Il Ministero dell’Istruzione annulla corso sulla guerra: La FISI reagisce

Il 31 ottobre 2025, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha compiuto un gesto che ha suscitato forti polemiche nel mondo della scuola. Il corso di formazione online del Cestes (Centro Studi Trasformazioni Economico-Sociali) sul tema della guerra e del genocidio, previsto per il 4 novembre, è stato annullato. Questo corso, condiviso con l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle Università, aveva già registrato il tutto esaurito nelle iscrizioni.

Il Ministero ha oscurato il corso sulla piattaforma Sofia, comunicando ai dirigenti scolastici che non possono concedere il permesso e l’esonero dal servizio ai 1400 partecipanti. “Gli argomenti trattati non possono essere oggetto di formazione pedagogica nelle scuole”, ha affermato il Ministero, aprendo un procedimento per revocare l’accreditamento al MIM dell’ente di formazione.

Un atto di gravità inaudita

Questo atto è stato definito da molti come una “prevaricazione antidemocratica”. Infatti, il Ministero stabilisce che “l’educazione alla pace non può essere trattata nelle scuole”, privando così 1400 colleghi del sacrosanto diritto alla formazione. La FISI ha già attivato i propri legali per affrontare questa situazione, invitando tutti a unirsi in una campagna di solidarietà al Cestes e a USB, entrambi duramente attaccati dal governo per la loro mobilitazione contro il genocidio in Palestina.

Le motivazioni del Ministero

Le motivazioni ufficiali per la cancellazione del corso, riportate testualmente nel decreto, affermano che l’iniziativa “La scuola non si arruola” non è coerente con le finalità di formazione professionale del personale docente, presentando contenuti estranei agli ambiti formativi riconducibili alle competenze professionali dei docenti, come definite nel CCNL scuola e nell’Allegato 1 della Direttiva 170/2016.

Tuttavia, il MIM sta sostanzialmente negando che un tema attuale come la guerra possa essere oggetto di dibattito pedagogico. Questo contrasta con l’articolo 11 della Costituzione italiana, che stabilisce che “l’Italia ripudia la guerra”.

La reazione della FISI

I legali del Cestes stanno lavorando per restituire il diritto alla formazione libera e consapevole a ogni docente. Inoltre, la FISI ha garantito a tutti gli iscritti al corso di formazione che non intendono piegarsi a questo gesto militarista del MIM l’assistenza del proprio ufficio legale per far valere il diritto all’esonero formativo, come previsto dall’articolo 36.

La situazione attuale solleva interrogativi importanti sulla libertà di insegnamento e sull’importanza di discutere temi cruciali come la guerra e la pace all’interno delle scuole. La FISI continuerà a sostenere i diritti dei docenti e a promuovere un’educazione che rifiuti la militarizzazione e abbracci i valori di pace e dialogo.

Comunicato FISI SCUOLA

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