Sanzioni disciplinari ai docenti, Fracassi: i presidi non dovrebbero darle nemmeno fino a 10 giorni, serve un ripensamento radicale

La Tecnica della Scuola
Non da oggi si parla di contrattualizzare il codice disciplinare dei docenti, così come già è previsto per ATA e dirigenti scolastici. Nei due contratti precedenti il tema è stato rimandato ad altrettante sequenze contrattuali che però non sono mai andate a buon fine. Per approfondire il tema, “La Tecnica della Scuola” ha interpellato Gianna Fracassi, leader della Flc-Cgil.
Fracassi, perché finora sulle sanzioni disciplinari non si è trovata un’intesa?
Non ci sono i margini per poter regolare contrattualmente la materia, a fronte dei forti limiti presenti nella normativa che come FLC CGIL abbiamo sempre contestato fin dal lontano 2008. Non risulta abrogata la disposizione normativa (legge Madia) che attribuisce formalmente al Dirigente scolastico il potere di irrogare sanzioni ai docenti di sospensione dal servizio fino a 10 giorni, un vero e proprio unicum rispetto a tutto il resto dei settori pubblici dove il responsabile della struttura può irrogare unicamente la sanzione del rimprovero verbale. Inoltre, non si prevede l’istituzione di un organismo di garanzia a tutela della libertà di insegnamento, ovvero di un organismo in grado di accertare che l’azione disciplinare avviata nei confronti del docente riguardi la trasgressione di un dovere di servizio e non l’autonoma attività di insegnamento tutelata dalla Costituzione.
Le trattative hanno riguardato le relazioni sindacali, le scuole italiane all’estero e nell’ultima riunione ci sono state presentate le tabelle retributive per il personale docente e Ata, che sanciscono la miseria delle risorse messe a disposizione del contratto. E alla vigilia della legge di bilancio 2026 continuiamo
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