la voce di personaggi terzi.

Un libro come La verità nascosta delle cose di Marianna Balducci, ad esempio, permette di lavorare su storie di fantasia con protagonisti oggetti più o meno desueti, ma permette di comprendere tante informazioni, a livello individuale e collettivo, del tutto autentiche anche se fornite in modalità indiretta. 

Non da ultimo, visto che l’autrice di ispira a grandi maestri quali Gianni Rodari o Bruno Munari, sollecitare immaginazione e fantasia per conoscersi, fare gruppo e impostare le prime pratiche didattiche di lettura, comprensione e scrittura non può che considerarsi motivante e ottenere ricadute positive sugli apprendimenti.

A questo link è possibile leggere come un’attività di accoglienza basata sulla fiction e sull’albo in questione si sia rivelata utile e produttiva per incidere sulla conoscenza reciproca, sulla costituzione del gruppo classe e sull’impostazione di strategie didattiche da recuperare nel corso del resto dell’anno: 

https://dragoniprof.blogspot.com/2024/09/partenza-tutta-fiction.html

Se si preferisce, invece, indirizzarsi verso consegne di verbalizzazioni o scrittura a carattere più esplicitamente autobiografico, esistono davvero tanti albi che si focalizzano su storie e narrazioni personali, anche relative alla fine dell’estate, quindi ben funzionali ai nostri obiettivi di accoglienza posti ad avvio anno scolastico.

A questo link è possibile leggere un’esperienza, realizzata in una classe terza qualche anno fa, relativa a un albo illustrato proveniente dal Giappone intitolato Una giornata d’estate e scritto da Koshiro Hata:

https://dragoniprof.blogspot.com/2020/06/tratteniamo-il-calore-dellestate-con-un.html

La classe in questione, che già conoscevo da due anni, dimostrava una viva passione per il mondo nipponico e, si sa, scegliere le letture da proporre anche sulla base di interessi riscontrati su contesti precisi si rivela di certo una strategia azzeccata.

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