La relazione con le nuove generazioni al centro della professione docente. È quanto emerge dall’indagine condotta da CISL Scuola e Tuttoscuola

03.11.2025 11:47

Categoria: Iniziative e manifestazioni, Personale docente

Realizzata in preparazione dell’VIII Congresso dalla CISL Scuola, in collaborazione con la rivista Tuttoscuola e la Fondazione Ezio Tarantelli, l’indagine “Essere insegnanti oggi. Per una rinnovata professionalità” si prefigge di rilevare la percezione che i docenti hanno della propria condizione professionale, mettendone in evidenza gli aspetti ritenuti più problematici, insieme alle motivazioni e alle attese che i docenti stessi manifestano rispetto alla propria condizione lavorativa.

Un’anticipazione di massima sugli esiti dell’indagine, da considerare come prima tranche di una rilevazione più ampia che vedrà coinvolti anche il personale ATA e la dirigenza scolastica, è stata fatta nel corso dei lavori congressuali, nel giugno scorso, mentre le risultanze definitive, in base alle elaborazioni curate dalla Fondazione Tarantelli, saranno oggetto di una pubblicazione per la quale è in corso di completamento il lavoro editoriale e che si presume possa essere presentata ufficialmente ai primi di dicembre. In tale occasione sarà possibile conoscere in modo più approfondito ciò che è emerso per ogni specifica sezione dell’indagine, che ha preso in considerazione gli aspetti motivazionali di una scelta professionale e tutti i fattori (economici, organizzativi, reputazionali, relazionali) che ne connotano l’esercizio.

L’indagine, condotta mediante la somministrazione di un questionario alla cui predisposizione e diffusione ha collaborato Tuttoscuola, ha coinvolto quasi diecimila persone: pur non trattandosi di un campione scientificamente rappresentativo della categoria, il numero molto elevato dei rispondenti lo rende comunque significativo e in grado di esprimere un attendibile livello di coerenza con l’insieme del corpo docente.

Tra le anticipazioni fornite nel corso dei lavori congressuali, emerge il dato di una forte motivazione per una professione che, nel 70% dei casi, è stata indicata come quella scelta nell’intraprendere il proprio percorso di studio. Ciò non toglie che in percentuale elevata (50%) siano stati riscontrati, in seguito, motivi di frustrazione e delusione. Tra le cause, un contesto lavorativo gravato da un eccesso di burocrazia, scarsamente gratificante sul piano economico e dove si manifestano rilevanti criticità nel rapporto con le famiglie degli alunni.

Nonostante ciò, la stragrande maggioranza delle persone intervistate (circa 80%) dichiara che non lascerebbe la professione di insegnante, per la relazione che implica con alunne e alunni e dunque la possibilità di contribuire, attraverso l’insegnamento, alla costruzione di un futuro migliore.

Le relazioni con gli studenti sono quelle che ottengono la percentuale più alta di gradimento (62%), superando sia quelle con i colleghi (ritenuti utili e stimolanti nel 46,5% dei casi) che con i dirigenti (42%) e il personale ATA (40%).

Ben più problematici i rapporti con le famiglie, che solo il 23% reputa positivi, tanto da costituire, come si è detto prima, un fattore di delusione rispetto alla scelta professionale.

Entrando nello specifico dei fattori che incidono sulla qualità della condizione lavorativa, di particolare interesse ciò che emerge in merito al trattamento economico, non solo in termini quantitativi (con una generale percezione di inadeguatezza), ma anche dal punto di vista dei fattori che dovrebbero incidere sulla retribuzione.

Pur risultando ampiamente condivisa la necessità di attribuire valore all’anzianità di servizio come riconoscimento di una crescita professionale acquisita attraverso la concreta esperienza di lavoro, non è trascurabile la percentuale (35%) di chi ritiene che si debba tener conto della qualità del lavoro, o dello svolgimento di particolari mansioni nell’ambito della scuola.

Non mancano, nell’indagine, i riferimenti ai fattori di cambiamento e innovazione che possono incidere maggiormente sull’attività di insegnamento, in particolare per quanto riguarda le tecnologie digitali e l’intelligenza artificiale. La metà degli intervistati dichiara di non ricorrere all’AI (solo il 26% la usa saltuariamente), ma non è irrilevante la percentuale (46%) di chi ritiene possa essere un utile supporto all’insegnamento. Tuttavia solo il 12% degli intervistati si dice preparato al suo utilizzo.

A conferma dell’importanza che gli intervistati attribuiscono alle relazioni, il 35% di essi paventa possibili interferenze in negativo delle nuove tecnologie sotto questo aspetto, mentre il 31% teme che possano avere ricadute negative sull’apprendimento.

Per quanto sia diffusa la consapevolezza che le tecnologie digitali possono integrare e supportare l’attività didattica, prevale nettamente la convinzione che queste non debbano e non possano, in ogni caso, sostituirsi al docente stesso.

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La presentazione dell’indagine è disponibile nella parte iniziale del video con la registrazione della terza giornata dei lavori congressuali (12 giugno 2025).

Continua la lettura su: http://www.cislscuola.it/news/dettaglio/article/la-relazione-con-le-nuove-generazioni-al-centro-della-professione-docente-e-quanto-emerge-dalli/ Autore del post: CISL Scuola Fonte: https://www.cislscuola.it/

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