Sciopero del 22 settembre: Procedimento di infrazione per la F.I.S.I.

La Commissione di garanzia sugli scioperi ha aperto un procedimento di infrazione nei confronti della F.I.S.I. (Federazione Italiana Sindacati Intercategoriali) per l’adesione allo sciopero del 22 settembre scorso. Secondo la Commissione, il sindacato non avrebbe rispettato il “termine di preavviso” previsto dalla legge.
Ragioni dello sciopero
Il sindacato ha giustificato la propria posizione sostenendo di essere esente da tale vincolo, poiché lo sciopero era una protesta contro eventi di “eccezionale gravità” legati alla missione umanitaria Global Sumud Flotilla. In particolare, la F.I.S.I. ha citato l’articolo 2, comma 7, della Legge n. 146/1990, che stabilisce che le disposizioni riguardanti il preavviso non si applicano in caso di astensione dal lavoro per difendere l’ordine costituzionale o in risposta a gravi eventi che minacciano l’incolumità e la sicurezza dei lavoratori.
La risposta della commissione
Tuttavia, la Commissione ha contestato questa interpretazione, affermando che il termine “ordine costituzionale” non si riferisce a qualsiasi diritto riconosciuto dalla Costituzione, ma solo ai “cardini dell’assetto costituzionale” che devono essere difesi con immediatezza, come nel caso di un colpo di stato o di un pericolo di sovvertimento violento.
La reazione della F.I.S.I.
In risposta a queste accuse, la F.I.S.I. ha denunciato la natura “ritorsiva ed intimidatoria” dell’azione promossa dalla Commissione, ritenendo che si tratti di un tentativo di limitare la propria autonomia. “Ci accusano di aver violato le regole, ma noi rispondiamo che le regole senza giustizia non sono diritto, sono potere. E noi al potere non ci pieghiamo!” ha dichiarato un portavoce del sindacato.
Il 22 settembre, la F.I.S.I. ha scioperato insieme a numerosi cittadini per difendere i lavoratori e i volontari della Global Sumud Flotilla, esprimendo il proprio sdegno per l’aggravarsi della situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, descritta come un vero e proprio genocidio da parte dello Stato di Israele. “Abbiamo scioperato per dare voce a chi non ne ha più o non l’ha mai avuta. Vogliono zittirci! Ma noi resisteremo in ogni sede, giuridica e politica, perché la libertà sindacale e il diritto allo sciopero sono i pilastri della nostra Repubblica,” ha aggiunto il portavoce.
Appello alla solidarietà
La F.I.S.I. ha lanciato un appello alla solidarietà, invitando i cittadini a non lasciarli soli nella battaglia per i diritti sindacali. “Ogni firma, ogni parola, ogni condivisione è importante!” hanno sottolineato, evidenziando che se passa l’idea che ogni sciopero debba essere soggetto a restrizioni ingiustificate, si minaccia la stessa essenza della democrazia e della libertà di espressione.
La situazione attuale pone interrogativi importanti sulla libertà di sciopero e sui diritti dei lavoratori in Italia. La F.I.S.I. continua a lottare per la giustizia sociale e la dignità dei lavoratori, mentre il procedimento di infrazione della Commissione di garanzia sugli scioperi rimane un tema di acceso dibattito.
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