La scuola e la parità di genere: il dibattito sul consenso informato divide il Parlamento

La questione della parità di genere e dell’educazione alle differenze ha acceso un acceso dibattito in Parlamento, con la maggioranza che ha votato contro un emendamento proposto da Manzi (PD) per escludere queste tematiche dal consenso informato delle famiglie. Secondo Elisabetta Piccolotti, deputata di Alleanza Verde e Sinistra, questa decisione rischia di legittimare una cultura educativa improntata al maschilismo e alla discriminazione.
Piccolotti ha sottolineato come questa scelta permetta alle famiglie di vietare ai propri figli attività educative fondamentali per promuovere l’uguaglianza e combattere la violenza di genere e l’omofobia. Inoltre, sono stati respinti emendamenti che avrebbero garantito un approccio scientifico alle attività legate alla sessualità, in linea con le direttive dell’OMS e dell’UNESCO.
Un ulteriore punto di discussione riguarda l’emendamento presentato da Mara Carfagna, che propone il consenso informato per educare i giovani sulle malattie sessualmente trasmissibili. Piccolotti denuncia il rischio di privare i giovani di informazioni cruciali per la prevenzione dell’HIV e altre patologie, in un contesto in cui tali infezioni sono in aumento.
Il dibattito, secondo la deputata, solleva interrogativi sull’impegno del governo verso una società più libera e inclusiva.
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