La collegialità tradita. Quando la collaborazione si ferma alla carta

La collegialità è stata a lungo considerata uno dei pilastri delle istituzioni democratiche e partecipative, poiché rappresenta l’antidoto naturale al rischio di autoreferenzialità e di concentrazione del potere nelle mani di pochi. Essa concretizza un principio di uguaglianza sostanziale, dove ogni voce, indipendentemente dal ruolo, dal grado di esperienza o dall’anzianità, ha il diritto e il dovere di essere ascoltata. Ogni decisione prende così forma dall’incontro e dal confronto tra prospettive differenti, generando non solo un risultato più equo ma anche più ricco.

Nel contesto educativo questo ideale assume una valenza decisiva, perché la scuola non è soltanto luogo di trasmissione del sapere, bensì spazio di crescita democratica, di educazione alla cittadinanza e di apprendimento della convivenza civile. Eppure, ciò che accade nella pratica spesso disattende queste premesse: la collegialità rimane confinata nei documenti ufficiali, proclamata nelle norme e nei regolamenti, ma raramente diventa esperienza

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