Concorso Docenti PNRR 3. Ipotesi sulle prove concorsuali

Concorso Docenti PNRR 3. Ipotesi sulle prove concorsuali
di Vincenzo Scarpellino
Si intensificano le voci sul futuro Concorso per Docenti PNRR 3 che dovrebbe essere bandito entro il 31/12/2025.
Una delle ultime notizie è il mandato all’Università “Roma Tre” per l’elaborazione e la predisposizione dei quesiti per le prove concorsuali per la scuola dell’infanzia e primaria e per la scuola secondaria di primo e secondo grado.
Questo significa che si dovrebbe restare nei tempi ipotizzati per l’espletamento delle prove, e cioè, presumibilmente, entro la primavera del 2026, per concludere le selezioni entro l’estate 2026 e procedere alle immissioni in ruolo a partire da settembre 2026.
In attesa del Bando ufficiale, si può supporre che la struttura delle prove scritte ed orali ricalchi quella del precedente Concorso PNRR 2, vale a dire:
- Prova Scritta: 50 domande a risposta multipla per la durata di 100 minuti. I quesiti riguardano: l’ambito pedagogico; psicopedagogico; didattico-metodologico con riferimento all’inclusione scolastica e alla valutazione; lingua inglese di livello B2; competenze digitali ed informatiche.
- Prova orale: lezione simulata della durata di 45 minuti con estrazione della traccia 24 ore prima della prova. La prova è finalizzata a valutare le conoscenze del candidato sulla disciplina della classe di concorso o tipologia di posto, comune o sostegno, e le competenze progettuali, didattico-metodologiche e valutative. Nel corso della prova si valuteranno anche le competenze relative alla Lingua inglese – livello B2 – e quelle digitali ed informatiche con riferimento all’uso integrato nella lezione simulata.
Tuttavia, e sempre in attesa del Bando, è ipotizzabile che la struttura delle prove venga modificata nel seguente modo:
- Prova preselettiva computer based, con domande a risposta multipla, nel caso che il numero dei partecipanti superi di quattro volte il numero dei posti banditi.
- Prova scritta con domande a risposta aperta.
- Prova orale con lezione simulata.
Tale modifica dell’impianto delle prove – al momento solo una supposizione, lo si ripete – per quanto riguarda la parte relativa alle domande a risposta aperta, troverebbe fondamento su tre aspetti che sono emersi all’indomani dei precedenti Concorsi PNRR, vale a dire:
- Le polemiche seguite alla modalità di effettuazione della prova scritta e dei contenuti dei quiz, in effetti più simile a procedure di minor rilievo (Cfr., ad esempio, la similitudine con la “patente di guida”).
- La conseguente richiesta di una maggiore cogenza selettiva per l’accesso ad una professione così delicata come quella dell’insegnamento.
- Una maggiore tensione valutativa volta ad accertare l’effettiva conoscenza dei contenuti delle discipline, ancor prima del possesso delle competenze metodologico-didattiche.
Una eventuale introduzione delle domande a risposta aperta, particolarmente se centrate sulla disciplina per la quale si concorre, comporterebbe inevitabilmente un tipo di preparazione più lunga ed articolata e finalizzata al recupero e all’approfondimento dei contenuti e degli snodi concettuali della disciplina stessa. E questo a detrimento, a mio parere, delle competenze psicopedagogiche e didattico-metodologiche richieste dalla procedura concorsuale sulle quali il Ministero ha particolarmente insistito negli ultimi anni. Senza contare che i tempi di correzione delle prove si dilaterebbero.
In ogni caso, stiamo parlando solo di ipotesi per cui meglio attendere maggiori indicazioni ed iniziare a prepararsi con metodo.
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