SBC: L’insostenibile passività degli insegnanti italiani

La situazione nella scuola italiana è sempre più critica, eppure gli insegnanti sembrano rimanere in uno stato di passività insostenibile. Secondo quanto affermato da Libero Tassella, la scuola potrebbe fermarsi immediatamente, semplicemente astenendosi da tutte le attività aggiuntive a tempo indeterminato, limitandosi a quanto previsto dal contratto di lavoro. Tuttavia, i docenti non sembrano disposti a farlo, anzi, si contendono le attività extra, lamentandosi poi delle tasse su questi compensi.

Una cultura di inazione

Si potrebbe far emergere il dissenso attraverso uno sciopero di una giornata, con una partecipazione dell’80%, ma anche in questo caso gli insegnanti esitano. La paura della trattenuta per la giornata di sciopero e l’idea che sia inutile portano a una paralisi collettiva. Alcuni, i cosiddetti “benaltristi”, propongono scioperi più lunghi, come bloccare la scuola per una settimana, ma tali iniziative, con trattenute che supererebbero i 700 euro, risultano impraticabili.

“Si propongono cose impossibili per non fare cose possibili,” sottolinea Tassella, evidenziando una tattica comune di chi non vuole agire. I sindacati, una volta attivi nel proporre astensioni e manifestazioni, sembrano ora restii a muoversi, poiché i docenti non sono disposti a lottare per il proprio lavoro e i propri salari.

Critiche ai sindacati e alla comunità educativa

Quando un sindacato propone uno sciopero o una manifestazione, gli insegnanti avviano campagne di delegittimazione sui social media, dove trascorrono gran parte del loro tempo. Questo comportamento avviene nonostante siano iscritti ai sindacati per il disbrigo delle pratiche e partecipino alle elezioni per il rinnovo delle RSU di istituto ogni tre anni.

“Il resto sono solo chiacchiere e distintivo,” afferma Tassella, sottolineando che le discussioni online non portano a cambiamenti reali nelle condizioni lavorative e retributive dei docenti.

Un appello alla cittadinanza educativa

Libero Tassella conclude accusando gli insegnanti di inedia, individualismo e incapacità di fare squadra. “Gli insegnanti sono i peggiori nemici di se stessi,” avverte, esortando a un cambio di mentalità e a un’azione collettiva per migliorare la situazione.

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