PD: Cancellare l’educazione alla sessualità nella scuola secondaria di I grado è un atto gravissimo

Roma – L’approvazione, avvenuta oggi in commissione istruzione alla Camera, di un emendamento che vieta “le attività didattiche e progettuali, nonché ogni altra eventuale attività aventi ad oggetto temi attinenti all’ambito della sessualità” nella scuola secondaria di primo grado è stata definita dai membri del Partito Democratico un “fatto gravissimo”.
Le dichiarazioni del PD
In una nota ufficiale, i componenti del PD della commissione istruzione, Mauro Berruto, Sara Ferrari, Giovanna Iacono, Irene Manzi e Matteo Orfini, hanno espresso la loro preoccupazione: “Da decenni, meritoriamente, moltissime scuole italiane offrono importantissimi progetti di educazione alla sessualità, ai giovani entro i 14 anni rispetto alle malattie sessualmente trasmissibili, alla prevenzione delle gravidanze precoci, al contrasto alla violenza sessuale.”
I rappresentanti del PD hanno messo in evidenza che l’introduzione di un divieto di queste informazioni, gestite spesso dalle aziende sanitarie, senza sostituirle con un’altra offerta formativa, rappresenta un “atto gravissimo nei confronti delle giovani generazioni”. “Si rischia di privare i giovani cittadini e cittadine di informazioni corrette dai professionisti della sanità pubblica, costringendoli a cercare risposte nei social e nella realtà digitale,” hanno aggiunto.
Un danno per le generazioni future
I membri del PD si sono detti preoccupati per le conseguenze di questa decisione: “Ci auguriamo che la maggioranza sappia fare marcia indietro rispetto a questo danno, che si rischia di produrre nei confronti di giovani cittadini e cittadine.” Hanno inoltre sottolineato che “l’Italia è uno dei soli sette paesi europei nei quali l’educazione sessuale non è obbligatoria.”
Il ruolo delle scuole e della sanità pubblica
Il comunicato sottolinea l’importanza del ruolo delle scuole e dei servizi socio-sanitari nell’educazione alla sessualità: “Ora addirittura si va in direzione contraria e si vieta anche quel poco che le scuole fanno da anni su base volontaria con il servizio socio sanitario.” Questo divieto, secondo il PD, non solo limita l’accesso a informazioni essenziali, ma mette a rischio la salute e il benessere dei giovani.
La decisione di vietare l’educazione alla sessualità nelle scuole secondarie di primo grado ha sollevato un acceso dibattito. I membri del PD hanno chiesto un ripensamento della misura, evidenziando l’importanza di fornire ai giovani le informazioni necessarie per affrontare la complessità della vita moderna. La questione dell’educazione sessuale rimane cruciale per garantire che le nuove generazioni possano crescere informate e consapevoli, in un contesto che promuove la salute e il rispetto reciproco.
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