Perfezione? No grazie: 1 studente su 2 vive gli errori come un’opportunità di crescita, ma vorrebbe più supporto dalla scuola

Un tempo in Italia – e forse ancora oggi – l’errore era sinonimo di fallimento, da evitare a tutti i costi. Un modo di pensare che ha condannato il nostro Paese a una scarsa innovazione, mentre altrove si diffondeva la cultura del ‘fail fast’, che ha fatto la fortuna delle startup a stelle e strisce. Ma qualcosa, oggi, sta cambiando, soprattutto fra le nuove generazioni: circa la metà (42%) dei giovani studenti che attualmente popolano le nostre aule, infatti, riconosce che sbagliare, per quanto doloroso, possa avere un valore positivo. A segnalarlo è una ricerca condotta da Skuola.net – portale di riferimento per il mondo dell’istruzione – in collaborazione con Tipp-Ex – storico marchio del gruppo BIC specializzato in prodotti per la correzione – interpellando 2.500 alunni di scuole superiori e università.

In particolare, il 32% degli intervistati descrive l’errore come “frustrante ma utile”, mentre

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