Scuola, nei prossimi 5 anni 100mila posti in meno, cosa rischiano ATA e docenti?

Il calo demografico in Italia sta generando effetti significativi sul sistema scolastico nazionale. Secondo i dati Istat, al 2025 la popolazione italiana è scesa a 58,9 milioni di abitanti, con una diminuzione delle nascite del 6,2% rispetto all’anno precedente. Questa tendenza incide pesantemente sul numero di studenti iscritti, con una previsione di 400.000 alunni in meno nella scuola dell’infanzia e primaria nei prossimi cinque anni.
Le conseguenze per il settore dell’istruzione sono allarmanti: si stima una perdita di 70.000-100.000 posti di lavoro entro il 2030, con particolare impatto su docenti e personale ATA. Le regioni del Sud, già colpite da spopolamento, rischiano un ulteriore svuotamento delle scuole.
A questo va aggiunta anche la riforma degli istituti tecnici che da 5 anni passeranno a 4 con grossi rischi per gli organici.
Tra le soluzioni proposte, il governo valuta la riconversione professionale dei docenti, il potenziamento dei servizi per l’infanzia e incentivi all’immigrazione qualificata. Tuttavia, senza interventi tempestivi e strutturali, il sistema scolastico italiano potrebbe affrontare una crisi profonda, minacciando la qualità dell’istruzione e il futuro del Paese. Il tempo per agire è limitato: la sfida demografica richiede risposte immediate e incisive.
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